GUSTAVE COURBET, IL MAESTRO DELL’ EROTISMO

Gustave Courbet, Autoritratto con il cane nero, 1842. Parigi, Petit Palais, Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris

“Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà.” (Gustave Courbet)

Fiero e di bell’aspetto, sicuro del proprio talento, libero da qualsiasi schema, con la sua spiccata insofferenza verso convenzionalismi accademici, attirò su di sé le ire e gli elogi di molti. I suoi dipinti sono “fisici” anche nella tecnica e nello stile esecutivo. I suoi colori sono principalmente verdi, bruni e grigi: toni terrestri, pesanti che conferiscono corporeità alle sue opere. Spesso applicava sulla superficie pittorica una materia granulosa, composta da uno spesso strato di colore a olio misto a sabbia e stesa con una spatola.

Jean Désire Gustave Courbet

Jean Désiré Gustave Courbet (Ornans, 10 giugno 1819 – La Tour-de-Peilz, 31 dicembre 1877), figlio primogenito di Régis e Sylvie Oudot Courbet, una emergente famiglia di agricoltori proprietari terrieri, fu un pittore figurativo francese noto soprattutto per essere il maggior esponente del movimento realista. Si occupò dei problemi sociali, prendendosi a cuore le condizioni di vita e lavoro dei contadini e dei poveri, se non autore di dipinti che fecero scandalo per la loro eccessiva carica di erotismo.

Courbet, legato molto alla famiglia e ai suoi luoghi di infanzia, riscontrabili anche nelle sue composizioni pittoriche, ancora fanciullo iniziò ad apprendere le prime nozioni d’arte dal padre, professore ad Ornans e allievo di Antoine-Jean Gros (Parigi, 16 marzo 1771 – Parigi, 25 giugno 1835).

Nel 1837, per volontà del padre, si trasferì a Besançon per studiare diritto, ma preferì quasi da subito coltivare i propri interessi artistici trasferendosi a Parigi, una città ricca di un grandissimo fervore artistico con una espressione vivacissima nell’attività culturale, con diverse esposizioni e musei. Visitò numerose volte il musée du Louvre, ove ebbe modo di lavorare a confronto diretto con le opere di Peter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), Rembrandt Harmenszoon van Rijn, noto come Rembrant (Leida, 15 luglio 1606 – Amsterdam, 4 ottobre 1669), Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) e Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 27 agosto 1576). Ebbe libero accesso anche alla galleria spagnola del re Luigi Filippo, dove studiò i dipinti di Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, più noto come Diego Velázquez (Siviglia, 6 giugno 1599 – Madrid, 6 agosto 1660) e Francisco de Zurbarán (Fuente de Cantos, 7 novembre 1598 – Madrid, 27 agosto 1664), che si sarebbero rivelati decisivi per la sua formazione.

A Parigi, senza trascurare gli studi pittorici, si dedicò anche agli svaghi e i divertimenti che offriva la grande città. Ebbe una relazione sentimentale con la modella Virginie Binet, che nel 1847 lo fece diventare padre di una bambina. Frequentava la birreria brasserie Andler, locale scelta come luogo di ritrovo da diversi artisti e intellettuali parigini.

Il disperato di Jean Désire Gustave Courbet

Fu il periodo in cui realizzò una serie di opere con evidente distacco dallo stile romantico: tra queste, notevoli sono Il disperato del 1841; L’uomo con il cane nero del 1842; L’uomo ferito iniziato nel 1844 e ripresa nel 1854 dopo che era stato lasciato dalla donna amata; e il Ritratto dell’artista  del 1845-46).

Nel 1948, l'”incrollabile fiducia in se stesso e l’indomita tenacia” (definizione dell’amico Castagnary) di Courbet vennero premiate: sfruttando l’assenza della commissione giudicatrice del Salon. Courbet ebbe l’occasione di esporre una decina delle sue opere, acquistando così una certa notorietà.

Nel 1849, partecipò con il Dopocena ad Ornans, ora esposto al Ora è nel palais des Beaux-Arts di Lille. L’opera venne acquistata dallo Stato e si aggiudicò la medaglia di seconda classe.

