Visto che abbiamo deciso di passare il Natale in Piemonte e precisamente sulle colline delle Langhe, faremo in modo di abbinare alle portate del nostro pranzo luculliano dei vini locali, tanto più che siamo in una delle zone al mondo in cui la vite ha deciso di esprimersi al meglio delle proprie possibilità.
Per il brindisi iniziale decidiamo di stappare un Alta Langa DOCG Rosato, un elegante spumante del territorio, fresco e di buona struttura, dai profumi di fiori e crosta di pane. Per le loro caratteristiche, queste bollicine andranno benissimo sotto tutti gli antipasti, grazie alla capacità che hanno di pulire la bocca dopo ogni singolo boccone e di preparare il palato per un nuovo assaggio. Per chi preferisse un vino fermo, anche una bella Barbera d’Alba DOC, con la sua gradevole acidità e il corpo deciso ma mai ingombrante può accompagnare con disinvoltura l’inizio del pasto.
Con i primi, ci si potrà sbizzarrire, a seconda del condimento con cui è stata preparata la pasta. Se se è optato per burro e salvia, sia con i tajarin che con gli agnolotti potrà andare benissimo un Roero Arneis DOCG, morbido e profumato, ma con una giusta freschezza e sapidità, che permettono di bilanciare l’untuosità dei piatti. Se invece i sughi scelti sono a base di carne si potrà scegliere un Dolcetto di Dogliani DOCG, mentre, con il sugo d’arrosto o, addirittura, i tartufi, potremo virare verso uno dei vini più nobili del territorio, un Barbaresco DOCG, che con la sua gamma di sentori e la sua ricchezza gustativa, riesce a esaltare l’aroma delle portate scelte, senza dover dominare per forza la scena.
Con i secondi, vista la caratteristica grassezza sia del bollito che del fritto misto, potremo scegliere una bottiglia che riesca a fare da contraltare ad entrambi i piatti, riuscendo a pulire la bocca e invogliando ad assaggiare un altro boccone: una Barbera d’Asti DOCG Frizzante o una Freisa d’Asti DOC, sempre frizzante, presentano le qualità adatte per accompagnare a dovere queste due portate.
Con i formaggi più freschi sarà invece il caso di scegliere un vino profumato e di medio corpo, come il Ruché di Castagnole Monferrato DOCG, mentre con quelli più forti e stagionati si potrà finalmente bere un bicchiere di Barolo DOCG, il vero re di queste terre, corposo e allo stesso tempo estremamente elegante, ruvido come sanno essere i piemontesi, eppure in grado di avvolgere il palato e di svelarsi suadente e avvolgente. Insomma, il vino giusto per chi vuole finire in bellezza a questo punto, senza continuare con i dolci, e sorseggiare il proprio vino senza fretta.
Per coloro che invece non vogliono proprio rinunciare alla tradizione e vogliono arrivare a tutti i costi alla fine del pranzo, non si potrà che stappare un’altra bottiglia di bollicine, questa volta dolci però, per accompagnare con il dovuto accostamento il momento dei dessert. La scelta giusta dovrà ricadere su un Asti Spumante DOCG, brioso e leggero, dai profumi floreali e di frutta bianca, ideale soprattutto sulla torta di nocciole, di cui sa esaltare ogni minima caratteristica. E poi non si potrebbe chiudere un pranzo di Natale senza la dovuta dose di effervescenza!