Sino al 18 Gennaio 2015 sarà ancora possibile ammirare presso le Scuderie del Quirinale in Roma quest’unica e ambiziosa rassegna museale, dedicata al Rinascimento Fiammingo, e in particolare ad uno dei suo massimi esponenti Hans Memling, che raccolse l’eredità di altri due importanti Maestri Jan Van Eyck e Rogier Van Der Weyden. Un’anteprima assoluta per l’Italia di cui questa è la prima monografica dedicata, per cui sono stati chiesti prestiti alle maggiori istituzioni museali, nonché a collezioni private di grande prestigio. Il percorso museale, come sempre negli allestimenti delle Scuderie, è ripartito per il 1° e il 2° piano suddividendo la produzione artistica per genere, tra ritratti, dittici e trittici a carattere religioso. Ogni sala accompagnata da apparati critici ben curati, lascia grande respiro alla contemplazione pittorica: gli ampi spazi, e le ridotte dimensioni in alcuni casi delle opere, permettono una collocazione dei dipinti ben distribuita che non satura l’occhio attento dello spettatore. La mostra si apre con due ritratti di splendida manifattura: “Ritratto di Donna” (frammento del 1480-1485, Olio su Tavola, Collezione Ambassador J. William Middendorf II), di probabile commissione fiamminga: i ritratti di donna sono molto rari nella pittura di Memling e di una bellezza così accurata che quasi è inevitabile perdersi negli occhi vivi e brillanti della dama. Proseguendo, l’altro ritratto che da il benvenuto al visitatore in questo ricco percorso, è il “Ritratto d’uomo con una moneta” (Olio su tavola, 1473-1474, Koninnklijk Museum voor Schone Kunsten Anversa). L’opera precedentemente attribuita ad Antonello da Messina, è riconducibile all’umanista veneziano Bernardo Bembo. Anche in questo caso si rimane colpiti ed affascinati dalla minuziosa cura con cui Memling realizza ogni dettaglio, nonostante le piccole dimensioni ( entrambe non superano i 30cmX25cm), è possibile osservare come anche figure minuscole in lontananza siano assolutamente rese perfette e dipinte con una dovizia pittorica unica: il cigno e il cavallo sullo sfondo del ritratto sono solo un piccolo esempio della pittura strabiliante di questo Artista, la cui Bottega di Bruges nel 1465 divenne tra le più popolari di tutta Europa. Andando avanti ci si ritrova nella 2° sala con quattro opere, tra cui due porzioni del “Trittico di Jan Crabbe” (Olio su tavola, 1470), e la “Madonna con il Bambino e due angeli musicanti” (Olio su tavola 1465-1470), gran parte delle opere vengono presentate sottovetro, ma è comunque possibile assaporarne ogni accurato dettaglio, osservando come siano ben visibili i contorni incisi del disegno preparatorio sotto la pittura. Qui ancora presenti inoltre il “Compianto di Cristo Morto “ (Olio su tavola 1460-1465 Uffizi Firenze) e uno scomparto laterale del “Trittico dell’Annunciazione” di Roger Van Der Weyden. Dalla 3° sala in poi ha inizio il confronto stilistico con altri contemporanei di Memling, i cui nomi spesso rimasti anonimi sono associati alla loro provenienza geografica o all’opera di maggior rilievo da questi realizzata, come il Maestro Napoletano (presente un’imponente “San Michele Arcangelo con i santi Gerolamo e Giacomo e due donatori” proveniente dal Museo Capodimonte di Napoli,Olio su Tavola 1490-1500), il Maestro della Leggenda di Sant’Orsola di cui sono visibili due ritratti, e alcuni trittici, “Il Maestro del fogliame ricamato”, “Il Maestro della Leggenda di Santa Caterina” e “ Il Maestro della Leggenda di Santa Lucia”. Importanti anche gli spazi in cui vengono perfettamente inseriti i documenti sui clienti italiani di Hans Memling. Grande assente, sostituito da tre schermi e un’accurata didascalia critica, “Il Trittico di Danzica” o “Trittico del Giudizio Universale”, il cui prestito è stato rifiutato per motivi sconosciuti a pochi giorni dall’inaugurazione della mostra. Proseguendo ancora per la 4° sala vi sono distribuiti 8 ritratti che convergono alla 5° sala in un’ampia teca di vetro all’interno di cui è conservato il “Trittico della Famiglia Moreel”( Olio su Tavola, 141cmX174cm ciascun pannello centrale, 141cmX87cm ciascun laterale, 1484) con i tre pannelli frontali e due scomparti laterali visibili ruotando attorno alla teca a 360°. Il percorso del 1° piano si conclude alla 6° sala con altri documenti storici, e un confronto coevo con altri importanti artisti, con la presenza di un’ opera del Beato Angelico, un’altra di Gaspare Sacchi e un’ altra assente di Memling: “La Passione di Cristo” , che viene sostituita da una stampa e un messaggio di scuse da parte delle Scuderie del Quirinale, che specificano che a causa di impegni presi precedentemente, l’opera è rimasta a Torino presso la Galleria Sabauda in occasione del suo nuovo riallestimento. Salendo al 2° piano, lo spazio della 1° sala mette in evidenza la presenza di sei opere devozionali di ridottissimi formati, quali i ritratti tondi e i polittici portatili da aprire e chiudere, portare sempre con sé, toccare e manipolare dedicati alla devozione privata, la cui perfezione stilistica e pittorica non è certo delusa dal piccolo formato, anzi è possibile ancora una volta ammirare la descrizione con cui vengono realizzati i particolari più minuti, resi con abile fedeltà. Altre sei opere presenti nella 2° sala, tra cui un pregiatissimo Bernardo Luini, Hugo Van Der Goes, Fra Angelico e Botticelli. L’esposizione si conclude con il confronto tra le due versioni di pari bellezza nella raffigurazione del “Cristo Coronato di spine” di Domenico Ghirlandaio e Hans Memling e il “Trittico di Benedetto Pagagnotti”, il cui scomparto centrale proviene dagli Uffizi di Firenze, mentre gli scomparti laterali dalla National Gallery di Londra. Un percorso dal sapore internazionale che merita di essere visitato dando l’opportunità al visitatore la contemplazione di pezzi rari provenienti da tutte le parti del mondo, che in alternativa sarebbe impossibile poter ammirare in un unico ciclo, che apre profonde riflessioni sull’influenza che i fiamminghi ebbero sulla pittura italiana, sull’importazione della tecnica della pittura a olio che perfezionarono affinché il loro minuzioso e meraviglioso modo di riprodurre la realtà fosse accuratamente reso, e che aprirono la strada al proficuo scambio tra Maestri italiani e fiamminghi e alla storia della pittura che verrà dal Rinascimento in poi.
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Dott.ssa Tamara Follesa