Funerale-Ornans
Funerale a Ornans (1849-50); olio su tela, 315 × 668 cm, Musée d’Orsay
Gli spaccapietre – Les Casseurs de pierres. Olio su tela, cm.165×257
Gustave-Courbet-Dopocena-Ornans-After-Dinner-Ornans
Dopocena a Ornans – After Dinner at Ornans

Non tutti i suoi quadri ebbero successo: come ad esempio: “Gli spaccapietreLes Casseurs de pierres”, un dipinto a olio su tela (cm. 165×257) realizzato nel 1849 e distrutta durante la seconda guerra mondiale e Funerale a Ornans”, presentato al Salon del 1850-51 e conservato al Musée d’Orsay di Parigi, suscitò aspre critiche e polemiche nel mondo artistico parigino.

Sempre nel 1849 realizzò “Dopocena a Ornans – After Dinner at Ornans”, la prima opera sociale in cui Courbet dipinge i particolari della vita provinciale nel filone del Realismo e di pittura storica. Una scena contadina ambientata in una locanda rustica francese dell”800, ora conservato in “Palais des Beaux-Arts de Lille”. In quest’opera si percepisce l’influenza di Caravaggio con  una luce che risalta addirittura l’usura del legno delle sedie, gli avanzi della cena e lo spessore della tovaglia. Tra i personaggi si riconoscono a capotavola il padre Régis e lui riconoscibile come l’uomo con la barba. 

La tela più rappresentativa di questo periodo è “L’atelier del pittoreL’Atelier du peintre, olio su tela – cm. 361×598, realizzato tra 1854 e 1855 e conservato al museo d’Orsay di Parigi. Qui Courbet focalizza i principi ispiratori della propria arte; questa enorme allégorie réelle, tuttavia, venne rifiutata dal giurì del Salon per via delle sue dimensioni giudicate eccessive.

L’atelier dell’artista (1854-55); olio su tela, 361 × 598 cm, Musée d’Orsay

Dopo questo episodio, Courbet decise di organizzare una propria mostra personale a proprie spese nel padiglione “Padiglione del Realismo”, contemporaneamente alla mostra del Salon, intitolata simbolicamente Du réalisme. La mostra comprendeva ben 40 dipinti corredati da una breve presentazione e da un catalogo, nel quale dichiarò: “la qualifica di realista mi è stata imposta, come agli uomini del 1830 era stata imposta la qualifica di romantici”. Fu da quel momento che Courbet venne considerato come il capo del nuovo realismo francese.Al Salon del 1857 Courbet giunse al culmine del successo presentando “Signorine in riva alla Senna”, olio su tela, cm. 174×200, conservato nel Museo del Petit Palais di Parigi. La sua arte iniziò a riscuotere consensi e poté godere di molte soddisfazioni, ricevendo commissioni che lo spinsero a dipingere paesaggi, scene di caccia e nature morte floreali.

Signorine in riva alla senna (1857); olio su tela, 174 x 200 cm, Musée de Petit Palais

Nel 1863 ribadì la propria indole caustica e irriverente con l’esecuzione de Il ritorno dall’assemblea, che raffigura un gruppo di ecclesiastici con l’intelletto annebbiato dall’alcool, spersi per una strada di campagna.

L’opera suscitò aspre polemiche e venne rifiutata con sdegno sia dal Salon del 1863 “per oltraggio alla morale religiosa” che dal Salon des Refusés. L’opera venne acquistata e, sconcertato dal soggetto raffigurato, venne distrutta.

A quest’epoca appartengono anche Venere e Psiche del 1863, scena lesbica ritenuta “indecente” dai giudici del Salon, e L’origine del mondo – L’origine du monde”, olio su tela, cm. 46×55, realizzato nel 1866 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi, l’opera più provocante realizzata da Courbet dal punto di vista erotico. Quest’opera solo nel 2010 riesce ad avere un volto, quando un appassionato d’arte compra un dipinto da un antiquario per 1.000 euro e scopre che é la parte mancante di L’origine del mondo”.

