Il soprannome Cinderella Man, l’uomo Cenerentola, gli fu dato da Damon Runyon, perchè la sua carriera sembra finita e per mantenere la propria famiglia dovette lavorare al porto come operaio. Solo grazie a Joe Gould, il suo manager, riuscì a tornare sul ring e stupire tutti diventando il campione del mondo.
Lui era James Walter Braddock, sul ring col nome di James J. Braddock (New York, 7 giugno 1905 – North Bergen, 29 novembre 1974), un pugile statunitense, campione del mondo dei pesi massimi nel 1935 e riconosciuto dalla International Boxing Hall of Fame fra i più grandi pugili di sempre.
Era nato in un sobborgo di Manhattan chiamato Hell’s Kitchen, a pochi isolati dal Madison Square Garden, dove viene consacrato come grande pugile che era. Era di una famiglia povera di origini irlandesi e cattolica, da giovane aspirava a frequentare l’Università di Notre Dame e il suo sogno era di giocare a football col gruppo dei Four Horsemen allenati dal famoso Knute Rockne.
Tuttavia, consapevole e lui stesso definendosi uno con “più carne che cervello”, si dedicò al pugilato e dopo una carriera da pugile amatoriale, vincendo il campionato amatoriale del New Jersey nelle categorie dei pesi massimi e dei pesi mediomassimi, a 21 anni divenne professionista nei pesi mediomassimi, ottenendo in tre anni 34 vittorie, di cui 21 per KO, 5 sconfitte e sette pareggi.
Nel 1928 fece scalpore la sua vittoria contro il pugile Tuffy Griffiths. L’anno seguente combatté per il titolo, perdendo contro Tommy Loughran dopo 15 riprese. La sua carriera ne risentì molto ed iniziò la discesa della sua carriera con una grave depressione e varie fratture alla mano. Nei 33 incontri successivi ne vinse solo 11, perdendone 20 e pareggiandone 2. Durante la Grande Depressione per mantenere la famiglia dovette abbandonare il ring lavorando al porto, lavoro che gli permise di rinforzare notevolmente la mano sinistra dal momento che non poteva lavorare con la meno destra più volte fratturata.
Nel 1934, per una serie di circostanze fortunate gli venne offerto di combattere contro John Griffin. A grande sorpresa Cinderella Man vinse mettendo KO il suo avversario dopo tre riprese. Sconfitto Griffin, sconfisse John Henry Lewis, futuro campione dei pesi mediomassimi, che in precedenza aveva sconfitto Braddock. Dopo Lewis, il 22 marzo 1935, affrontò Art Lasky.
La sfida decisiva venne fissata il 13 giugno 1935 al Madison Square Garden, contro l’allora campione del mondo dei pesi massimi, Max Baer e fu l’occasione che Cinderella Man divenne il nuovo campione del mondo per decisione unanime.
Il 22 giugno 1937 si tenne l’incontro, valido per il titolo, contro Joe Louis. Braddock trentaduenne perse il titolo contro Louis ventitreenne. Dopo l’incontro, Joe Louis dichiarò che il suo avversario era il pugile più coraggioso contro cui avesse mai combattuto.
Nel 1938 Braddock salì per l’ultima volta sul ring, contro il gallese Tommy Farr, vincendo per decisione unanime dei giudici, dopo aver messo al tappeto l’avversario per tre volte.
Nel 1942, dopo il ritiro, si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti insieme a Gould, il suo manager. Prestò servizio durante la Seconda guerra mondiale sull’isola di Saipan, istruendo i soldati nel combattimento corpo a corpo.
In seguito, lavorò come operaio specializzato e come fornitore di equipaggiamenti alla marina. Insieme a sua moglie Mae, crebbe tre figli (Jay, Howard e Rosemarie) in una casa nel New Jersey.
Nel 2005, la vita di Braddock viene narrata nella pellicola Cindrella Man diretto dal regista Ron Howard che ottenne tre nomination al premio Oscar con Russell Crowe come protagonista affiancato da Renée Zellweger (sua moglie Mae) e Paul Giamatti (il suo manager). Nel cast recitò anche Rosemarie DeWitt, nipote (figlia della figlia) di James J. Braddock.
David Zahedi