“Esprimere ciò che è nella natura cioè nel mondo visibile è la cosa che maggiormente mi interessa”. (Giorgio Morandi)
Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio 1890 – Bologna, 18 giugno 1964) fu uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo.
La sua pittura è unica per le sue nature morte olio su tela, dove la luce rappresenta la parte fondamentale delle sue opere. L’apparente semplicità dei vasi, bottiglie, ciotole, fiori e paesaggi viene esaltata dalla sua qualità pittorica.
Giorgio Morandi da giovanissimo dimostra precoci predisposizioni artistiche.
– Nel 1907, si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Dopo qualche anno nascono i primi contrasti con i professori, dovuti dalla maturità e autonomia del suo stile.
I suoi riferimenti artistici vanno da Paul Cézanne a Henri Rousseau, da Pablo Picasso a André Derain.
– Nel 1910, si reca a Firenze dove può ammirare i capolavori di Giotto, Masaccio e Paolo Uccello.
– Nel 1913, si diploma e nell’anno successivo comincia a esporre: all’Hotel Baglioni di Bologna. Allestisce la mostra a cinque in cui figurano Morandi, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati, suoi compagni di accademia. Grazie a questa mostra nascerà il rapporto con il gruppo futurista con il quale Morandi esporrà nello stesso anno alla Galleria Sprovieri di Roma.
Gli anni della guerra sono gli anni della sua stagione metafisica, diventa uno dei massimi interpreti della scuola metafisica di De Chirico, che conta una decina di opere. Negli anni ’20 le sue opere si fanno più plastiche: comincia l’epoca delle nature morte, degli oggetti più comuni. Non si sposta mai da Bologna, tuttavia resta in contatto con i movimenti intellettuali di tutto il paese. Per esempio fu legato al Leo Longanesi, sia per il loro costante dialogo culturale, sia per una profonda amicizia.
Dopo avere insegnato per molti anni nelle scuole comunali di disegno, nel febbraio del 1930 fino al 1956, ottiene per “chiara fama” e “senza concorso” la cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Molto apprezzate le sua presenze alle Biennali veneziane ed al Quadriennali romane.
Nel 1928 esegue le sue prime due “nature morte”, tra le più apprezzate “le bottiglie”. Uno stile che lo accompagna per tutta la vita con continue evoluzioni, come possiamo constatare in queste due opere del 1931 e del 1958.
Nel 1930 e nel 1935 Morandi fa parte della commissione di accettazione ed è presente anche come compositore con poche opere significative. Il 1939 fu un anno particolarmente significativo, in occasione della terza edizione della mostra romana, Morandi ha un’intera sala personale con 42 oli, 2 disegni e 12 acqueforti. Ottiene il secondo premio per la pittura, alle spalle del più giovane Bruno Saetti.
La sua vita, come per tutti, cambia con la Seconda guerra mondiale, periodo in cui l’artista, nell’estate del 1943, si ritira sfollato sugli appennini dove svilupperà dei lavori dedicati ai paesaggi.
Nella Biennale del 1948, riceve il primo premio che rinnova l’interesse della stampa e del pubblico nei suoi confronti: l’immagine di Morandi viene ormai considera come quella di uno dei maestri più importanti del secolo. I più esclusivi ambienti internazionali si interessano di lui, e alcune sue opere vengono ospitate nei eventi prestigiosi del Nord Europa e negli Stati Uniti. L’elenco delle esposizioni all’estero è lunghissimo, anche dopo la sua morte.
Giorgio Morandi, dopo una lunga malattia, muore nella sua Bologna il 18 giugno 1964. Viene sepolto nella Certosa di Bologna.
Nausica Baroni