La cantina Antinori: un gioiello di architettura

Chianti Antinori Archea. C'è un sottile filo rosso che collega questi tre nomi , rosso come il vino che fa da comune denominatore. Chianti è il nome di un vino che è leggendario ed é sinonimo di rosso toscano, Antinori è la famiglia che da secoli lo produce (sette per l'esattezza) e Archea è lo studio di architettura che ha realizzato una delle più stupefacenti cantine del mondo. Lo sforzo (riuscito) dell'architetto responsabile del progetto, Marco Casamoni, è stato quello di integrare la cantina nel territorio mantenendo inalterate le quote di livello della collina sopra cui l'opera si sviluppa. Ho utilizzato il termine "sopra" ma in realtà questa enorme costruzione si sviluppa all'interno della collina con un principi di integrazione al limite delle mimesi. Due lunghissimi tagli orizzontali fanno da apertura di accesso al cuore delle cantine che si sviluppano per ben 58.000 metri quadrati di locali adibiti a vari utilizzi: un auditorium per 250 posti, sale per degustazioni, un negozio,una orciaia (un ambiente adibito alla conservazione dell'olio), una vinsanteria, una libreria un museo e gli uffici dei marchesi Antinori che dopo secoli di dimora in quel di Firenze si sposteranno a Bargino luogo in cui sorge questo complesso edificio che riduttivamente chiamano "cantina". Chi pensa comunque che la struttura sia solo un luogo di facciata si sbaglia di grosso perché il chianti lo troverà davvero perché a pieno regime vi potranno essere collocate qualcosa come 2,5 milioni di bottiglie conservate, e qui è la peculiarità dal sapore ecologico, a temperatura naturale costante che si riscontra in quegli ambienti cioè 17 gradi .Per realizzare questo gigantesco omaggio al vino sono stati impiegati 40.000 metri cubi di cemento, 3.5 milioni di chili di armature metalliche, che si sono fatti largo scavando 287.000 metri cubi di terra ricavati da circa 12 ettari di area complessiva. Il tutto per un prezzo "chiavi in mano" di circa 100 milioni di euro e circa 7 anni per la consegna. La mega-cantina in ossequio alla sua destinazione d'uso tradizionale si sviluppa all'interno della collina evitando quindi stravolgimenti paesaggistici, e anche il tetto non è solo una copertura ma un luogo dove è possibile vedere dal vivo non solo le varietà di vitigni che sono all'origine del Chianti di oggi ma anche le viti antiche quelle che magari non vengono sfruttate per la produzione di oggi ma che hanno contribuito alla evoluzione della specie e alla biodiversità.
La cantina è stata inaugurata alla fine di ottobre dando la precedenza ai 400 abitanti del comune di Bargino a cui la cantina appartiene territorialmente che a sua volta fa parte del comune di San Casciano Val di Pesa in provincia di Firenze ma sarà aperta completamente al pubblico degli enoturisti solo da febbraio del 2013.
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Fabio D'Andrea