La spiccata insofferenza di Courbet verso convenzionalismi accademici attirò grandi collezionisti di dipinti come il diplomatico e grand viveur ottomano, Khalil Chérif Pacha (Cairo, 20 giugno 1831 – Istambul, 12 gennaio 1879), il quale fu talmente affascinato ed attratto dalla fama erotica di “Venere e Psiche” che andò personalmente dal pittore. Ma purtroppo per lui, il dipinto era già stata venduta, poi andata distrutta durante i bombardamenti di Berlino.

La piccola tela che si presume essere il frammento superiore de L’origine du monde
L’origine du monde (1866); olio su tela, 55 × 46 cm, conservato in Musée d’Orsay
Il Sonno – Le Sommeil (1866); olio su tela 135×200 cm, conservato in Petit Palais, Parigi

Fu proprio Khalil Chérif Pacha il committente e primo proprietario de L’origine du monde, il quale, prima della catastrofe finanziaria dovuta alla sua passione per il gioco d’azzardo e donne, aveva raccolto una grossa quantità di dipinti erotici, che comprendeva anche Il bagno turco di Jean-Auguste-Dominique Ingres. Fu anche il committente di Il Sonno – Le Sommeil”, realizzato nel 1866, noto anche come Les DormeusesLes Deux Amies o Paresse et Luxure, un genere erotico raffigurante una scena di lesbismo.

Nel 1868, rovinato dai debiti di gioco, il diplomatico ottomano fu costretto a cedere l’opera all’Hotel Drouot; venne successivamente acquistata dal barone Ferenc Hatvany alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi. Dopo le razzie della seconda guerra mondiale, il Barone riuscì a riappropriarsene e a portarlo con sé a Parigi, dove fu venduto per 1.5 milioni di franchi allo psicoanalista Jacques Lacan (Parigi, 13 aprile 1901 – Parigi, 9 settembre 1981). Nel 1995, il dipinto entrò a far parte delle collezioni del Museo d’Orsay, dove è tuttora esposta.

Jo, la bella irlandese (1865-1866)

Courbet colse ogni occasione per creare scandalo, dipingendo Jo Hiffernan in una posa inconcepibile per tempi in cui per pornografia si finiva ai lavori forzati! Jo, chiamata anche Jo l’Irlandese; era l’amante di James Abbott McNeill Whistler (Lowell, 10 luglio 1834 – Londra, 17 luglio 1903), e successivamente di Courbet. Il pittore francese, quando la conobbe, la elesse la sua musa ispiratrice per diversi suoi dipinti. 

Courbet, nel 1867, decise di contrapporre con una propria mostra personale l’ufficialità dell’Esposizione Universale che gli stava esponendo già ben nove dipinti. La mostra era ospitata nel “Place de l’Alma” con oltre cento dipinti.

Nell’estate del 1869 soggiornò in Normandia e colse spunti e ispirazione dalla selvaggia bellezza di queste terre, realizzando “Il mare in burrasca” e “La falesia di Etretat dopo la tempesta”. Entrambe le tele vennero esposte al Salon del 1870, dove riscossero un successo di critica che consolidò definitivamente la sua fama.

Nel 1870, Courbet decise invece di rimanere a Parigi, nonostante la Francia iniziasse ad essere sconvolta da grandi cambiamenti politici, vivendo la guerra franco-prussiana, combattuta tra il secondo Impero francese ed il regno di Prussia. Mentre Parigi, subendo le offensive delle truppe tedesche, andava sempre più spopolandosi.

Alla proclamazione della terza Repubblica francese, Courbet venne nominato presidente della Commissione delle arti, cariche che gli permise di salvaguardare l’immenso patrimonio artistico di Parigi dalla furia dei soldati prussiani, prelevandolo dai musei per custodirli in luoghi ritenuti sicuri.

colonna-Vendôme-distrutta-fotografata-da-Franck-1871
La colonna Vendôme distrutta fotografata da Franck nel 1871

Courbet manifestò sempre con disprezzo questo simbolo delle glorie napoleoniche e di oppressione e affermò: “La colonna Vendôme è un monumento privo di ogni valore artistico e tendente a perpetuare, con il suo significato, le idee di guerra e di conquista respinte dal sentimento di una nazione repubblicana” (Gustave Courbet)

Nel settembre del 1870 chiese al governo l’abbattimento della colonna di place Vendôme, costruita da Napoleone Bonaparte per commemorare la vittoria francese alla battaglia di Austerlitz fondendo i cannoni austriaci.

