HENRI ROUSSEAU, PITTORE CHE FECE DEL NAIF UNA TENDENZA

La sua pittura ha rappresentato un’esperienza significativa nella cultura figurativa dell’avanguardia francese.
Uomo semplice ed apparentemente ingenuo, Henri Julien Félix Rousseau, detto il Doganiere (Laval, 21 maggio 1844 – Parigi, 2 settembre 1910) è stato un pittore francese di formazione autodidatta, con uno stile influenzato dalle proprie esperienze personali. Infatti, l’artista, durante il servizio militare, conobbe alcuni soldati reduci dalla campagna francese in Messico a sostegno dell’imperatore Massimiliano e, molto probabilmente, furono le loro descrizioni di quel paese a ispirare le sue raffigurazioni. Dipinse con impegno, soprattutto, durante il suo pensionamento degli uffici daziari di Parigi, ecco la ragione del suo soprannome: il “Doganiere”.
Le sue opere, quando era in vita, furono molto criticate e denigrate; “Rousseau veniva definito un semplice pittore naif, privo di qualunque spessore artistico”, su di lui venivano usati aggettivi come sprovveduto, incolto, ingenuo e molto altro. Solo più tardi, con un maggior assestamento critico e un inquadramento più lucido della sua produzione, è stato possibile dare un merito al suo valore artistico.
L’essere Naif, che sembrava la sua debolezza, si è rivelata poi la base della sua autentica originalità. Oggi è considerato il più personale e il più autentico dei naif della pittura moderna.

Dopo la sua morte, il suo stile “primitivo”, caratterizzato da disegni piatti con soggetti fantasiosi, fu imitato da molti pittori moderni europei. Il suo stile privo di regole, porta Rousseau a essere visto come un artista capace di superare la tradizione e le regole accademiche. 
A partire dal 1886, espose le sue opere al “Salon des Indépendants”, conquistando l’ammirazione di contemporanei come Paul Gauguin e Georges Seurat, maggior esponente di Puntinismo.
Henri Rousseau, dopo un primo periodo dedicato a ritratti e vedute di Parigi, negli anni Novanta passò a raffigurazioni fantastiche molto originali, caratterizzate da paesaggi tropicali con figure umane che giocano o riposano e animali immobili e vigili, quasi ipnotizzati da qualcosa di fantastico. 

Per esempio, nel suo celebre dipinto “Zingara addormentata” del 1897, una donna riposa tranquillamente nel deserto mentre un leone con la coda in aria la osserva incuriosito. Queste opere, insieme a molte altre, sono conservate al Museum of Modern Art di New York. 
Mentre, nel suo celebre dipinto “Il sogno” del 1910, egli rappresenta una figura nuda distesa su un divano in una giungla dai colori intensi, con piante rigogliose, leoni inquietanti e altri animali. 
I critici, che da sempre lo attaccavano, cominciarono ad ammorbidirsi, pur considerandolo un pittore di scarso talento. Nel 1907, schiacciato dai debiti, viene arrestato e condannato a due anni di carcere col beneficio della condizionale per una tentata truffa. Uscito dal carcere, si rimette con impegno a dipingere. Nell‘ultimo periodo della sua vita la sua visione da sogno e da favola viene finalmente compresa dagli intellettuali che iniziano ad apprezzare l’atmosfera da fiaba popolare delle sue giungle. 
Sul piano della vita privata, Rousseau fu un uomo assai impegnato socialmente. Di lui si ricorda la partecipazione ai fermenti rivoluzionari della sua epoca.

Morì a Parigi il 2 settembre 1910.
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Arman Golapyan