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Sir Ringo Starr

The Beatles: John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison
The Beatles: John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison

Sir Ringo Starr, all’anagrafe Richard Starkey (Liverpool, 7 luglio 1940), è un artista a 360° che deve la sua fama principalmente per essere stato uno dei quattro componenti di “The Beatles” nel suo ruolo del batterista, dove, per il suo carattere introverso, era soprannominato il “Beatle Triste”. Durante il suo periodo dei Beatles iniziata nel 1962 fino al scioglimento del gruppo, in alcune occasioni è stato anche compositore e cantante, ruoli di competenza a John Lennon (Liverpool, 9 ottobre 1940 – New York, 8 dicembre 1980);  Paul McCartney (Liverpool, 18 giugno 1942) e George Harrison (Liverpool, 25 febbraio 1943 – Los Angeles, 29 novembre 2001). La sua carriera di artista post-Beatles, diversamente dagli altri ex compagni, si è espressa non solo come musicista, ma anche quello del pittore e attore. Nel cinema ha spesso abbinato il suo ruolo con quello del batterista e attore e la sua passione per la pittura lo ha portato anche a sovvenzionare molti premi nazionali inglesi di pittura.

Nel 2011 è stato classificato quattordicesimo nella lista dei migliori batteristi di tutti i tempi redatta dalla rivista Rolling Stone.

Dal 2015 è inserito in “Rock and Roll Hall of Fame and Museum”, un museo di Cleveland (USA), dedicato alla memoria dei più importanti e influenti artisti e personalità che hanno influenzato l’industria musicale, in particolar modo quanto concerne il rock ‘n roll”.

Ringo Starr

Il “Beatle Triste” è nato a Dingle, una zona popolare di Liverpool. Nel 1943, quando aveva tre anni, i suoi genitori si separarono, e la madre Elsie si trasferì con il piccolo Ringo in una casa più piccola e modesta, nella non lontana Admiral Grove. Ebbe un’adolescenza difficile per la salute precaria; a sei anni, per due mesi, rimase in coma per un’operazione di appendicite acuta, seguito poi da altri interventi che lo costrinsero a stare in ospedale per diversi mesi. A tredici anni, in seguito a complicazioni polmonari, venne ricoverato all’Heswall Children’s Hospital nel Wirral in cui restò fino al 1955. Durante questa lunga convalescenza, nel 1953, il suo patrigno Harry Graves, gli comperò una batteria e così iniziò il suo mito del batterista.

Nel 1957 fece parte di “Eddie Clayton Skiffle Group”, un formato da cinque ragazzi che lavoravano nella stessa ditta. Nel 1959, si unì al “Darktown Skiffle Group” e infine fu reclutato dagli “Al Caldwell’s Texans”, che successivamente si battezzarono come “Rory Storm and the Hurricanes”, il gruppo più popolare di Liverpool all’inizio degli anni sessanta. Fu proprio Rory Storm che lo convinse ad adottare il nome Ringo Starr come suo il nome d’arte. Durante questo periodo incrociò in diverse occasioni i Beatles come nel 1960 ad Amburgo, dove i due gruppi si alternarono sul palco del Kaiserkeller. 

La sua svolta artistica arrivò nell’agosto del 1962, quando I Beatles, reduci dal provino del 6 giugno a Abbey Road, nel quale il produttore George Martin (Londra, 3 gennaio 1926 – Londra, 8 marzo 2016), non soddisfatto del batterista Pete Best (Chennai, 24 novembre 1941), impose al manager Brian Epstein (Liverpool, 19 settembre 1934 – Londra, 27 agosto 1967) di trovare un sostituto degno del gruppo e così fu Ringo Starr venne contattato da John Lennon (Liverpool, 9 ottobre 1940 – New York, 8 dicembre 1980) e Paul McCartney (Liverpool, 18 giugno 1942) e convinto di far parte dei Beatles. L’esordio in studio fu comunque deludente: ascoltando la registrazione del 4 settembre 1962, il produttore considerò la prova di Ringo Starr poco soddisfacente e nella settimana successiva sostituì Ringo Starr con Andy White (Glasgow, 27 luglio 1930 – Caldwell, 9 novembre 2015) , che suonò la batteria in Love Me Do” e in “P.S. I Love You”.