Courbet nella sua cella a Sainte-Pélagie (1871); carbone su carta, 160 x 270 mm, Museo del Louvre

Nel 1871, dopo la schiacciante vittoria tedesca nella guerra franco-prussiana, il popolo parigino si sollevò e, con lo scopo di avere una maggiore uguaglianza sociale, istituì la “Comune di Parigi”; Courbet prese a cuore questa iniziativa e diventò membro del suo Consiglio e assessore all’istruzione pubblica. L’entusiasmo di quei giorni fece sì che il 12 aprile venisse deliberata dalla Comune la demolizione della colonna, con esecuzione effettiva nel giorno 16 maggio 1871. Courbet non partecipò direttamente all’abbattimento, ma era chiaro il suo ruolo politico in tutto il contesto che gli causò, alla caduta del Comune, grandi problemi.

Il 7 giugno 1871 venne arrestato per ordine di Marie Joseph Louis Adolphe Thiers (Marsiglia, 15 aprile 1797 – Saint-Germain-en-Laye, 3 settembre 1877), il primo presidente della terza repubblica. Il pittore, accusato dal tribunale di guerra per  “essersi […] reso complice, abusando della sua autorità” dello smantellamento della colonna, venne condannato a sei mesi di carcere e a una multa di cinquecento franchi, più 6850 franchi di spese penali. durante la detenzione eseguì una significativa serie di nature morte.

Alla pena pecuniaria si aggiunse anche il risarcimento per la costruzione della colonna Vendôme, quando, il neo eletto presidente Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893) volle ricostruire la colonna e decise che Courbet, quale responsabile, doveva pagare le spese dei lavori. Il 4 maggio 1877 venne quantificato l’ammontare della spesa: 323.091 franchi e 91 centesimi. Courbet doveva pagare la somma in rate annuali di 10.000 franchi per trentatré anni.

Il pittore francese, per evitare la bancarotta o la prigionia, nel 1872, dopo l’esclusione dal Salon lasciò la Francia per rifugiarsi in Svizzera. Nonostante la benevole accoglienza degli svizzeri, il declino di Courbet, segnato da alcool, era ormai segnato sia come uomo che artista. Difatti questo periodo coincide ad una produzione artistica mediocre.

La sua attitudine a bere, oltre ad una grave obesità, lo portò ad una cirrosi epatica, che lo condusse a morte il 31 dicembre 1877. Il giorno successivo avrebbe dovuto pagare la prima rata al governo francese per la ricostruzione della colonna Vendôme.

 

Arman Golapyan

 

Le sue Opere: 

  • Autoritratto con cane
  • Autoritratto con cane (1842, Parigi, Musée du Petit-Palais)
  • Uomo disperato (autoritratto), 1844-45, 45 x 55 cm, Collezione privata BNP Paribas Art Advisory
  • L’uomo con la pipa (1846, Museo di Montpellier)
  • Funerale a Ornans (1848-1850, Parigi, Museo d’Orsay)
  • Gli spaccapietre (1850), andato perduto durante i bombardamenti a Dresda durante la seconda guerra mondiale
  • Le Bagnanti (1851)
  • Le vagliatrici di grano 1853, olio su tela, cm.131×167, Nantes, Musée des Beaux-Arts
  • Bonjour monsieur Courbet 1854, olio su tela, cm.129×149, Musée Fabre, Montpellier.
  • L’Atelier dell’artista (1855, Parigi, Museo d’Orsay) L’Atelier dell’artista (L’atelier du peintre), in realtà aumentata
  • Fanciulle sulla riva della Senna (Les demoiselles des bords de la Seine), 1857, 174×200, Parigi, Musée du Petit Palais
  • La valle della Loue vista dalla Roche-du-Mont (1859 Strasburgo, Museo delle Belle Arti)
  • Il Sonno, 1866, Petit Palais, Parigi
  • L’origine du monde (1866), Parigi, Museo d’Orsay
  • Donna con pappagallo (1866)
  • Jo, la belle irlandaise, 1866, 54×65, Stoccolma, National museum
  • L’onda,1870, parigi, Musée d’Orsay