Chi dice che i soldi non contano, non ha mai conosciuto il fondatore della Getty Oil Company. Jean Paul Getty è nato a Minneapolis il 15 dicembre 1892 ed è ricordato per la sua incredibile capacità di accrescere il proprio patrimonio. Ma non solo.
L’inizio della fortuna di Getty, figlio di George Franklin Getty (avvocato americano di successo), è dovuto ad una scommessa fatta dopo la guerra che lo ha portato ad acquisire un territorio tra l’Arabia Saudita e il Kuwait in momento in cui si credeva tale terreno sterile e privo di ogni interesse. Si scoprì poi essere una zona estremamente ricca di petrolio; una delle più ricche al mondo per essere precisi. Cosa che ha arricchito l’imprenditore americano a tal punto da essere annoverato, nel 1957, tra i primi uomini più ricchi d’America dalla rivista Fortune.
Una volta intrapreso il business del petrolio Jean Paul Getty arrivò a possedere giacimenti in Texas e Canada oltre a quello iniziale in Arabia Saudita e decise poi di espandersi scommettendo sull’ancora incerta Alaska. Aveva interessi persino in Italia, dove comprò raffinerie a Gaeta, Ravenna e Milazzo con produzioni che sfioravano i 20 milioni di tonnellate annue.
Definito da molti un “Paperon de Paperoni”, Getty aveva un carattere difficile (ebbe cinque mogli e cinque matrimoni falliti) e numerose sono le voci circolanti sulla sua avarizia. In particolare un episodio fece scalpore: il rapimento del nipote John Paul Getty III da parte della ‘ndrangheta nel 1973. Fino alla mutilazione della vittima, il ricco imprenditore si rifiutò di pagare il riscatto richiesto (2 miliardi di lire), riscatto che si dice abbia poi voluto farsi risarcire dal nipote.
Come molti possidenti di inizio Novecento, Getty aveva la passione del collezionismo. Acquistava oggetti di ogni tipo, da reperti archeologici, a quadri, a sculture, e il suo acuto senso degli affari lo portava a concludere vantaggiosamente le trattative.
Il numero di opere accumulate cresce costantemente fino al punto di portare Jean Paul Getty ad aprire un museo. Siamo nel 1974 e la sede è la sua casa di Malibu in California su imitazione della Villa dei Papiri di Ercolano. Nel 1997 il Jean Paul Getty Museum si sposta in una nuova sede (quella attuale sulle colline di Los Angeles) progettata dall’architetto Richard Meier; la casa di Malibu viene ristrutturata e denominata Getty Villa e adibita ad ospitare le sculture greche, romane ed etrusche, tra cui il famoso Atleta di Fano.
Per anni il Getty Museum è stato coinvolto in vicende giudiziarie riguardanti l’acquisizione delle opere d’arte; in particolare con l’Italia i rapporti furono piuttosto tesi nel 2006 quando il ministro Francesco Rutelli annunciò un possibile embargo culturale nei confronti del museo se non fossero state restituite tutte e 52 le opere contese. Le trattative si conclusero con la restituzione di sole 40 opere all’Italia e non compresero l’Atleta di Fano, conosciuto in America come Victorious Youth o Getty Bronze, riguardo al quale la questione legale non si chiuse.
Andando oltre le controversie legali, è innegabile, nel Novecento, il contributo culturale di Getty e del suo amore per l’arte; gettando uno sguardo alla sua vita viene però da chiedersi se sia stata la passione a muovere il ricco imprenditore o il sentore di un proficuo campo d’affari ancora inesplorato.
Jean Paul Getty morì il 6 giugno 1976 a Londra, con un patrimonio netto che si aggirava tra i 2 e i 4 miliardi di dollari.
Daisy Viviani