Cremona, una città da scoprire tra Perugino, Stradivari e Mina

Protesi verso il sogno di luoghi esotici e lontani, spesso ci dimentichiamo di conoscere e scoprire il nostro territorio, che spesso si rivela denso di dettagli e di piccoli tesori inesplorati. Cremona, rientra nel caso: una piccola città della Pianura Padana, simbolo del torrone e…che altro? Di tanto altro. Cremona ha dato i natali ad Antonio Stradivari, il più famoso liutaio al mondo, ad Ugo Tognazzi, genio della commedia italiana, a prof.ssa Mina Gregori, famosa storica d’arte, al compositore Claudio Monteverdi, alla straordinaria voce di Mina. Il legame con l’arte, in tutte le sue forme, dalla musica alla pittura, sembra inscindibile per la città, che si afferma, sotto forma di comune, in età medievale. Le vestigia di quest’epoca sono raccolte nel centro storico, nella scenografica e monumentale piazza del Comune che accoglie i simboli del potere politico, con il Palazzo Comunale, e del potere religioso, con la poderosa Cattedrale romanica di Santa Maria Assunta (1117) e l’ottagonale Battistero di San Giovanni Battista (1167). Nella Cattedrale possiamo rimirare opere del Pordenone e, all’esterno, interessanti bassorilievi romanici rappresentanti il ciclo dei Mesi e i Profeti, secondo la tradizione medievale. Accanto al Duomo si erge svettante il celebre Torrazzo, simbolo della città, nato come torre civica e trasformato, agli inizi del Trecento, in torre campanaria: 487 scalini valgono ben il panorama che dall’alto della struttura si può ammirare. Nel cuore storico della città si trova inoltre la Loggia dei Militi, nata nel 1292 quale luogo di raccolta dei membri della Società dei Militi, la nobiltà cittadina: esempio di architettua gotico-lombarda, ospita una statua di Ercole, leggendario fondatore di Cremona. Al di fuori dell’area, si trovano inoltre il Palazzo Cittanova (1265), antica sede dei populares, anch’esso risalente al periodo medievale. Tra i più interessanti edifici religiosi dell’area urbana, si segnalano: la Chiesa di San Michele Vetere (cattedrale dal 1124 al 1190), tradizionalmente considerata di origine longobarda ma di aspetto romanico, la Chiesa di San Sigismondo, l’edificio religioso più importante dopo la cattedrale, decorato con gli affreschi di Antonio Campi, e la Chiesa di Sant’Agostino, presso la quale è conservata una bellissima opera del Perugino, ovvero la Madonna con bambino in trono con Giovanni Evangelista e Agostino, del 1494. Mirabile esempio rinascimentale è la Chiesa di Santa Margherita e Pelagia, opera di M. G. Vida (1547), decorata con affreschi di Antonio e Giulio Campi; alla Chiesa di Sant’Abbondio lavorarono invece G.B. Trotti e il Sammarchini. Nella rete dei musei cittadini si segnala il Museo Civico Ala Ponzone che vanta un’eccezionale raccolta di reperti archeologici e oltre 23.000 monete. La sezione archeologica, sistemata nella bellissima cornice della basilica romanica di San Lorenzo, presenta tre aree tematiche: l’edilizia pubblica, con i resti di un antico teatro, lo spazio privato, che conserva i resti di abitazioni private e le necropoli, consistente in pezzi strutturali e parti di corredi funerari. Non si contano, in aggiunta, gli esempi di terrecotte, vasi, statue e decorazioni esposte, sempre derivate dagli schavi archeologici cittadini. La pinacoteca dei Musei Civici permette un esauriente excursus sull’evoluzione della pittura cremonese, al quale si sommano le due tele firmate Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio. Nel percorso è inclusa anche la Sala dei Violini, in onore di Antonio Stradivari, presso la quale è conservato il cosiddetto “Cremonese”, costruito nel 1715 dal liutaio stesso. Per approfondire la figura di Stradivari è necessario concedersi una visita al Museo Stradivari, nato dalla raccolta di forme, modelli e attrezzi utilizzati dal celebre liutaio cremonese e da altri colleghi locali. Sono presenti modelli di viole, violini e violoncelli per una completa scoperta della vocazione culturale e musicale della città, nata con la scuola liutaia cremonese, attiva tra la prima metà del Cinquecento e la prima metà del Settecento.
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Federica Gennari