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Illustratore e pittore di origine polacca, Rafal Olbinski (Kielce – 21 Febbraio 1943) si è laureato in architettura alla Scuola Politecnica di Varsavia nel 1969. La sua carriera artistica inizia nel 1981 quando si trasferisce negli Stati Uniti dove si è reso noto come pittore, illustratore e designer. Lo stile particolarissimo dell’arte di Olbinski presenta note surrealiste riconducibili a Rene Magritte: le tele cristallizzano atmosfere sognati e irreali, composizioni di eccezionale poeticità, costruite su abbinamenti assurdi che sembrano richiamare la sfera del subconscio. Queste presenze, che si materializzano spesso sullo sfondo di cieli azzurri costellati di nuvole leggere, compiono atti illogici, si trasformano in scena compiendo metamorfosi assurde: spariscono, riappaiono sospese a mezz’aria, si fondono tra loro dando origine a creature di fantasia. La generale sovversione delle regole dà luogo ad ambientazioni impossibili ed estranee dal tempo, ispirandosi alla libertà inventiva del mondo onirico, alla serena poesia illogica del sogno.
Nell’opera Innocence, due figure osservano con attenzione un tavolo aperto su uno scenario cittadino, diviso tra una notte stellata e un cielo azzurro; in Conversazione, due cavalli in corsa, cavalcati da una donna nuda e un fantino, si dissolvono in scena sotto forma di un nastro continuo che, sciogliendo una figura da una parte, ne genera un’altra dalla parte opposta. L’atmosfera poetica del sogno si riscontra in Pelleas: un uomo dall’aspetto elegante si improvvisa funambolo, nel tentativo di oltrepassare l’arido burrone che lo separa da una fanciulla, dall’aspetto e dall’impostazione quasi biblica. Sull’orlo del precipizio si ergono due alberi spogli che, sullo sfondo di un cielo cupo e minaccioso, intrecciano i loro rami dando vita a un cuscino di foglie a forma di cuore, simbolo del desiderio. Opere di Olbinski sono conservate in tutto il mondo, da New York (Carnegie Foundation in New York, National Arts Club), a Osaka (Suntory Museum), a Varsavia (Poster Museum). Ha inoltre realizzato il manifesto per il 25° Earth Day, si è occupato delle illustrazioni per il magazine tedesco Stern, ha organizzato l’esposizione “Olbinski – Photokina Expo” (2008) a Colonia per Hewlett Packard e, nell’anno successivo, la mostra “New Dreams of Old Values” presso il Jule Collins Smith Museum (Auburn). Numerosissimi i premi assegnati a Olbinski, tra i quali quelli attribuiti dalla Società degli Illustratori di New York e Los Angeles, il premio The Big Crit 2000 dal Critique Magazine di San Francisco, l’International Oscar for The World’s Most Memorable Poster (1994), il Creative Review Award for the Best of British Illustration (Londra), il Steven Dohanos Award per la migliore opera per la Annual Member Exhibition of the Society of Illustrators. La produzione di Olbinski non tocca esclusivamente la pittura, ma riguarda anche l’illustazione e il manifesto, come ricordano gli esempi di Manon Lescaut per la messa in scena dell’opera di Puccini, raffigurante un volto (sempre sul fondo di un cielo azzurro) parzialmente nascosto, poichè la mano interviene a scostarne un lato (come se fosse una tenda o un sipario), rivelando una donna in costume, disperata e urlante, dietro le sbarre di una gabbia o una prigione. La stessa sperimentazione surreale si ritrova nel manifesto per la Salome di Strauss: sullo sfondo di un cielo cupo si materializza un profilo maschile che, nella sua posizione orizzontale, va a sovrapporsi e a congiungersi con la ballerina in primo piano. Il punto di intersezione tra i due elementi perpendicolari coincide, da una parte, con l’occhio assente della testa maschile e, dall’altra, con la impudica nudità del sesso femminile. Dati i notevoli riconoscimenti attribuiti all’artista, attualmente Rafal Olbinski lavora presso la Scuola di Arti Visuali di New York.
Federica Gennari