La famiglia dei Gonzaga rappresenta una delle famiglie nobili più importanti della storia italiana. Politici, possidenti, mecenati: i membri di questo casato si sono imposti, nel corso della storia, per un fondamentale ruolo politico-culturale, stimolato anzitutto dal ramo principale, i Gonzaga di Mantova. Il nome della famiglia deriva dalla località di Gonzaga, territorio del quale venne investito Filippo Corradi (XII sec.), che assunse così il nome di “Corradi da Gonzaga”. Nella prima metà del Trecento venne poi abbandonato il cognome a favore dell’uso esclusivo dell’appellativo “Gonzaga”. Attualmente, la famiglia presenta notevoli diramazioni, dovute ai molteplici matrimoni, tra i quali si annovera quello tra Eleonora Gonzaga e Ferdinando II (1622), evento che legò i Gonzaga alla casata d’Asburgo. Il ramo dei Gongaza che maggiormente ebbe influenza sulla storia politica italiana fu quello mantovano, derivato dalla linea dei Corradi che, nel 1328, assunsero il governo della città, sostituendosi al dominio di Rinaldo Bonacolsi, con l’aiuto di Cangrande I. Da quel momento, sotto il dominio di Luigi Gonzaga, la famiglia si radicò a Mantova garantendo il controllo politico prima sotto forma di capitanato (capitano del popolo), poi con il marchesato, istituito nel 1433 con Gian Francesco Gonzaga, e sugellato dall’imperatore Sigismondo. Durante il marchesato (che vide succedersi Ludovico III, Federico I, Francesco II e Federico II, fino al 1530), la famiglia si aprì al mecenatismo culturale ed artistico, coinvolgendo artisti come Andrea Mantegna e dando il via ad un’intensa stagione costruttiva e decorativa. La mutazione del titolo di marchesi in carica ducale, avvenuta nel 1530 durante il governo di Federico II, ad opera di Carlo V, non fece altro che consolidare il potere di questa grande famiglia che mantenne pieno il controllo sul ducato mantovano fino a Vincenzo II (1627), dopo il quale il ramo famigliare principale si estinse, lasciando il titolo al ramo francese Gonzaga-Nevers (fino al 1707). Accanto alla carica ducale, i Gonzaga assunsero anche il titolo di marchesi (poi duchi) del Monferrato, titolo riconosciuto dall’imperatore Carlo V a Federico II. Il passaggio del ducato al ramo francese Nevers fu anticipato da un lento declino, aggravato dalla Guerra di successione apertasi alla morte di Vincenzo II, che portò il potere al ramo Gonzaga-Nevers (Carlo I, Carlo II e Ferdinando Carlo). I Gonzaga ottennero inoltre il Ducato di Rethel (1565), il Ducato di Mayenne (1621) e il Principato di Arches (1608). La decadenza che già aveva colpito la famiglia non potè che aggravarsi: Mantova subì il sacco dei lanzichenecchi (1629), la peste e abbandonò il mecenatismo culturale, ormai ridotta in miseria. Espulso l’ultimo duca Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nerves, si chiuse la gloriosa parabola dei Gonzaga di Mantova, lasciando spazio al nuovo governo del Ducato di Savoia (1708), al quale Mantova venne annessa. Il declino fu in larga parte causato dalla dispendiosa vita di corte e dalle onerose imprese militari, che costrinsero i duchi ad imporre un maggior carico fiscale e a cedere una parte dei territori di propria pertinenza. La diminuzione delle rendite e la parallela cessione dei beni ducali, compresa la collezione di opere d’arte, raccolta grazie allo storico mecenatismo della famiglia, non fecero altro che acuire una situazione già grave, ulteriormente appesantita dalla guerra di successione che portò il ducato in mano al ramo Gonzaga-Nevers. Sotto il segno della nuova dinastia, il ducato gonzaghesco visse uno dei periodi più negativi, sia sotto il profilo economico che politico, chiudendo nel 1708 la parabola storica della famiglia mantovana con l’ultimo duca, Ferdinando Carlo. Nonostante la decadenza compiutasi nel corso del Seicento, la gloriosa storia dei Gonzaga, durata oltre 400 anni, si è potuta consolidare grazie all’abile politica attuata non solo nei confronti dei territori confinanti, garantendo uno stabile equilibrio di forze, ma anche con le principali corti europee, presso le quali spesso si recavano gli ambasciatori gonzagheschi. I grandi possedimenti territoriali permisero inoltre una grande rendita agricola, in grado di offrire notevoli quantità di merci per gli scambi commerciali con la vicina Venezia: l’effetto immediato fu l’accrescimento della ricchezza e della popolazione locale, elementi che portarono