Se volete cogliere l'occasione di ammirare una delle più grandi raccolte di Vermeer degli ultimi anni, dovete recarvi a Roma, nelle prestigiose scuderie del Quirinale fino al 20 gennaio del 2013 dove potrete ammirare una serie di capolavori del grande maestro olandese della pittura fiamminga del '600 ma anche esponenti del periodo quali Jan van der Heyden Emanuel de Witte Pieter de Hooch ed altri ancora, l'alternativa per un italiano che volesse osservare dal vero una simile concentrazione di opere sarebbe più impegnativa, dovrebbe infatti fare tappa a New York tra la 1 East 70th Street per vedere la più grande collezione esistente del grande maestro: la Freak Collection. La mostra romana raccoglie poche opere , forse meno di dieci quadri, tanti comunque se rapportati al numero di opere attribuite con certezza a Vermeer (circa quaranta).Oltre lui, come citato prima, si possono ammirare altri esponenti del periodo che hanno il pregio di fornire un quadro di insieme di un periodo particolare per l'area dei Paesi Bassi, quando cioè il Calvinismo, riesce a consolidare la popolazione attorno alla religione protestante anche se da un punto di vista strettamente raffigurativo questa impostazione religiosa mal tollerava la presenza di decorazioni e rappresentazioni (le chiese protestanti sono notoriamente spoglie al loro interno). L'Olanda del '600 conosce un periodo di grande prosperità economica determinata da un notevole incremento dei traffici commerciali via mare. Vermeer nasce nel 1632 a Dreft figlio di un commerciante di quadri e locandiere e muore appena quarantatreenne dopo aver sposato Catharina Bolnes che gli darà 15 figli.
Il tema economico o più brutalmente la mancanza di disponibilità finanziaria, condizionerà sempre la vita di Joannes malgrado il matrimonio che gli permette un netto miglioramento della sua condizione sociale. Le tematiche dei suoi quadri non sono altisonanti, non trattano di condottieri o scene di imprese belliche o personaggi di corte ma sono ambientati all'interno di piccole città e modeste realtà domestiche. Le rappresentazioni degli scorci paesaggistici non sono quelle di Canaletto o di Guardi ma si dedicano a realtà di una piccola città di provincia come ad esempio La stradina del 1658 e sempre nella esposizione delle Scuderie possiamo ammirare temi di vita quotidiana come Giovane donna seduta al virginale, Giovane donna con bicchiere di vino, o l'essenziale ma ipnotica Ragazza con il cappello rosso in cui la scarna ambientazione del fondale e lo sguardo diretto del soggetto obbligano lo spettatore a concentrarsi sull'elemento vitale del quadro su quello sguardo in cui non si può fare a meno di perdersi. Le scene che interessano il pittore olandese sono rarefatte ma dense di significato, quasi un Hopper fiammingo sospeso nella raffigurazione delle persone e delle circostanze alle prese con gesti quotidiani che rivelano invece molto di più di una pomposa quanto inattendibile rappresentazione di maniera.
Fabio D'Andrea