Vettel, il più giovane di sempre

A un passo dal POKER.

E’ stato giusto così. Vettel Campione Formula1 2012 davanti a Fernando Alonso. La classifica finale racconta con giusta verità quali sono state le forze in campo in questo combattutissimo campionato del mondo. La prima a vincere è stata la Red Bull, che ha dimostrato durante tutto l’anno una supremazia e una messa a punto sempre perfetta. Il secondo a vincere è stato il suo fenomeno, quel Sebastian Vettel capace di portarsi a casa per la terza volta consecutiva il titolo iridato all’età di soli 25 anni.
Un fenomeno su una vettura fenomenale, questo è stato il binomio vincente. Ma Alonso e Ferrari ci hanno sperato fino all’ultimo, perché quei 13 punti che lo separavano dal leader prima dell’ultimo GP sul circuito brasiliano di Interlagos non erano impossibili da colmare. Una rimonta di 13 punti significa vincere e sperare che l’avversario abbia problemi e sia costretto a stare nelle retrovie, altrimenti addio rimonta. E dopo il via della gara sembrava proprio che la sorte sorridesse ad Alonso e agli uomini della Rossa, sia per la poggia ( determinante, in quanto sull’asciutto la Red Bull sarebbe stata molto più veloce della Ferrari), sia perché il Campione della Red Bull è stato tamponato da Bruno Senna e solo per un miracolo ha potuto continuare la gara. Tutto bene, quindi? Mica tanto, perché la gara di Vettel è stata costellata di problemi: pensiamo solo al dover ripartire dal 22° posto e quindi essere obbligati a una gara in rimonta su una pista veloce e molto scivolosa a causa dell’abbondante pioggia… A questo aggiungiamo anche la rottura della radio, quella che serve per le comunicazioni con i box. Nessuna informazione sulla gara, sull’avversario e nessuna possibilità di avvisare del momento del cambio gomme. Ben 11 secondi ci sono voluti, perché i meccanici non erano affatto pronti e, del resto, non avrebbero potuto esserlo, perché la squadra del pit stop non può occupare per più giri lo spazio davanti al box. Rientrato 8° dopo il pit stop, Vettel è riuscito a scavalcare il connazionale Schumacher, prima degli ultimi interminabili 10 giri. Da un lato Alonso che cerca di riprendere un Jenson Button ormai lontano, dall’altro un Vettel che potrebbe star tranquillo nella sua sesta posizione e, invece, spinge fino all’ultimo giro, forse non così certo che quella posizione sia sufficiente per il Titolo. Un errore, un solo piccolo errore e tutto il campionato avrebbe cambiato faccia. Ma alla fine è stato giusto così, è stato giusto che Alonso e la sua Ferrari, sempre più veloce sul finire di questa stagione, ci abbiano provato fino all’ultimo, è stato giusto che Vettel abbia potuto difendere la sua leadership fino all’ultimo giro, rimontando e piazzandosi sesto, per vincere il Titolo con tre lunghezze di vantaggio sul ferrarista. Rimonta tutt’altro che scontata, perché a Interlagos abbiamo assistito a uno dei GP più belli e appassionanti del 2012, con l’incidente di Vettel, il recupero, la pioggia, poi pista asciutta, poi ancora bagnato, per dare alla strategia dei cambi gomma la sua importanza. A trionfare in questo GP è Jenson Button, che quest’anno ha fatto suo il primo GP e l’ultimo, proponendosi come un agguerrito pretendente al titolo 2013. Questa sua vittoria ha anche significato la sconfitta di Alonso, secondo al traguardo con oltre 20” di distacco: se fosse riuscito a tagliare il traguardo per primo, avrebbe scalzato Vettel in campionato. Del resto è ancora vivo il ricordo del 2010, quando era Alonso in testa con 15 punti su Vettel, terzo in campionato, prima dell’ultima gara. Allora fu Alonso a non concretizzare chiudendo 7°, Vettel stravinse e si aggiudicò il suo primo titolo contro qualsiasi pronostico. Oggi la storia si ripete, con attori nei ruoli scambiati, ma lo stesso finale, Vettel Campione. 281 punti contro i 278 di Alonso: Sebastian Vettel è il più giovane pilota di sempre ad aver vinto tre titoli in Formula1. Guardando indietro a inizio anno, si possono fare alcune considerazioni. Si è parlato tanto di cosa può non aver funzionato in Casa Ferrari o di cosa si sarebbe potuto fare di più per dare ad Alonso una vettura vincente. Per prima cosa va detto che, in almeno due GP, Fernando non ha portato a casa punti per incidenti non dipendenti da lui, poi c’è l’altra questione, quella della competitività della vettura. Da metà stagione la Ferrari ha fatto vedere un potenziale molto elevato, inespresso nei primi GP dell’anno. Il problema è che, quando i campionati si decidono per 3 punti all’ultimo GP, non ci si può permettere di arrivare al via di stagione non al 110% della forma. E purtroppo Ferrari ha fatto proprio così, si è presentata al via con una vettura al 100%. Troppo poco, oggi. Non si tratta più di affinare quello che di buono c’era l’anno prima, ma di reinventare la vettura seguendo intuizioni ed istinto, cercando l’idea giusta che resti nel sottile spazio lasciato libero da un regolamento che va letto e dribblato. Chi ha osato, mettendo in campo il frutto di idee innovative, vedi Red Bull e McLaren, ha iniziato con un piccolo vantaggio. Piccolo come il margine di 3 punti dopo una stagione. Alla Ferrari è mancato solo questo, osare un po’ di più. Il 2013 è già iniziato, con i disegni degli ingegneri aeronautici e meccanici che tentano nuove vie. Siamo italiani, siamo invidiati dal mondo per l’arte, la storia, la cucina e i motori. La prossima Ferrari dovrà essere tutto questo, istinto e fantasia. Per tornare primi.

Francesca Gasperi