la corte dei Gonzaga ad una nuova rilevanza nel contesto politico e culturale dell’epoca. La ricchezza accumulata dalla famiglia, infatti, fu impiegata in diverse occasioni per il coinvolgimento di importanti artisti contemporanei e per l’acquisto di numerose opere d’arte (raccogliendo quasi 2.000 opere), esposte in Palazzo Ducale, sede della famiglia. Il più celebre esempio di mecenatismo gonzaghesco si ebbe con Ludovico III (1412-1478), che incaricò Andrea Mantegna di decorare la celebre Camera degli Sposi e chiamò a Mantova Leon Battista Alberti. Non trascurabili, inoltre, furono le fortunate campagne militari condotte dai Gonzaga che portarono all’ampliamento dei territori di pertinenza. Gianfrancesco Gonzaga (1395-1444), primo marchese, combattè per Venezia e Milano, ottenendo in cambio nuovi domini da annettere al marchesato (Asola, Viadana, Rivarolo, Sabbioneta, Vescovato, etc..). Combinò inoltre il fidanzamento tra il figlio Ludovico e Barbara di Brandeburgo, nipote dell’imperatore Sigismondo. Ludovico III (1412-1478), proseguendo la politica del padre, combattè per Milano e Venezia ma fu costretto a rinunciare ai nuovi possedimenti annessi. La vicinanza a importanti cariche ecclesiastiche, tra le quali alcune derivate proprio dalla famiglia stessa, e un’attenta politica matrimoniale, non fecero che consolidare, infine, il potere gonzaghesco, rinsaldando i rapporti con le più importanti famiglie nobili dell’epoca. Il rapporto con la corte papale valse a Francesco II (1466-1519), sposo di Isabella d’Este, il ruolo di luogotenente dell’esercito pontificio sotto papa Giulio II, oltre che di capitano della Repubblica di Venezia (1489-98). Dopo una dura sconfitta inferta dai veneziani, ricoprì inoltre l’incarico di Capitano Generale delle truppe venete. Grazie a fortunati matrimoni e divisioni dal ramo principale mantovano che alcuni rami minori della famiglia riuscirono nel tempo a sopravvivere dando vita a importanti regni secondari: i Gonzaga di Novellara e Bagnolo (derivati da Feltrino Gonzaga, 1351), i Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo (da Gianfrancesco Gonzaga, 1521. Il dominio di questa famiglia si estese a Ostiano, Rivarolo, Sabbioneta, Bozzolo e Rodigo, fino al passaggio del ducato, sul finire del Seicento, agli spagnoli), i Gonzaga di Guastalla, i Gonzaga di Luzzara (da Rodolfo Gonzaga, figlio di Ludovico III. La famiglia governava i territori di Luzzara, Castiglione e Castel Goffredo) e i Gonzaga di Vescovado (discendenti da Gianfrancesco Gonzaga, sono ancora viventi e detengono diversi titoli, tra i quali quello di marchese, patrizio veneto e conte di Villanova), oltre ad ulteriori linee minori, alle quali si affiancano le numerose famiglie che annoverno l’appellativo Gonzaga per concessione (come i Bevilacqua-Gonzaga o i Valenti-Gonzaga) o per matrimonio (Catalano-Gonzaga o Gonzaga-Colonna). All’interno della grande linea Gonzaga si annoverano numerosi personaggi di rilievo storico, tra i quali diverse cariche vescovili (Beato Alberto Gonzaga vescovo di Ivrea nel 1288, Ludovico vescovo di Mantova nel 1483, Giulio Cesare patriarca di Alessandria d’Egitto etc..) e cardinalizie (Francesco nel 1461, Sigismondo nel 1525, Scipione nel 1587, Ferdinando nel 1607, etc..), oltre ad alcuni santi (ad es. Luigi Gonzaga, santificato nel 1605). Oltre ai personaggi già citati, tra più validi politici, condottieri e uomini di cultura della famiglia si ricordano:
⁃ Francesco I (1366-1407), si legò in prime nozze ai Visconti e in seconde nozze ai Malatesta. Il successivo avvicinamento a Venezia gli costò l’alleanza con i Visconti, contro i quali combattè nella battaglia di Governolo (1397), per poi tornarne a favore, battendosi nella battaglia di Casalecchio (1402). Come committente, fece erigere il Castello di San Giorgio, il Santuario di Santa Maria delle Grazie, il campanile di Sant’Andrea e la Cattedrale di San Pietro.
⁃ Federico II (1500-1540), primo duce di Mantova e capitano della Chiesa sotto Papa Leone X. Sposò l’erede del marchesato del Monferrato, che così passò sotto il governo dei Gonzaga. Incaricò Giulio Romano della realizzazione di Palazzo Te.
⁃ Vincenzo I (1562-1612), grande estimatore d’arte, fu committente di palazzi e prestigiose residenze private. Portò inoltre alla corte mantovana Pieter Paul Rubens. Sotto il profilo politico, condusse alcune campagne militari infelicemente risoltesi.
Federica Gennari