Facebook prevarica il face to face

E’ quasi paradossale che Facebook, il cui nome unisce le parole “viso” e “libro”, ci stia facendo perdere il contatto con la realtà, che proprio quei due termini invece rappresentano.
In particolare, sono i volti a mancarci veramente: arriviamo a conoscere una persona progressivamente più grazie ad un social network piuttosto che attraverso un incontro faccia a faccia, col risultato di penetrare in un lungo tunnel informatico in grado di inghiottire le rispettive fantasie.
Le chat sono i surrogati dei rapporti concreti: illudono di poter mentire all’infinito, per impressionare persone con le quali forse non usciremo mai; il legame rimane così imprigionato in un limbo, dentro al quale la paura reciproca di deludersi condiziona a tal punto da restare bloccati alla posizione di partenza.
Spesso rendiamo persino noti i luoghi in cui siamo, gli amici che ci accompagnano: la serata diventa dunque un rendez-vous immaginario di messaggi prestabiliti, troppo spesso convenzionali; gli stessi messaggi che troviamo sulle bacheche dei personaggi pubblici, dandoci l’impressione fasulla di condividere qualcosa finalmente anche con loro.
La politica, in questo senso, sta perdendo molto il consenso dei giovani; sono tantissimi i ragazzi che, leggendo proprio su Facebook il programma o le dichiarazioni del singolo candidato, s’ingannano di conoscerne realmente il pensiero: cosicché, al momento effettivo di prendere posizioni concrete, al momento di manifestare, preferiscono rimanere al computer scrivendo frasi d’indignazione condite da innumerevoli “mi piace”.
Le parole di circostanza, usate dagli uomini di propaganda sulle rispettive pagine personali, non sono poi tanto diverse dai discorsi preparati a tavolino nelle interviste in televisione: anche in questo caso, è ancora il rapporto visivo diretto che viene inevitabilmente a mancarci.
Del resto persino il film “The Social Network”, nato per spiegare l’invenzione di Facebook, sembra dare ragione ad un simile discorso; infatti il protagonista, nel ruolo di Mark Zuckerberg, alla fine aggiunge tra gli amici una ragazza con la quale ha avuto una relazione: ma, apatico ed alienato, nemmeno lui sembra essere conscio del prodotto che ha contribuito a creare.

Gabriele Fagioli