La signora dell’editoria, Inge Schönthal in Feltrinelli (Gottinga, 24 novembre 1930), editrice, fotografa e giornalista tedesca naturalizzata italiana, ha condotto una vita piena di passione e impegno, spesi per la cultura e per l’omonima casa editrice, della quale rimane una delle colonne portanti. Una vita da film (senza eufemismi, nel 2010 è uscito Inge Film di Luca Scarzanella e Simonetta Fiori): nata in Germania nel 1930, figlia di ebrei tedeschi, dopo il dramma del governo di Adolf Hitler e della II guerra mondiale, inizia a dedicarsi alla fotografia divenendo fotoreporter per alcune testate europee e intervistando personaggi di rilievo, scrittori e artisti.
Negli anni Cinquanta, la carriera la porta a New York, in Africa e in Sud America, dove ritrae personaggi quali Greta Garbo, Kennedy, Churchill ed Hemingway, oltre a Pablo Picasso, Günter Grass e Chagall. Un curriculum di eccezionale rilievo, coronato dall’incontro con Giangiacomo Feltrinelli (Milano, 19 giugno 1926 – Segrate, 14 marzo 1972), una persona che ricorda come complicata, asociale, estranea al contesto politico-sociale dell’epoca nonostante l’alta estrazione della famiglia d’origine. Il matrimonio, avvenuto nel 1960, segna l’ingresso di Inge nel mondo dell’editoria, forte dell’importante esperienza internazionale nelle vesti di giornalista e fotografa. La casa editrice Feltrinelli, fondata da Giangiacomo nel 1954, si afferma immediatamente nel panorama editoriale italiano: pubblica Pasternàk, Tomasi di Lampedusa, fa scelte importanti, nuove e ben riuscite. Il lancio del Dottor Zivago nel 1957 non rappresenta solo un grande successo ma anche una scelta audace sotto il profilo politico, essendo la pubblicazione ostacolata in Russia e osteggiata dal partito comunista in Italia, al quale aderisce Giangiacomo stesso. Questa politica fresca e controcorrente garantisce da sempre al gruppo Feltrinelli un apprezzamento tale da poter vantare oggi oltre 2000 titoli, una ventina di autori insigniti del Nobel e la posizione di terza casa editrice italiana. Un grande merito va proprio alla signora Feltrinelli che, prendendo le redini in qualità di vicepresidente a partire dal 1969, anno del ritiro a clandestinità di Giangiacomo, e di presidente dal 1972, quando lo stesso viene ritrovato morto carbonizzato in un campo. Nonostante la versione ufficiale voglia far passare l’accaduto come un incidente, la verità sul decesso del patron del gruppo Feltrinelli sembra ancora oggi oscura e probabilmente affonda in motivazioni politiche, legate allo schieramento dello stesso e alla sincera schiettezza delle sue opinioni, evidentemente scomode. Inge si trova a capo della casa editrice in un periodo sicuramente non facile, ma grazie allo straordinario impegno profuso, alla collaborazione di un team fedele e professionale, insieme ad accurate scelte editoriali, riesce a risollevare le sorti del gruppo, assumendo un ruolo culturale di primaria importanza nella diffusione letteraria, nella promozione di nuovi autori e nell’esportazione della letteratura italiana all’estero. Non causale è l’assegnazione di numerosi riconoscimenti e la definizione di ambasciatrice dell’editoria italiana all’estero attribuitale da alcuni. Inge Feltrinelli, da ben 50 anni alla presidenza di Feltrinelli (oggi accanto al figlio Carlo, amministratore delegato), ha dimostrato una forte tenacia imprenditoriale, una fede indiscussa nel libro e nell’editoria che ha garantito all’Italia un generoso apporto culturale, anche grazie all’apertura di circa 90 librerie in tutto il territorio. In un’epoca nella quale il libro rischia di essere soppiantato dalle tecnologie, abbandonato tra le memorie scolastiche, Inge Feltrinelli continua a credere nel valore della lettura, nel sapore intimo dello sfogliare, dell’apprendere, dello scoprire per far conoscere. Una passione nata dietro la macchina fotografica di una giovane fotoreporter, in viaggio tra l’Europa e l’America, tra un’intervista e una fotografia, tra un Hemingway e un Picasso. Auguri Inge!
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Federica Gennari