Il freddo è oggi l’ elemento principe di conservazione dei cibi ma nel passato le cose andavano diversamente. Il cibo per essere conservato doveva essere essiccato, messo in salamoia o affumicato, tutti procedimenti che potevano andare bene per alcuni alimenti tipo la carne o il pesce, ma non per la frutta la verdura .La storia della refrigerazione o meglio della conservazione del cibo attraverso il freddo è lunga. Ci basti pensare che fino al secolo scorso la ghiacciaia era lo strumento più comune per la conservazione degli alimenti. In pratica si usavano per lo più dei contenitori di acciaio dentro cui si poneva magari della paglia come isolante, ma la materia prima, cioè il ghiaccio, doveva essere reperita naturalmente dopo una nevicata o magari in qualche grotta gelida. Un procedimento grossolano e costoso che rendeva il freddo appannaggio di pochi fortunati. Il primo a brevettare una macchina pe ril ghiaccio è l’americano John Gorrie nel 1851 ma la macchina non era molto efficiente. Il primo a mettersi sulla strada giusta è nel 1859 il francese Ferdinand Carré che tira fuori un refrigeratore basato sull’utilizzo dell’ammoniaca .Questa sostanza si trasforma in calore attraverso la compressione e successivamente si condensa raffreddandosi e raffredda quindi ciò che la circonda. Peccato però che l’ammonica sia corrosiva, non adatta quindi a lunghe permanenze in un circuito oltreché pericolosa. Nel 1876 fu installato il primo frigorifero su una nave, che trasportò in Francia un carico di carne proveniente dall’ Argentina. La tecnica venne poi estesa ai vagoni ferroviari, Il primo frigorifero domestico ( a proposito per chi non lo sapesse la parola frigorifero deriva dal latino” frigus” freddo e “fero”, porto) arrivò nel 1913. Funzionava ad ammoniaca che poi, circa sedici anni dopo, essendo tossica, venne sostituita dal freon che rimase in uso fino alla fine degli anni ottanta quando si scoprì che questo gas bucava l’atmosfera. A parte tutte le applicazioni extralimentari che derivarono dalla introduzione del freddo artificiale, come ad esempio l’aria condizionata o l’uso del ghiaccio per il trattamento delle contusioni, la grande innovazione nei costumi alimentari dell’uomo fu la delocalizzazione degli alimenti. Per la prima volta nella storia era possibile mangiare qualcosa che proveniva da un altro paese. Oggi in realtà stiamo assistendo al processo inverso, cioè alla accentuazione del consumo localizzato per evitare un costo eccessivo del prodotto alimentare. La conservazione del cibo portò nelle famiglie un nuovo concetto di consumo alimentare fatto di programmazione anziché di consumo istantaneo per evitare il deperimento. Anche l’ottimizzazione delle scorte è stata una positiva conseguenza del freddo a domicilio, alimenti fondamentali come il burro potevano essere per la prima volta conservati a distanza di giorni. I vantaggi insomma sono stati immensi anche se abbiamo comunque dovuto pagare un piccolo prezzo . La freschezza “obbligata” costringeva la gente a consumare sempre alimenti freschi, appena fatti, e questo a ben pensarci non era poi così negativo rispetto alla tendenza odierna al consumo differito.
Fabio D’Andrea