Nonostante non sia una delle più complete e corpose collezioni europee, la National Gallery di Londra consta di oltre 2.000 dipinti raccolti a partire dalla fondazione della struttura, il 10 maggio 1824. L’ipotesi di un museo nazionale era stata avanzata già nel secolo precedente, ma solo il decreto dell’aprile 1824 approvò l’acquisizione di un gruppo di dipinti, primo fondo della raccolta. In breve tempo, la collezione raddoppiò grazie a numerose tele provenienti da fondi privati: questo, unitamente a problematiche strutturali della sede originaria, determinarono la necessità di un trasferimento dell’esposizione e l’erezione di una nuova sede (1832) in Trafalgar Square. L’attuale edificio fu progettato da William Wilkins e fu considerato sin dagli inizi inadatto, a causa dei ristretti e inadeguati spazi espositivi: a tal proposito furono avviati i primi lavori di ampliamento negli anni Sessanta dell’Ottocento, nonostante fosse stata proposta da alcuni la completa riprogettazione dell’edificio. Nuovi lavori furono compiuti entro la prima metà del Novecento con la conclusione dei Saloni Barry e altri interventi, protrattisi sino a tempi recenti (Ala Sainsbury e nuovo ingresso). Relativamente alla raccolta, per diversi decenni il corpus posseduto dalla National Gallery constò prevalentemente di opere riconducibili al Rinascimento italiano, integrate successivamente con tele dei maestri del Quattrocento: questa politica conservatrice operata dalla direzione del museo subì una svolta attorno al 1918, quando il fondo Lane integrò per primo la collezione con pezzi impressionisti, succeduto poi da ulteriori opere ottocentesche. Il sostegno economico e le donazioni dei privati contribuirono ulteriormente all’accrescimento della collezione con rilevanti acquisizioni pittoriche. L’eccezionale corpus di opere del Cinquecento e Seicento italiano posseduto dalla galleria consta di opere di Giovanni Bellini, quali l’Orazione nell’orto e la Madonna del Prato, di Caravaggio, con l’intima Cena di Emmaus e la Salomé con la testa del Battista, di Correggio, quali l’Ecce Homo e la Madonna della Cesta, di Giogione (Il tramonto), oltre a numerose tele del maestro Raffaello, quali la Madonna dei Garofani, il Ritratto di Papa Giulio II, Santa Caterina d’Alessandria e la Madonna Mackintosh. Altri notevoli maestri della pittura italiana del periodo sono esposti nelle sale del museo londinese: Annibale Carracci (Domine, quo vadis?), Parmigianino (Visione di San Girolamo, Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria), Pinturicchio (Ritorno di Ulisse), il grande Tiziano (Noli me tangere, Bacco e Arianna, Sacra famiglia e altre opere), Pontormo (Giuseppe in Egitto, Supplizio del fornaio) e Tintoretto (Origine della via lattea).
Numerosissime le tele del Quattrocento italiano, con esempi del Verrocchio, Piero del Pollaiolo (Apollo e Dafne), Antonello da Messina (Salvator Mundi, Crocefissione, San Girolamo nello studio), gentile da Fabriano (Madonna con bambino), Pisanello, Piero della Francesca (Natività, Battesimo di Cristo), Sandro Botticelli (Natività Mistica, Venere e Marte), Giotto (Pentecoste), Leonardo (Vergine delle rocce), Piero di Cosimo (Morte di Procri ), Mantegna (Orazione nell’orto, Madonna con bambino) e Michelangelo (Sepoltura di Cristo, Madonna Manchester).
Da menzionare inoltre la presenza di ulteriori importanti artisti, grandi rappresentanti della pittura rinascimentale (e precedente) quali Beato Angelico, Lorenzo Lotto, Perugino, Sebastiano dal Piombo, Jacopo Bellini, Paolo Uccello, Filippo Lippi, Domenico Veneziano, Masaccio e Luca Signorelli. Acquisizioni più recenti hanno accorpato al fondo le opere impressioniste di Renoir (Gli ombrelli, Il canottaggio) e Degas (Mademoiselle La La -Circo Fernando-, L’acconciatura, Giovani Spartane), oltre alle pressoché contemporanee opere di Seurat (Une baignade à Asnières , Le modelle), Millet (Il vagliatore) e Rousseau (Sorpresa!). Dalla Scuola inglese e spagnola derivano le opere di William Turner (Pioggia, vapore, velocità, Il molo di Calais, La valorosa Téméraire), John Constable (La cattedrale di Salisbury, Il campo di grano), Francisco Goya (La lampada del diavolo), Diego Velázquez (Venere e Cupido, Filippo IV) ed El Greco (Laooconte). Altrettanto fornita la sezione fiamminga-olandese e tedesca, con artisti del calibro di Van Gogh (Campo di grano con cipressi, Vaso di girasoli ), Rembrandt (Donna al bagno, Cristo e l’adultera e Festino di Baldassarre), Rubens (Il castello di Steen, Sansone e Dalila), Vermeer (Donna alla spinetta), Van Eyck (Ritratto dei coniugi Arnolfini ), Bosch e Dürer (San Girolamo penitente). In sostanza, la National Gallery londinese, nonostante non possa godere delle monumentali collezioni dei paralleli europei, riesce comunque a godere di opere di eccezionale valore, di capolavori unici, offrendo al pubblico il privilegio di una visita gratuita.
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Federica Gennari