“Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: Futtetenne, ovvero fregatene”. (Bud Spencer)
Mi ha fatto molto riflettere la scomparsa di Bud Spencer (Napoli, 31 ottobre 1929 – Roma, 27 giugno 2016), il nostro amico sullo schermo.
Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, era “il nostro gigante buono”; alto 193 cm, pesava alla nascita 6 kg per poi arrivare a 152 kg e portava 47 di scarpe, una persona di successo, non solo sullo schermo ma in tutta la sua esistenza. Una vita di successo come essere umano.
La vita é un dono che lui ha apprezzato vivendola con dignità, onestà e semplicità. Non ha mai mostrato nessun segno di debolezza o cattiveria nei confronti di qualcuno. Ha sempre vissuto con eleganza e riservatezza, in pace con se stesso e con chi lo circondava.
Bud, nella sua esistenza, si é distinto come sportivo, come attore e come essere umano. Ha fatto parte della squadra italiana di nuoto e pallanuoto da 1949 al 1960 aggiudicandosi vari premi. Parlava sei lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco. Considerava il napoletano la sua settima lingua.
Personalmente, dopo la mia esistenza, preferirei essere ricordato magnificamente come lui che vivere in eterno come una persona priva di successo o considerazioni. Spero vivamente di poter essere ricordato come una persona positiva quanto lui, una persona che ha saputo meritarsi il dono della vita. Mi sembrerebbe esagerato e da fanatico definire Bud Spencer un angelo ed evito di farlo; ma sicuramente può e deve essere ricordato come chi da cui trarre esempio.
La vita é un dono importante.
Dobbiamo apprezzarla e conservarla,
con gelosia e senso di responsabilità.
Grazie Bud, se tutti fossero come te, il mondo sarebbe migliore.
Grazie, amico mio.
Arman Golapyan