Ringo si adattò a suonare  secondo le aspettative e si mise in sinergia con gli altri tre componenti del gruppo e assieme fu coprotagonista dello straordinario percorso musicale e artistico della formazione. Si legò sentimentalmente a Maureen Cox (Liverpool, 4 agosto 1946 – Seattle, 30 dicembre 1994) che sposò l’11 febbraio 1965 e dal matrimonio nacquero tre figli: Zak Richard Starkey (Londra, 13 settembre 1965), Lee Starkey (Londra, 11 novembre 1970) e Jason Starkey (Londra, 19 agosto 1967). Il figlio Zak è il batterista degli Who e, in passato, ha suonato per gli Oasis.

Il suo primo periodo “post-Beatles” fu difficile: Ringo ha esordito come solista poco prima della separazione dei Beatles con l’album “Sentimental Journey” pubblicato il 27 marzo 1970, una remake di vecchi brani degli anni 30 e 50 cantati da artisti come Doris Day (Evanston, 3 aprile 1922 – Carmel-by-the-Sea, 13 maggio 2019), Fred Astaire (Omaha, 10 maggio 1899 – Los Angeles, 22 giugno 1987) e Louis Armstrong (New Orleans, 4 agosto 1901 – New York, 6 luglio 1971). L’album non fu molto apprezzato dai fan e stroncato dai critici che lo definirono caramelloso e noioso; Ringo Starr si giustificò dicendo: “L’ho fatto per mia madre.”

A breve distanza seguì “Beaucoups of Blues”: un album in tipico stile country pubblicato il 25 settembre 1970 nel Regno Unito ed il 28 settembre negli USA. Nel frattempo apparve in molti dischi di suoi colleghi ormai solisti come John Lennon e George Harrison.

La scalata alle classifiche arrivò con i singoli It Don’t Come Easy  del 1971, presentata anche al Concerto per il Bangladesh organizzato da George Harrison.

L’attività cinematografica lo ha visto apparire nel film western Blindman del 1971 diretto da Ferdinando Baldi (Cava de’ Tirreni, 9 maggio 1927  Roma, 17 novembre 2007)  ed impersonare Frank Zappa (Baltimora, 21 dicembre 1940 – Los Angeles, 4 dicembre 1993) in 200 Motels  del 1971. Ha poi interpretato nel 1973 “That’ll Be the Day” con David Essex (Plaistow, 23 luglio 1947); ha diretto anche il lungometraggio Born to Boogie del 1973, film biografico sulla vita di Marc Bolan (Londra, 30 settembre1947 – Barnes, 16 settembre1977), cantante, chitarrista e compositore inglese, frontman della band inglese T. Rex dal 1967 fino alla morte.

Ringo Starr e Peter Sellers durante le riprese di "The Magic Christian"
Ringo Starr e Peter Sellers durante le riprese di “The Magic Christian”

Nel dicembre del 1969 esce nelle sale “The Magic Christian”, diretto dallo scozzese Joseph McGrath (Glasgow, 1930), una pellicola che narra le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa e vede come protagonisti Peter Seller (Southsea, 8 settembre 1925 – Westminster, 24 luglio 1980) e Ringo Starr.

Tre brani della colonna sonora provengono dall’album “Magic Christian Music“, il secondo album in studio del gruppo britannico “Badfinger”, pubblicato nel 1970 dalla Apple Records, la casa discografica britannica fondata dai Beatles nel 1968. In particolare, la canzone Come and Get It” composta da Paul McCartney che apre e chiude.

 

Nel periodo dei Beatles è stato autore o coautore dei seguenti brani dei Beatles:

  1. What Goes On, (Rubber Soul, 1965) – accreditato a Lennon, McCartney, Starkey
  2. 12-Bar Original (registrato nel 1966, ma pubblicato in Anthology 2, 1996) – accreditato a Lennon, McCartney, Harrison, Starkey
  3. Flying (Magical Mystery Tour, 1967) – accreditata come composizione di gruppo
  4. Christmas Time (Is Here Again) (registrato nel 1967, ma pubblicato come lato B del singolo Free as a Bird, 1995) – accreditato come composizione di gruppo
  5. Don’t Pass Me By (The Beatles, 1968) – autore unico
  6. Octopus’s Garden (Abbey Road, 1969) – autore unico
  7. Dig It (Let It Be, 1969) – accreditato come composizione di gruppo
  8. Maggie Mae (Let It Be, 1969) – brano tradizionale di Liverpool, reinterpretato dal gruppo
  9. Free as a Bird (Anthology 1, 1995) – brano originale di Lennon; versione dei Beatles accreditata come composizione di gruppo.

