7 psicopatici è un film di Martin McDonagh anzi per l'esattezza il secondo film dopo quello presentato al Sundance Festival nel 2008 "In Bruges" che determino il successo di questo quarantaduenne regista e commediografo inglese. Il soggetto dell'ultimo film presenta diverse analogie con il precedente, tanto per cominciare, ne" In Bruges"si parla di psicopatici :su due killer (gente quindi che non è decisamente a posto con la testa) che si trovano coinvolti in un omicidio sbagliato dove per errore un bambino viene ucciso. Anche nel film 7 psicopatici si parla di killer e di errori ,solo che questa volta l'errore è stato il rapimento di cagnolino alla persona sbagliata ossia uno spietato killer disposto a uccidere pur di rientrarne in possesso. Fin qui potrebbe sembrare tutto "normale" se non fosse che nel film si parla della realizzazione di un film un metafilm insomma il cui sceneggiatore e protagonista di tutta la intricata vicenda è ancora una volta Colin Farrel (altro punto di contatto con "In Bruges").In poche parole Farrell (Marty) è uno scenografo a corto di idee. Si è venduto come già ultimata una storia che in realtà non ha mai scritto avendo in testa solo una bozza che è la storia di 7 psicopatici. Il migliore amico di Marty, Billy,decide di aiutarlo a realizzare la sceneggiatura e ha una idea ;fornire materiale di prima mano andando a reperire sette persone disturbate mentalmente e ci riesce in due modi: il primo è un annuncio sul giornale tipo "cercasi psicopatici" il secondo è il coinvolgimento in un intrigo pericolosissimo con un boss sanguinario (Woody Harrelson) che darà la caccia a tutti e due. Quando si vede questo film si rimane interdetti. Non è chiaro se si tratta di una semplice satira sulla black commedy americana o una rivisitazione intellettuale di tarantino e del genere splatter. Ad incrementare la liquidità interpretativa del tutto contribuisce in maniera determinante il mai abbastanza apprezzato Cristopher Walken che giganteggia nel film con la sua interpretazione raffinata e al surreale nello stesso tempo. Tra i sette "disturbati" annotiamo un cameo di Tom Waits che con infantile sincerità accarezza un candido coniglietto confessando al tempo stesso di essere stato un killer di killer. La brutale verosimiglianza delle scene fatte spesso di squartamenti teste esplose sparatorie e sangue in molte declinazioni, cozza con la bellezza della colonna sonora e la gentilezza dei modi dei personaggi creando un corto circuito nello spettatore che viene cosi continuamente coinvolto e respinto dalla storia. Molto interessante.
Emanuele Fantoni