Oscar Niemeyer, architetto del domani

Nella notte tra il 5 e 6 dicembre 2012, ci lasciò il celebre architetto Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho, meglio conosciuto come Oscar Niemeyer (Rio de Janeiro, 15 dicembre 1907 – Rio de Janeiro, 5 dicembre 2012). Se ai profani questo nome non suggerirà niente, ricordiamo che Niemeyer, nato a Rio de Janeiro più di un secolo fa, è stato un pioniere dell’architettura contemporanea. Di questo grande genio moderno si ricordano i progetti per il Ministero dell’Educazione e della Sanità pubblica (1939) a Rio, ora Palácio Gustavo Capanema, il padiglione brasiliano alla Fiera Internazionale di New York, il complesso Pampulha di Belo Horizonte (1940), comprendente la Chiesa di San Francesco d’Assisi (1943), gli schemi, eleborati con Le Corbusier, per la progettazione del Quartier generale delle Nazioni Unite di New York (1947), il Museo di arte Moderna di Caracas e il celebre progetto per la nuova capitale brasiliana, Brasilia. Rappresentò questo, per Niemeyer, un corposo lavoro di studio e progettazione, che lo portò ad ideare una città formalmente uniforme e modulare: a Brasilia realizzò la modernissima Cattedrale,  un tripudio di slancio dinamico e luminosità, numerosi edifici residenziali, diverse strutture commerciali e istituzionali, quali la sede del Congresso Nazionale. Il grande rilievo assunto, grazie a questo incarico di prestigio, gli valse la nomina a capo del collegio di architettura dell’Università di Brasilia e l’inclusione, in qualità di membro onorario, nell’American Institute of Architets. La sua palese presa di posizione a favore del comunismo, ostacolò notevolmente la sua carriera verso gli anni Sessanta, quando, vittima di vandalismi e discriminazioni, lasciò il Brasile per Parigi. In questa fase “europea”, si occupò della progettazione della sede della Casa Editrice A. Mondadori, la Sede del Partito Comunista Francese, oltre ad altri lavori in paesi vicini. Niemeyer riuscì a tornare in patria solo negli anni Ottanta, riprendendo con entusiasmo l’attività creativa con il Latin America Memorial, il Pantheon e nuovi progetti integrativi per la città di Brasilia, quali la Cattedrale Igreja de N.S. Da Paz, il Memoriale per le popolazioni indigene, il Museo e la Biblioteca Nazionale (2006). Tra i lavori più recenti si ricordano il Museo d’arte contemporanea di Niterói realizzato nel 1996  (uno dei migliori esempi dell’architettura visionaria e dinamica di Niemeyer) e l’Auditorium di Ravello (2009). Una carriera alquanto fruttuosa, segnata da una ricerca formale e costruttiva aperta a nuove soluzioni progettuali, all’uso del cemento armato, a forme innovative e fortemente dinamiche: le fattezze levigate e curve delle strutture realizzate giocano a creare effetti sorprendenti, grazie ad una notevole libertà espressiva. La plastica dell’architettura di Niemeyer, seppur spesso piegata alla funzionalità e all’utilità, non ne rimane vincolata con forme ristrettive e senza slancio espressivo. L’idea di un’architettura sensuale e dinamica, già visibile nei primi lavori, come la Chiesa di San Francesco di Pampuha, fu in larga parte apprezzata da quella parte della critica che seppe cogliere l’innovazione della ricerca di Niemeyer. Non casuale fu dunque l’attribuzione del Premio Pritzker per l’Architettura, assegnatogli nel 1988. Alla grandezza che di questo architetto, che oggi ci ha lasciato, è stato dedicato il Centro Culturale Internazionale Oscar Niemeyer (Spagna), progettato da Niemeyer nel 2011.
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Federica Gennari