Nello stesso giorno dell’alluvione di Venezia, come in gran parte di nord Italia, ci fu un’alluvione anche a Firenze, ma con conseguenze molto più gravi per i danneggiamenti al patrimonio artistico e culturale.
Gli ultimi giorni di ottobre e i primi del novembre 1966 vi erano stati violente ed intense piogge, interrotte solo il 1 novembre da brevi schiarite . Le piogge erano aumentate nella giornata del 3 novembre ma si pensava che fosse un “classico d’autunno”, e i cittadini erano più impegnati a prepararsi a trascorrere in casa il 4 novembre, anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, allora festa nazionale.
Fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, causata dallo straripamenti del fiume Arno nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966 per un’eccezionale ondata di maltempo che causò molti danni non solo a Firenze, ma anche a Pisa, in gran parte della Toscana e in tutto il resto del Paese.
Un contesto dove l’immortalità dell’arte è stato reso vulnerabile e danneggiato dall’acqua dell’Arno, come nel caso del Crocifisso di Santa Croce, opera di Cimabue (Firenze, 5 o 19 settembre 1240 circa – Pisa, 24 gennaio 1302), della quale gran parte della superficie dipinta si staccò irrimediabilmente e ormai è possibile solo ammirate le vecchie fotografie, nonostante col passare degli anni l’opera sia stata sottoposta ad accurati restauri, attualmente, purtroppo, appare perduta ad amplissime porzioni.
Diversamente da quello che si pensa, l’alluvione non colpì solo il centro storico, ma l’intera città, comuni e provincia. Alcuni comuni periferici come Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Lastra a Signa e Signa strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e tutti i torrenti e fossi minori compromettendo le varie cittadine a valle di Firenze, come Empoli e Pontedera.
Dopo l’alluvione, le campagne rimasero sott’acqua per giorni, e molti comuni minori rimasero isolati. Sempre in Toscana una devastante alluvione causò lo straripamento del fiume Ombrone, colpendo gran parte di Maremma e sommergendo completamente la città di Grosseto.
Nello stesso , altre zone d’Italia vennero devastate dallo straripamento dei fiumi, come i fiumi del Veneto, il Piave, il Brenta e il Livenza. Ampie zone del Polesine furono allagate portando anche all’alluvione di Venezia; in Friuli lo straripamento del Tagliamento coinvolse ampie zone e comuni del basso, come Latisana. Mentre in Trentino la città di Trento fu alluvionata pesantemente dallo straripamento dell’Adige.
Francesca Ombroni