La Cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore rappresenta un vero capolavoro artistico di antica fondazione: l’attuale cattedrale fu infatti realizzata a partire dal 1296, sulle fondamenta della precedente chiesa di Santa Reparata. L’incarico fu affidato ad Arnolfo di Cambio che presentò alcuni progetti e avviò il cantiere di costruzione, continuato da Giotto tra il 1334 e il 1337, dopo una lunga sospensione dei lavori. Com’è noto, l’intervento giottesco si limitò alla progettazione del campanile, che riuscì appena ad iniziare prima che il cantiere passasse sotto la direzione di Andrea Pisano (fino al 1348). Terminato il campanile, nel 1356, sotto il controllo di Francesco Talenti, continuarono i lavori al corpo della cattedrale che, mantenendo quella parte delle navate arnolfiane già impostata, fu dotata di campate quadrate; più tardi, fu aumentato inoltre il volume della cupola (già prevista da Arnolfo di Cambio), con l’accessoria progettazione di un tamburo ad oculi. Sotto il controllo di Giovanni di Lapo Ghini si definì la zona absidale e, successivamente, si coprirono le volte. Rimase il completamento della cupola, operazione che sollevò il problema non solo della progettazione di un volume mastodontico, ma anche del trasporto del materiale costruttivo a notevoli altezze. Al concorso pubblico, indetto nel 1418, parteciparono artisti di grande rilievo: furono infine Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti a prevalere. In particolare, l’innovativo progetto del Brunelleschi ideò una soluzione a doppia cortina, in grado di garantire alla cupola un sostegno autonomo e impose la posa dei laterizi “a spina di pesce”, secondo la tecnica romana, di maggiore stabilità durante e dopo la costruzione. Il risultato finale, risolto decorativamente con corposi costoloni in marmo, contrastanti con le tegole in cotto, fu notevolmente apprezzato, non solo per l’ingegnosa soluzione costruttiva ma anche per il pregevole e maestoso aspetto architettonico, in grado di rendere visibile da grandi distanze la cattedrale, centro e cuore cittadino. La cupola venne successivamente coronata con una lanterna (progettata dal Brunelleschi ma terminata da Michelozzo) e un ballatoio, terminato entro il 1515. La struttura venne consacrata il 25 marzo 1436 da Papa Eugenio IV, quando ancora la facciata non era stata terminata. Dopo la prima impostazione arnolfiana, infatti, la facciata era stata tralasciata a favore del completamento del resto dell’edificio: la facciata attualmente visibile fu iniziata solo nel 1871 (Emilio de Fabris), dopo anni di dibattiti e secoli di soluzioni provvisorie e riprogettazioni. Fu operata una scelta “in stile”, con un rivestimento marmoreo geometrico e un ciclo decorativo a tema mariano, arricchito di statue, busti di artisti, bassorilievi e mosaici. Il restante corpo della cattedrale, all’esterno, mostra un paramento a bande orizzontali marmoree, con interessanti giochi coloristici (sepentino verde/marmo bianco/marmo rosso), tipici dell’area toscana. Presso il fianco sud, è possibile ammirare la Porta del Campanile, decorata con rilievi della cerchia di Giovanni Pisano (oltre ad alcune statue), e la Porta dei Canonici, oltre ad una lastra commemorativa del 1296 (inizio dei lavori). Nel fianco nord si aprono la Porta di Balla, decorata con statue, leoni stilofori e una lunetta mariana, e la Porta della Mandorla, cesellata da rilievi e un mosaico quattrocentesco. L’interno rappresenta un vero trionfo architettonico: le tre imponenti navate, scandite da grandi pilastri e coperte da volte ogivali, mostrano volumi puliti e ben scanditi, illuminati dalle belle vetrate, disegnate dai più grandi artisti dell’epoca, quali Andrea del Castagno, Donatello, Lorenzo Ghiberti e Paolo Uccello. Lungo le navate si possono riscontrare pregevoli opere: la tela di Paolo Uccello Monumento di Jhon Hawkwood (1436), il Monumento di Niccolò da Tolentino (1456) di Andrea del Castagno, i busti degli artisti e architetti (più altre figure), l’Orologio italico dipinto da Paolo Uccello (controfacciata), la statua di Isaia di Donatello (o Nanni di Banco), oltre al San Giacomo Maggiore di Jacopo Sansovino (presbiterio), al Crocefisso di Benedetto da Maiano e al San Pietro e l’Altare maggiore di Baccio Bandinelli. Oltre a questi esempi, innumerevoli altre opere erano presenti in Duomo e ora in altre sedi museali: statue di Arnolfo di Cambio, numerosi pezzi di Donatello (tra i quali lo Zuccone – Opera del Duomo – e il David marmoreo – Bargello), opere di Luca della Robbia, Baccio Bandinelli e la Pietà dell’Opera del Duomo di Michelangelo. Mirabili inoltre l’Arca di San Zenobi in bronzo del Ghiberti (1442) nelle tribune e la lunetta dell’Ascensione della Sagrestia, di Luca della Robbia. La cupola, per la quale inizialmente Brunelleschi aveva previsto un rivestimento a mosaico, fu decorata ad affresco (e a secco) da Giorgio Vasari e Federico Zuccari tra il 1572 e il 1579, che realizzarono un maestoso Giudizio Universale , secondo il tema scelto da Cosimo I de’ Medici. In sintesi, la cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze rappresenta uno dei più pregevoli esempi di architettura rinascimentale, una fucina artistica che, pur nella notevole stratificazione cronologica, ha raccolto i contributi dei più notevoli artisti del Quattrocento e Cinquecento. Ora un simbolo, l’icona del Rinascimento fiorentino.
Federica Gennari