Fin da bambina, spinta dalla sua passione per la pittura, vestita da maschietto, accompagnava suo padre in bottega. Oltre alla pittura é stata anche una apprezzata musicista, sia strumentale che vocale.
Marietta Robusti, detta “la Tintoretta” (Venezia, 1554 – Venezia, 1590), pittrice e musicista, fu primogenita e figlia illegittima, nata da una precedente relazione al matrimonio, del pittore Jacopo Robusti, detto Tintoretto.
Tra lei e suo padre si era instaurato un rapporto speciale, Marietta lo seguiva in bottega e aveva iniziato rapidamente a collaborare con lui e i fratelli, Marco e Domenico. Marietta fu l’unica dei figli di Tintoretto, padre di altri sette figli avuti dal matrimonio con Faustina Episcopi, ad avere abbastanza talento da poter seguire le sue orme. Il padre la portava con sé ovunque, insegnandole l’arte della pittura, facendone assistette in varie opere.
La sua attività pittorica vera e propria iniziò attorno al 1571, anni in cui, sotto l’ala protettrice del genitore, si specializzò nella ritrattistica, specializzazione usuale per le donne che non potevano lavorare nei cantieri. Era, gia da adolescente, richiesta come ritrattista da committenti di una certa importanza: come quello, tra il 1567 e il 1568, del mercante Jacopo Strada che aveva commissionato a Tiziano Vecellio un proprio ritratto, mentre per quello del figlio Ottavio si era rivolto a Marietta. Venne richiesta anche come pittrice di corte sia da Massimiliano II d’Austria, che da Filippo II, re di Spagna, che ospitò anche altre donne artiste alla sua corte, come Sofonisba Anguissola. Ma il padre e maestro non la lasciò partire e le diede in sposa al gioielliere tedesco, Marco Augusta. La coppia ebbe un figlio di nome Jacometto che morì a soli 11 mesi nella casa di campagna del Tintoretto vicino a Mestre. Marietta non si riprese mai da questo dolore e morì forse di tumore all’età di circa trentasei anni, mentre si trovava a Mantova assieme al padre Jacopo, ospite del Duca. Venne sepolta a Venezia, nella chiesa della Madonna dell’Orto, dove venne sepolto successivamente anche il padre. La scomparsa di Marietta portò il padre ad una profonda depressione, dalla quale fu dilaniato sino alla fine dei suoi giorni. Si narra che Tintoretto volle dipingerla nel letto di morte.
Per quanto riguarda la sua produzione pittorica, le attribuzioni non sono certe, probabilmente perché spesso la sua tecnica venne confusa da quella del celebre padre e dal fratello, con cui collaborava nella realizzazione di molte sue opere. L’unico suo dipinto certo è l’autoritratto del 1580 esposto alla “Galleria degli Uffizi”.
Nel 1920, il Ritratto di un uomo con un bambino del 1585 conservato in Kunsthistorisches Museum, un tempo considerato tra i migliori ritratti realizzati da Tintoretto, è stato attribuito a Marietta Robusti sulla base della sigla ‘M’ trovata sul dipinto.
Succesivamente, grazie al suo stile aggraziato e femminile, nel 1929, Adolfo Venturi riconosce la sua pittura ben diversa da quello del padre e dei fratelli stessi.
Sicuramente, essendo donna, il suo lavoro nella bottega era soprattutto di collaborazione; anche se la sua personalità pittorica si riconosce per la sua delicatezza femminile.
Alessia Marcon