Per un attore il viso conta moltissimo e se valutiamo nel complesso le fattezze di John Malvovich ci rendiamo subito conto che nella sua carriera non è stato un caso l’aver interpretato quasi sempre personaggi poco raccomandabili. Malcovich nasce in Illinois il 9 dicembre del 1953 da una famiglia di letterati (suo padre è un editore e sua madre una giornalista) è un ragazzino che trova nella musica uno dei suoi passatempi preferiti che lo aiuteranno più tardi da ragazzo a guadagnare qualche soldo. All’inizio pensa di seguire le orme di famiglia iscrivendosi a Scienze Ambientali (sua madre era molto attiva in campo ambientalista) ma poi vira verso la recitazione andando a studiare recitazione all’università dell’Illinois.
In questo periodo giovanile fonda la Steppenwolf Theater Company una compagnia teatrale con cui collaborerà sempre anche dopo aver raggiunto il successo che arriva quando esordisce a Broadway nel 1984 accanto ad un mostro sacro del cinema Dustin Hoffman nell’opera Morte di un commesso viaggiatore che verrà poi trasposta in versione televisiva. Ed è proprio la versione televisiva che gli fa vincere un Emmy Award in pratica l’oscar della televisione facendogli raggiungere la notorietà. In apertura accennavo al fatto che Malcovich ha sempre interpretato parti da “cattivo” e il cattivo più cattivo che ricordi nonché, a mio avviso, la sua migliore interpretazione, risale al film diretto da Stephen Frears : Le relazioni pericolose. Li interpreta il malvagio visconte di Valmont che fa innamorare la povera madame de Tourveil (Michelle Pfeiffer) solo per una scommessa con la perfida Marchesa de Merteuil .La cronaca ci impone di ricordare che Malcovich e la Pfeiffer una relazione in quella circostanza la ebbero davvero e a lui costò la separazione dalla moglie. Anche in altri film come “Il gioco di Ripley” “Nel centro del mirino” ” I miserabili” non è mai buono, anzi in questo ruolo gioca bene con una recitazione sempre sommessa e vagamente ironica che conferisce al personaggio una sibilante cattiveria che inquieta lo spettatore. Su questo attore poi è stato realizzato anche un film “Essere John Malcovich” molto complesso in cui per misteriosi motivi le persone potevano essere Malcovich, attraverso un passaggio segreto magico scoperto per caso dietro un armadio di un banale ufficio americano. Un inno al culto della personalità per questo istrionico attore che nel corso della sua carriera di dedicherà molto anche al teatro , la sua prima passione ma anche alla regia e alla sceneggiatura e alla produzione. Poi quando pensi di sapere tutto su di lui ecco l’istrione che ti spiazza. Come? facendo lo stilista. Si, negli ultimi anni tutto ciò che non ti aspetteresti mai da un attore come lui si concretizza nella creazione di una linea di moda disegnata da lui e realizzata interamente in Italia.Uno stile che contempla giacche e pantaloni fatti di tessuti leggerissimi e camicie con fantasie colorate dai colori tenui e naturali. Come riesce a comporre una attività di questo tipo? Semplice, per lui la creazione di un capo di moda è una forma di espressione. Discorso chiuso quindi ma forse una chiave interpretativa dell’uomo Malcovich ce la fornisce citando un battuta tratta dal film “Il gioco di Ripley” e che lui stesso ha scritto: «La sola cosa che so è che si rinasce in continuazione».
Emanuele Fantoni