L’ ITALIA DELLA DEMOCRAZIA

“La democrazia è una illusione per i deboli” (Arman Golapyan)

Non siamo tutti uguali e non tutti possono contribuire allo stesso modo e nella stessa misura, ma tutti abbiamo il diritto di avere il necessario per una vita dignitosa. Chiunque, con più capacità e fortuna, ha il dovere morale di provvedere ai meno fortunati:

“Se c’è qualcosa che non va, coloro che hanno la capacità di agire hanno la responsabilità di agire. Una frase che è il cuore di tutte le altre: quando una lunga serie di abusi e malversazioni volti a perseguire il medesimo obiettivo rivela il disegno di ridurre tutti gli uomini all’assolutismo e loro diritto e loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla sicurezza per l’avvenire.” 

E’ mia opinione che questi devono essere i principi di contesto sociale civile, su cui una nazione deve concentrarsi sotto un regime monarchico: un regime che decida e provveda per tutti con il potere decisionale assoluto. La democrazia, figlia di una “Repubblica che non funziona”, non esiste; è assolutamente ingenuo ed infantile pensare che tutti, in una nazione, possano essere d’accordo su tutto, raggiungendo lambita armonia sociale.

Il concetto della democrazia rappresenta il pensiero dei più e non di tutti. Ed è scontato e democratico, che gli scontenti si ribellino e, qualora questa divenisse talmente forte da mettere in minoranza la controparte, si apre la crisi di governo. Le crisi che l’Italia ha vissuto e sta vivendo di continuo, senza portare a dei cambiamenti di nessun genere, anzi a dei peggioramenti sulla qualità della politica, dei politici e sulla reputazione dell’Italia in campo internazionale, lo hanno condotto ad essere un vero e proprio paese ridicolizzato e deriso dal resto del mondo.

Ma bisogna considerare che in Italia la crisi non segue il giusto concetto democratico, ma bensì rappresenta:

  • il capriccio dei politici, che non sono riusciti ad avere la poltrona principale del governo: cosi si apre la crisi e si spera in una votazione che li porti ad una poltrona più prestigiosa;
  • l’anti-democrazia per eccellenza che porta la minoranza a non rispettare la volontà della maggioranza. In sintesi, quando si vota e la maggioranza vince, la minoranza dovrebbe accettare e rispettare il risultato delle elezioni.

“La ragione va ricercata nell’essenza umana che tende a privilegiare il proprio interesse privato a discapito del prossimo.”

Qualcuno ha detto: “…ogni popolo ha il governo che si merita…”.

D’altronde gli italiani non possono pretendere di più dal momento che hanno permesso ad individui come Cicciolina, Moana Pozzi e altre prostitute o gente fallita dello spettacolo ad entrare in politica.

Se la repubblica non ha funzionato fino ad adesso, non funzionerà neppure in futuro.

A scanso di equivoci, voglio precisare che rispetto e credo nelle leggi garantiste italiane, basate sul diritto romano. Penso che la costituzione sia un vero capolavoro della civiltà e del rispetto del prossimo. Ma considero che sia palesemente scontato, visto i risultati, che queste meravigliose teorie siano applicate in un contesto sbagliato chiamata “La REPUBBLICA”. Lo sbaglio principale è l’assenza di chi ha il potere assoluto, un’unica persona al di sopra delle legge; lo sbaglio è la presenza di tante persone con idee diverse che non lottano per il bene collettivo ma per il proprio interesse individuale; persone assetate di benessere, non idonee ed efficienti per una amministrazione che tuteli l’armonia e benessere sociale. Credo personalmente che ci vuole la MONARCHIA, un padrone che non abbia interesse e motivo di essere corrotto.

E’ da sottolineare che l’italiano, vittima di false promesse ed illusioni della democrazia, grazie ad una logica perversa è stato ridicolizzato e abituato gradualmente al peggio.

Questo fenomeno ha abituato i cittadini ad ascoltare le teorie su un’armonia sociale che non può esistere tramite la democrazia. Gli ha portati all’abitudine di non analizzare e quindi di non comprendere il perché delle regole e obblighi sociali. Come ad esempio il concetto delle pensioni e tasse che tutti ne sono schiavi senza sapere il perché della loro ideazione:

  • Le pensioni sono state concepite per dare la sicurezza economica alle persone quando sono anziani e non sono più in grado di lavorare e di conseguenza di produrre un reddito. In sintesi dovrebbe garantire una casa, il vitto e le cure mediche.
  • Le tasse sono state concepite ed ammesse a seguito della decisione dell’uomo di vivere in un unico nucleo, dapprima un semplice borgo per poi trasformarsi in città più o meno grande con la necessità di una amministrazione che gestisca i fabbisogni dei cittadini con una cassa comune in cui i CONTRIBUENTI versano i CONTRIBUTI. In sostanza, facendo un ragionamento molto semplice, se un persona che abita a Milano, in Corso Vittorio Emanuele, deve contribuire per il mantenimento della sua via, ossia la luce, pulizie e tutto ciò che è di ordine amministrativo della sua via o quartiere. Non capisco perchè si devono pagare delle tasse che finiscono in cassa a Roma per poi, per gentile concessione, dopo tanto tempo, venga riportato in briciole a Milano in Corso Vittorio Emanuele. Perché non c’è una una cassa diretta di Corso Vittorio Emanuele di Milano?

L’italiano deve trovare inaccettabile e ridicolo di dover pagare il suolo pubblico (parcheggi, esposizioni ecc…), è assolutamente inaccettabile che un cittadino paghi l’usufrutto di qualcosa che è suo. Mi chiedo perchè in paesi come la Svizzera il pedaggio ANNUO dell’autostrada costa 40 CHF (circa 35 euro), mentre in Italia costa oltre 60 centesimi al km. In sostanza un viaggio da Milano a Roma costa 41,90, più del pedaggio annuo per tutta la svizzera. Ora mi chiedo perchè non dobbiamo imparare dagli svizzeri e dire che se ci riescono loro dobbiamo riuscire anche noi? Queste cose succedono perchè non c’è un padrone, l’Italia è diventato un paese di nessuno dove mancano gli italiani che si sentano italiani orgogliosi. L’italiano ha perso la propria identità ed entusiasmo perchè vede attorno a se soltanto fallimento sociale e strutturale causate da persone fallite come esseri umani.

 

Arman Golapyan