Le magnifiche cinque



In un mercato moto in forte crisi di vendite da almeno tre anni, c’è un segmento che non solo tiene, ma anzi incrementa il numero di immatricolazioni. Stiamo parlando delle maxienduro, moto che fanno della polivalenza d’uso il loro vanto. Comode come una Touring, pratiche e maneggevoli come una stradale classica, divertenti e veloci come una naked sportiva. 

Aprilia Caponord 1200

Difficile coniugare tutti questi elementi, eppure è possibile, grazie a motori da 1000 a 1200 cc plurifrazionati (due, tre o quattro cilindri), potenze superiori ai 100 CV, assetto rialzato e manubrio largo, impianti frenanti potenti con tre dischi e Abs sempre più spesso offerto di serie. Per non parlare della possibilità di percorrere le strade sterrate, attitudine però differente da modello a modello e, in generale, direttamente proporzionale al diametro scelto per la ruota anteriore: 17” significa stradale pura, 19” è la via di mezzo più gettonata che permette di fare già bellissimi percorsi fuoristrada e 21” per non porsi dei limiti fuori dalle strade bitumate. Questa premessa è doverosa per capire e valutare le cinque moto di cui vi parliamo. Rappresentano le novità maxienduro presentate agli scorsi Saloni di Colonia e Milano: Aprilia Caponord 1200, BMW R 1200 GS, KTM 1190 Adventure R, Suzuki V-Strom 1000 e Triumph Tiger Explorer XC 1200. Sul mercato esistono anche la BMW F 800 GS (motore bicilindrico parallelo e ruota anteriore da 21”), la Benelli Tre-K 1130 a tre cilindri, la Ducati Multistrada 1200 con motore bicilindrico a L da 150 CV, la Honda Crosstourer 1200 con il poderoso motore V4, la Kawasaki Versys 1000 a 4 cilindri, la Moto Guzzi Stelvio col il tradizionale motore a V trasversale e la Yamaha XTZ 1200 Super Ténéré. Come si può vedere, quasi ogni Casa costruttrice ha una proposta in questo segmento, perché i numeri del mercato giustificano investimenti in questa direzione. La regina, però, resta lei, la BMW R 1200 GS, la moto che da sola immatricola il 50% del venduto tra le maxienduro. 

BMW R 1200 GS

Ed ecco che ognuno cerca di strappare clienti alla BMW mettendo in produzione moto di impostazione simile, ma c’è anche chi segue una sua strada. La ricetta della R 1200 GS è quella di un motore boxer, elettronica molto sofisticata con Abs, controllo di trazione e sospensioni a controllo elettronico. La ciclistica è anticonvenzionale, con la classica forcella sostituita dalla sospensione a bracci Telelever e il forcellone 

posteriore che lascia il posto al cardano monobraccio Paralever, da quest’anno spostato sul lato sinistro. La nuova GS ha un motore nuovo, con raffreddamento misto aria/acqua per incrementare le prestazioni fino ai 125 CV di potenza massima dichiarata. 

Chi segue una direzione simile, puntando a offrire qualcosa di più, è Triumph con la Tiger Explorer 1200, da adesso anche in versione XC, ovvero dotata di cerchi a raggi (disponibili in optional sulla BMW). Il motore è un tre cilindri da 136 CV con comando del gas ride by wire, cruise control, Abs, trasmissione finale a cardano, manopole riscaldate e molto altro. KTM ha sempre puntato su una moto più fuoristradistica, con ruota anteriore da 21”, per la sua Adventure. Nata di 950 cc, cresciuta a 990, dal 2013 cambia totalmente e cresce a 1190 cc, per competere con la BMW R 1200 GS in termini di appeal con il pubblico. Quando la regina è di 1200 cc, nemmeno un 990 cc con prestazioni superiori è la soluzione ideale e allora ecco un Adventure anti-GS a cilindrata piena con la bellezza di 150 CV e disponibile in duplice versione: con cerchio anteriore da 19” o da 21” (quest’ultima, più offroad, è la versione R). 

L’elettronica che comprende Abs, controllo di trazione e mappature della centralina per addomesticare l’esuberanza del motore, dovrebbero rendere questa bomba gestibile anche nella guida su fondi a scarsa aderenza, come quelli fuoristrada. Il filone delle maxienduro prettamente stradali, con ruote da 17” e pneumatici sportivi è stata lanciata anni fa dalla Ducati Multistrada 1000 con motore 2 valvole ad aria, poi fu ripreso dalla Triumph con la Tiger 1050, ancora in listino, e quindi dall’ultima versione ella Multistrada, quella 1200 che, in virtù della sua potenza di 150 CV, di una guida ultra sportiva e del blasone del marchio, ha fatto registrare stupefacenti numeri di vendite, soprattutto se pensiamo a un mezzo che costa, a seconda dei modeli e degli allestimenti, dai 16.000 a oltre 20.000 euro. L’ultima nata di questo filone è stata, l’anno scorso, la Kawasaki Versys 1000, moto dall’equilibrio dinamico eccezionale, ma non altrettanto entusiasmante a livello estetico e di finiture. Oggi si aggiunge la nuova Aprilia Caponord, che punta sul motore V2 da 128 CV, sull’Abs di serie, carenatura protettiva, serbatoio da 24 litri per oltre 300 km di autonomia e, optional, il cruise control e le sospensioni semi attive, oltre a una nutrita lista di accessori da viaggio. 

A breve arriverà anche la Suzuki con la nuova versione della V-Strom 1000. Dopo aver presentato anni fa la 650 e la 1000 con motori V2, la Casa di Hamamatsu aveva lasciato a listino solo la più piccola delle due.Ora ripropone la 1000 con un modello tutto nuovo. Per ora, quello che abbiamo visto al Salone di Colonia è solo un prototipo, ma preannuncia la moto di serie che arriverà entro la fine del 2013. Insomma, se fino a cinque anni fa la guerra per la leadership sul mercato moto si combatteva a suon di moto sportive, ora sono le maxienduro a dettare le strategie produttive di tutti i Costruttori mondiali. Certo, siamo ormai arrivati a moto dalle prestazioni paragonabili a quelle delle sportive, con tanta tecnologia e ricche di accessori e gadget, mantenendo della filosofia originaria solo il concetto di comfort e allontanandosi sempre più, per pesi e complessità costruttiva, dal fuoristrada.  


Francesca Gasperi