E’ stata già ribattezzata sui giornali “La Grande Sfida”, e la febbre per il match – a meno di 24 ore di distanza – continua a crescere in maniera esponenziale.
L’evento è noto fin dall’8 Ottobre di quest’anno, grazie alla presentazione ufficiale avvenuta a Palazzo Marino, quando le atlete italiane sono apparse come le protagoniste indiscusse.
Ad affrontarsi domani, ore 16, al Forum di Assago di Milano, le nostre Sara Errani-Roberta Vinci, opposte alla coppia russo/serba Maria Sharapova e Ana Ivanovic.
L’incontro prevede due singoli e un doppio, per la durata di un unico set ciascuno: e proprio nella classifica del doppio, la Errani e la Vinci – dopo aver alzato ben otto trofei soltanto nel 2012 – si sono guadagnate la prima posizione del ranking Wta.
Le tenniste sono arrivate oggi nella capitale della moda, dove si respirava un’aria quasi divistica legata soprattutto al marchio Armani: il famoso stilista ha ospitato infatti le giocatrici all’interno della sua residenza personale, prima che fotografi ed addetti al settore circondassero le quattro campionesse.
Del resto, anche la Sharapova e la Ivanovic sono state in passato le numero 1 al mondo, spartendosi cinque titoli dello slam tra il 2004 e il 2012; non è un caso che l’anno scorso, nella finale del Roland Garros, Maria Sharapova abbia dovuto sconfiggere in finale l’azzurra Sara Errani.
Al di là però degli incroci trascorsi e futuri, dell’atmosfera glamour legata alla vigilia mondana milanese, rimane un dato significativo: l’Italia sta tornando prepotentemente ad appassionarsi al tennis, e il merito va soprattutto alle prestazioni femminili in campo internazionale.
Nel 2011, infatti, si disputò nella medesima sede un altro incontro di livello, che vedeva di fronte Francesca Schiavone-Flavia Pennetta contro le sorelle Venus e Serena Williams.
Allora furono proprio le nostre due giocatrici a trionfare, inaugurando una nuova età dell'oro della racchetta italiana: adesso, con questo risultato, ripartiamo da lì per confermare questa consapevolezza finalmente acquisita.
Gabriele Fagioli.