 

La sua discografia:

  • 1970 – Sentimental Journey
  • 1971 – Beaucoups of Blues
  • 1973 – Ringo
  • 1974 – Goodnight Vienna
  • 1976 – Ringo’s Rotogravure
  • 1977 – Ringo the 4th
  • 1978 – Bad Boy
  • 1981 – Stop and Smell the Roses
  • 1983 – Old Wave
  • 1992 – Time Takes Time
  • 1998 – Vertical Man
  • 1999 – I Wanna Be Santa Claus
  • 2003 – Ringorama
  • 2005 – Choose Love
  • 2008 – Liverpool 8
  • 2010 – Y Not
  • 2012 – Ringo 2012
  • 2015 – Postcards from Paradise
  • 2017 – Give More Love
  • 2019 – What’s My Name
Le sue raccolte:
  • 1975 – Blast from Your Past
  • 1978 – A Collection of Hits 1970-1978
  • 1989 – Starr Struck: Best of Ringo Starr, Vol.2
  • 2007 – Photograph: The Very Best of Ringo
  • 2008 – Ringo 5.1: The Surround Sound Collection
Le sue partecipazioni:
  • 1970 – John Lennon/Plastic Ono Band, John Lennon
  • 1970 – All Things Must Pass, George Harrison
  • 1972 – The Concert for Bangladesh
  • 1997 – Flaming Pie, Paul McCartney

 

La sua filmografia:

  • The Beatles Come to Town – 1963 (cortometraggio, con i Beatles)
  • A Hard Day’s Night (it: Tutti per uno) – 1964 (con i Beatles)
  • Aiuto! (Help!) – 1965 (con i Beatles)
  • Reflections On Love – 1966
  • Magical Mystery Tour – 1967 (con i Beatles)
  • The Beatles Mod Odyssey – 1968 (cortometraggio, con i Beatles)
  • Yellow Submarine – 1968 (con i Beatles)
  • Candy e il suo pazzo mondo – 1968
  • Le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa (The Magic Christian) – 1969
  • Let It Be – Un giorno con i Beatles – 1970 (documentario, con i Beatles)
  • Music! – 1971 (documentario)
  • 200 Motels – 1971
  • Blindman – 1971
  • La storia di Oblio nel paese degli uomini con la testa a punta (The Point!), regia di Fred Wolf – film TV (1971)
  • Did Somebody Drop His Mouse? – 1972
  • The Concert for Bangladesh – 1972 (documentario, con George Harrison)
  • Born to Boogie – 1972 (documentario, anche regia)
  • That’ll Be the Day – 1973
  • Ziggy Stardust and the Spiders from Mars – 1973 (documentario)
  • Il figlio di Dracula (Son of Dracula) – 1974
  • Lisztomania – 1975
  • The Day the Music Died – 1977 (documentario)
  • The Beatles and Beyond – 1977 (documentario)
  • Sextette – 1978
  • Ringo – 1978 (Film TV)
  • L’ultimo valzer (The Last Waltz) – 1978 (documentario)
  • Uragano Who (The Kids Are Alright) – 1979 (documentario)
  • Il cavernicolo (Caveman) – 1981
  • The Cooler – 1982
  • Broad Street (Give My Regards to Broad Street) – 1984
  • Acqua in bocca – 1985 (Cammeo)
  • Alice in Wonderland – 1985
  • To the North of Katmandu – 1986
  • Sun City/The Making of Sun City – 1986 (documentario)
  • Queen: The Magic Years – 1987 (documentario)
  • Walking After Midnight – 1988 (documentario)
  • The Return of Bruno – 1988
  • The Beatles Anthology – 1995 (documentario, con i Beatles)
  • Concert for George – 2003 (documentario, dedicato a George Harrison, con Paul McCartney)
  • George Harrison: Living in the Material World – 2011 (documentario su George Harrison, con Paul McCartney).

La sue Onoregicenze:

Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria“Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico” per i servizi alla musica. Buckingham Palace, Birthday Honours del 12 giugno 1965;

 

Commendatore dell'Ordine delle arti e delle lettere francese - nastrino per uniforme ordinaria“Commendatore dell’Ordine delle arti e delle lettere francese” per l’opera come pittore – Museo oceanografico (Principato di Monaco), 25 settembre 2013;

 

Cavaliere (Knight Bachelor, sistema onorifico del Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria“Cavaliere (Knight Bachelor, sistema onorifico del Regno Unito” per l’opera nella musica e per l’attività di beneficenza –  Buckingham Palace, New Year Honours del 1º gennaio 2018.