In occasione dell’Esposizione Universale del 1889, organizzata per celebrare il centenario dalla Rivoluzione Francese, l’ingegnere francese Alexandre Gustave Eiffel (15 dicembre 1832 – 27 dicembre 1923) venne chiamato a Parigi per realizzare uno tra i monumenti oggi più conosciuti e visitati al mondo: la Tour Eiffel. Con un’altezza di 324 metri (antenna compresa) la Tour Eiffel è stata per 40 anni la struttura più alta del mondo. Per la sua costruzione sono serviti 300 metalmeccanici, 18 038 pezzi metallici forgiati, 2,5 milioni di bulloni, 1 665 scalini e due ascensori per un peso complessivo della struttura di 8 000 tonnellate. Le fondamenta di tale monumentale costruzione affondano nel terreno solo per 15 metri di profondità; tale scelta è stata probabilmente motivata dal fatto che la Tour Eiffel non fu concepita come struttura permanente, ma principalmente in funzione della fiera mondiale del 1889. Fin dall’inizio dei lavori l’opera venne molto contestata in quanto ritenuta antiestetica (ancora oggi qualche parigino la soprannomina “asparago gigante”) e nel 1909 ci fu un tentativo formale di demolizione.
Al terzo livello della torre, Gustave Eiffel aveva creato un appartamento per ricevere gli ospiti più illustri. Vi soggiornarono Thomas Edison e sua figlia durante l’esposizione universale del 1889, quando Edison mostrò il suo esemplare di Fonografo.
Modificata la concessione che voleva la torre in piedi solo per 20 anni dalla sua costruzione e trasformandola così in qualcosa di permanente, Eiffel si sentì costretto a pensare a nuovi e validi utilizzi per la sua torre (da lui ideata solo per celebrare i progressi della tecnica) che divenne in questo modo sede di misurazioni metereologiche, analisi dell’aria e svariate altre ricerche scientifiche che sfruttassero l’imponente altezza della struttura.
Egli stesso prese parte ad alcune di queste ricerche, come quelle che portarono all’installazione di un barometro, di un parafulmini e di un apparecchio per la radiotelegrafia.
Declinando la torre per altri utilizzi fu addirittura possibile, durante la guerra, comunicare con navi e dirigibili e intercettare le comunicazioni nemiche.
Gustave Eiffel contribuì quindi molto alla costruzione del prestigio francese; formatosi inizialmente con studi in chimica, cambiò il proprio indirizzo andando a lavorare per le imprese legate alle ferrovie e realizzò il suo primo viadotto nel 1858 sulla Garonna, a Bordeaux. Nel 1867 fondò la propria impresa (Maison G. Eiffel – Ateliers de constructions métalliques) a Levallois-Perret e studiò in modo particolare l’unione di ferro e ghisa, le armature ad arco, il lancio delle travate metalliche, i piloni quadrangolari controventati e quelli a costolatura curva e brevettò un sistema per ponti smontabili.
Simbolicamente riassunto nella Tour Eiffel, il suo lavoro di ingegnere si concretizzò durante tutto il XIV secolo e i primi lavori di sperimentazione sull’uso delle “travi reticolari” cominciarono nel 1867 con la sua partecipazione all’esposizione parigina di quell’anno.
Insieme a L.A. Boileau costruì a Parigi il primo edificio in ferro e vetro (il Magazin au Bon Marché) e nel 1877 il primo di numerosi ponti in ferro, quello sul Duero a Oporto. Tra il 1880 e il 1884 progettò il viadotto di Garabit sulla Truier, opera alquanto visionaria che precedette l’altrettanto mitica “Tour” di cinque anni dopo.
Duramente criticato al momento dello scandalo del canale di Panama (per il quale aveva costruito le chiuse) lasciò la direzione della sua impresa e si dedicò allo studio della meteorologia e dell’aerodinamica, pubblicando nel 1907 il volume Recherches expérimentales sur la résistence de l’air e concludendo una straordinaria e produttiva carriera durata oltre cinquant’anni.
L’ingegnere di ferro ha anche il merito di avere costruito la struttura interna della Statua della libertà.
Daisy Viviani