Rene Magritte

Gli aforismi di René Magritte

Rene Magritte
Rene Magritte

René René, all’anagrafe François Ghislain Magritte (Lessines, 21 novembre 1898 – Bruxelles, 15 agosto 1967) è stato un pittore surrealista belga.

Dopo suoi iniziali interessi verso cubismo e al futurismo, il suo stile s’incentrò su una tecnica raffigurativa accuratissima basata sul trompe l’oeil, alla pari di Salvador Dalí e di Paul Delvaux (Antheit, 23 settembre 1897 – Furnes, 20 luglio 1994), ma senza il ricorso alla simbologia di tipo paranoide del primo o di tipo erotico-anticheggiante del secondo.

Soprannominato come “le saboteur tranquille” per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, non avvicina il reale per interpretarlo, né per ritrarlo, ma per mostrarne il mistero indefinibile”. La sua intenzione è alludere al tutto come mistero e non definirlo.

 

 

Alcuni dei suoi aforismi:

 

  • Ogni epoca ha una sua coscienza propria che le altre epoche non sanno assimilare.
  • Essere surrealista significa bandire dalla mente il già visto e ricercare il non visto.
  • Ogni uomo ha diritto a 24 ore di libertà al giorno – Tout homme a droit à 24 heures de liberté par jour.
  • La mente ama l’ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.
  • Tutto nelle mie opere nasce dal sentimento e dalla consapevolezza che noi apparteniamo a un universo enigmatico.
  • La parola “Dio” non ha senso per me, ma io la restituisco al mistero, non al nulla.
  • La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.
  • I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare.
  • La libertà è la possibilità d’essere e non l’obbligo d’essere.
  • Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.
  • La poesia non ha nulla a che fare con la versificazione. Consiste in ciò che si trova nel mondo, al di qua di quanto ci è permesso di osservare.
  • Io cerco di trasformare in materia l’insensibile.
  • Io utilizzo la pittura per rendere visibile il pensiero.
  • L’arte di dipingere è l’arte di pensare.
  • Il valore reale dell’arte è in funzione del suo potere di rivelazione liberatrice.
  • Il mio solo desiderio è di arricchirmi di nuovi pensieri esaltanti.
  • Ed è così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo d’una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi.
  • Si possono creare nuovi rapporti tra le parole e gli oggetti, e precisare alcune caratteristiche del linguaggio e degli oggetti generalmente ignorate nella vita quotidiana.
  • Un oggetto non svolge mai la stessa funzione del nome o della sua immagine.
  • Chi oserebbe pretendere che l’immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa.
  • La poesia è una pipa.
  • La poesia scritta è invisibile, la poesia dipinta ha una apparenza visibile.
  • Ho visto La Galleria degli Uffizi a Firenze, non è male, ma è meglio in una guida illustrata.
  • Detesto il mio passato e quello degli altri. Detesto la rassegnazione, la pazienza, l’eroismo di professione e tutti quei bei sentimenti obbligatori.
  • Detesto le arti decorative, il folklore, la pubblicità, la voce degli speakers, l’aerodinamica, i boy-scouts, l’odore della nafta, l’attualità e le persone ubriache. Amo l’umore sovversivo, i segni di rossore, le ginocchia, i lunghi capelli delle donne, il riso dei giovani bambini in libertà, una giovane fanciulla che corre per strada.
  • I titoli dei quadri non sono spiegazioni e i quadri non sono illustrazioni.
  • Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c’è un momento, un punto, in cui anch’egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia.
  • Non credo che l’uomo decida nulla, né il futuro né il presente dell’umanità. Penso che noi siamo responsabili dell’universo, ma questo non significa che decidiamo qualcosa.
  • La domanda “Chi siamo?” riceve una risposta deludente nel mondo in cui dobbiamo vivere. In effetti, siamo solo sudditi del cosiddetto mondo civile, dove intelligenza, bassezza, eroismo e stupidità convivono perfettamente bene e vengono spinti in primo piano a fasi alterne.
  • Nessuna persona sensata crede che la psicoanalisi potrebbe chiarire il mistero del mondo. La natura del mistero è tale da annichilire la curiosità. La psicoanalisi non ha nulla da dire neppure sulle opere d’arte che evocano il mistero del mondo. Forse la psicanalisi è il miglior soggetto da trattare per mezzo della psicoanalisi stessa.
  • L’arte, come la concepisco io, è refrattaria alla psicoanalisi: evoca il mistero senza quale il mondo non esisterebbe, ossia il mistero che non si deve confondere con una sorta di problema
  • Una descrizione esatta esclude la bizzarria, il lirismo delicato o violento. Uno stile risentito potrebbe solo toglierle precisione e ricchezza.
  • La natura del mistero è tale da annichilire la curiosità.
  • Il mio unico desiderio quello di sentire il silenzio del mondo.