Non esiste persona al mondo che non abbia sentito almeno una volta il brano “O Fortuna” tratto dai Carmina Burana, il lavoro più conosciuto e apprezzato di Carl Orff .
Compositore ed educatore musicale, nacque a Monaco di Baviera il 10 luglio 1895, formandosi fin dagli inizi sulla musica e mostrando grande interesse per l’opera, soprattutto romantica. Affascinato da Debussy, compose le sue prime opere ispirate alle melodie dell’autore francese, presentate al pubblico tra il 1910 e il 1914: “Gisei. Das Opfer”, “Tanzende Faune” e i “Treibhauslieder”. Furono anni di sperimentazione e di ricerca che lo portarono alla semplificazione e alla predilezione di forme elementari, orientamento che sarà poi adottato dallo Schulwerk di Orff. Dopo il servizio militare prestato durante la prima guerra mondiale, iniziò a dedicarsi allo studio della musica antica ed, in particolare, di Claudio Monteverdi, del quale rielaborò alcuni brani, ottenendo un grande successo. Quest’autonomo percorso compositivo, estraneo al contesto musicale dell’epoca, lo portò allo studio delle sonorità monteverdiane per nuove e originali trascrizioni come l’Orpheus (1924).
Accanto all’approfondimento della musica barocca e rinascimentale, Orff dimostrò un forte interesse per la pedagogia musicale, che lo portò a fondare, insieme a Oskar Lang e Dorothee Günther, nel 1924, la Güntherschul, una scuola dedicata alla sperimentazione musicale-ritmica e alla danza. Nel giugno del 1937, Orff presentò a Francoforte i Carmina Burana , riscuotendo un grande successo e dimostrando una grande propensione per la sperimentazione musicale e testuale, con una riscoperta della lingua latina, già apprezzata nei Catulli Carmina I-II del 1930-1931. Per i Carmina Burana Orff scelse testi medievali, musicandoli con strutture ripetitive e strofiche di carattere statico ispirate al teatro rinascimentale. La potenza musicale dei brani, espressiva e contrastante, riesce ad evocare e ad alludere alle immagini dei contenuti, con un grande effetto di colore finale. Negli anni successivi Orff si dedicò alla riscrittura di Ein Sommernachtstraum, già composta in precedenza e rielaborata in più fasi. Nel 1939 Orff presentò a Monaco l’opera Der Mond, ispirata ad un mondo fiabesco (attinto dai testi dei fratelli Grimm) ricondotto alle proprie radici mitiche e musicato con ritmi e melodie attinti in parte della tradizione bavarese. Nello stesso contesto si inserisce l’opera Die Kluge (1943), ispirata alla fiaba della contadina che, risolvendo gli indovinelli, diviene sposa del re. La tragedia Die Bernauerin (1947) verte sul dramma storico recuperando il bavarese antico, mentre sei anni dopo concluse il ciclo dei Trionfi con il Trionfo di Afrodite, già includenti i Carmina Burana e i Catulli Carmina. Proseguendo ad attingere elementi dal mondo classico, Orff produsse l’Antigonae (1941-49), dalla musicalità forte, abbinata ad una declamazione che rende la parola fondamento della struttura ritmica; sulla stessa linea si pose l’Oedipus der Tyrann (1951-58), improntata sul ritmo della parola e il Prometheus desmotes (1963-67), basato sul testo di Eschilo. Al 1946-48, risale l’Astutuli, eine bairische Komödie, per il quale Orff tornò alla tradizione antica, riassunta e glorificata nel De temporum Fine Comoedia (1970-71), il sunto delle opere del compositore: si tratta di un lavoro escatologico e visionario che trae spunto da altri testi di Orff, uniti a pezzi in latino e greco. Tra il 1956 e il 1960, Orff insegnò composizione presso la Hochschule für Musik di Monaco. Dopo un fruttuoso percorso musicale, giocato tra composizione, ricerca filologica e pedagogia gestuale-musicale, Carl Orff morì a Monaco di Baviera il 29 marzo del 1982, a 82 anni.
Federica Gennari