RAM

Ruggero Alfredo Michahelles, in arte RAM

Ruggero Alfredo Michahelles, noto anche come RAM (Firenze, 30 maggio 1898 – Firenze, 14 marzo 1976), il terzo di quattro fratelli: Ernesto, in arte Thayaht; Marco, agronomo e scienziato; Cristina, scultrice, nacque in un’agiata famiglia cosmopolita di origini svizzero-angloamericane, pronipote di Hiram Powers (Woodstock, 29 luglio 1805 – Firenze, 27 giugno 1873), il famoso scultore neoclassico americano che nel 1837 venne inviato a Firenze dal governo per sviluppare le sue opere in marmo.

Trascorse la sua infanzia e adolescenza nella villa fatta costruire dal celebre bisnonno al Poggio Imperiale ed iniziò la sua carriera come autodidatta, studiando i grandi maestri nelle gallerie fiorentine.  Seguì poi i corsi dell’acquafortista Filippo Marfori-Savini, professore dell’Accademia Internazionale di Pittura e Incisione, e del pittore americano Julius Rolshoven (Detroit, 28 ottobre 1858 – New York, 7 dicembre 1930).

Nel 1918, pubblicò sul “Corriere dei Piccoli” la sua prima vignetta satirica dai tratti grafici di gusto liberty affini alle caricature realizzate da fumettista Yambo (Pisa, 5 giugno 1874 – Firenze, 29 dicembre 1943) per “La Nazione”.

Manifesto promozionale di “tuttintuta” di Ram

Tra il 1919 e 1920 collaborò a Parigi con il fratello Thayaht per l’invenzione della Tuta, il capo d’abbigliamento destinato a rivoluzionare il modo di vestire. Fu anche il realizzatore dei volantini e cartoline postali per la promozione “Tuttintuta” e fu proprio in questo periodo che iniziò a firmarsi “RAM”, il suo acronimo  derivante dalle iniziali del nome e cognome originale. Per tutto il decennio frequentò abitualmente Parigi, dove collaborò con gli atelier di Maurice Denis, Othon Friesz, Alexandre Jacovleff e Vassili Choukaieff.

Nel 1922 partecipò alla mostra “Fiorentina Primaverile” e nel 1923 si laureò in chimica ed inizio i suoi soggiorni in Versilia, dove il fratello Thayaht aveva acquisto a Fiumetto la “Casa Gialla”.

Nel 1924 contribuì alla costituzione della Prima Corporazione e Sindacato di Belle Arti di Firenze. Vinse con il fratello Thayaht il Concorso Nazionale di Scenografia per il nuovo allestimento dell‘Aida.

Nel 1927 aiutò il fratello nell’allestimento della sala realizzata nell’ambito della III “Mostra Internazionale delle Arti Decorative” di Monza. Nello stesso anno iniziò, fino al 1933, la sua collaborazione con “Natura”, il periodico milanese  per il quale realizzò numerose copertine. Lavorò anche per il Ministero del Turismo con realizzazione di manifesti pubblicitari. Fu anche l’anno della sua assidua frequentazione a Parigi, dove frequenta artisti come Alberto Magnelli, Giorgio De ChiricoGiorgio Morandi, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Marino Marini, Arturo Loira, Maurice Denis, Carlo Carrà, Filippo de PisisJoan Miró, Renato Paresce e Ezra Pound.

Il 1928 fu l’anno della sua prima mostra personale a Firenze e sempre in quell’anno espose alla XVI Biennale di Venezia con “Il cipresso della strada”. All’edizione successiva partecipò con la scultura in terracotta “Madre Solare”.

Nel 1929 realizzò il manifesto del Carnevale di Viareggio e la copertina della rivista ufficiale Viareggio in Maschera, copertina riutilizzata sulla stessa rivista nel 2019.

Nel 1931 espone alla “Mostra Futurista di Aeropittura e di Scenografia” di milano e partecipa alla “Prima Quadriennale” di Roma. Con il fratello Thayaht, cura la stesura del documento “Brevetto per Casolaria – Le case in serie”. Sempre nello stesso anno partecipò alla Mostra futurista fiorentina organizzata da Antonio Marasco (Nicastro, 11 maggio 1896 – Firenze, 8 aprile 1975) e dal fratello Ernesto, con sculture e dipinti.

Dal 1931 al 1938 realizzò a Parigi una serie di opere in uno stile definito da lui “neometafisico”, l’unione del linguaggio della Metafisica con la pittura italiana.

RAM, PORTRAIT DE LA FEMME DE L’ARTISTE – Olga Oulsoufieff Michahelles, prima moglie dell’artista
RAM, “La Quadriga”

Nel 1932 si sposò con Olga Olsoufieff ed elaborò con il fratello “il Manifesto per la trasformazione dell’abito maschile”.

Nel 1932 elaborò con il fratello il “Manifesto per la trasformazione dell’abito maschile”. Sempre nel 1932, con la scultura “La Quadriga”si aggiudicò il terzo premio al concorso indetto dalla Metro Goldwyn Mayer per il lancio del film Ben Hur. Sempre con La Quadriga partecipò a “La Vittoria del Fascismo”, organizzata la Biennale di Venezia in occasione del Primo decennio della Marcia su Roma (28 ottobre 1922). In questi anni partecipò a numerose mostre in italia e, nel 1936, organizzò a Parigi una mostra personale, presentata da Giorgio De Chirico e l’anno successivo, nel 1937, venne prescelto per il Prix Paul Guillaume, ma le opere realizzate in quel periodo parigino di quegli anni vennero quasi completamente distrutte dai bombardamenti.

All’inizio degli anni Quaranta aprì uno studio a Firenze, dove durante i bombardamenti gli alleati danneggiarono molte delle sue opere.

Nel 1946 allestì mostre personale a Ginevra e a Losanna presso gli spazi della Galleria Moser. L’anno successivo, nel 1947, inaugurò un’altra mostra personale a Venezia, presentata dall’amico Gianni Vagnetti (Firenze, 21 marzo 1897 – Firenze, 19 maggio 1956).

Nel 1952 si risposò e da questo matrimonio ebbe due figli. Partecipò, in questo periodo, alla mostra collettiva a Palazzo Strozzi, “Mezzo Secolo di Arte Toscana”, e successivamente sempre nello stesso anno allestì una personale a Roma.

Dal 1959 al 1973 realizzò un’importante serie di pitture di nudi, composti da soli due colori con relative sfumature.

Le ultime sue mostre personali furono quelli del 1968, ospitata presso Palazzo Antinori di Firenze e del 1969 nella Galleria Michelangiolo.

Muore a Firenze il 14 marzo 1976.

È sepolto a Firenze, come il fratello Enesto, al cimitero degli Allori.

 

Alessia Marcon