Claude Renoir (Parigi, 4 dicembre 1913 – Troyes, 5 settembre 1993) al momento della propria morte, avvenuta il 5 Settembre 1993, è stato ribattezzato l’operatore cinematografico con gli occhi da pittore.
Nipote del celebre impressionista Pierre-Auguste Renoir e dell’altrettanto famoso regista Jean Renoir, collabora proprio con quest’ultimo per una dozzina di pellicole tra il 1935 e il 1956.
Tutta la sua famiglia era composta da artisti, in verità: il padre, Pierre, era un attore, mentre la madre Marie aveva recitato sotto lo pseudonimo di Vera Sergine.
Assieme a Jean lavora anche per Una gita in campagna e Il fiume: se il primo ottiene un largo consenso soltanto molto tempo dopo, il secondo viene subito riconosciuto come un caposaldo del cinema; ambientato in India. E’ un trionfo per Claude, grazie al magistrale uso del colore che lo rendono tra i migliori film di sempre.
Del resto Claude è stato apprendista di Boris Kaufman, e da lui ha imparato il mestiere: sfiora persino il Premio Cesar nel 1977, per la fotografia in Il caso del dottor Gaillard.
Si ritrova sperimentatore con Henri-Georges Clouzot, nel celebre documentario datato 1956 Il mistero di Picasso, dove la camera risponde sensibilmente man mano che il pittore inizia a dipingere con più velocità.
Accanto a Roger Vadim, col quale collabora nei ’60 e ’70 scoprendo una forte affinità, alterna anche produzioni internazionali (ad esempio il kolossal Cleopatra) che risultano spesso al di sotto delle aspettative.
Sposatosi due volte, muore quasi completamente cieco a 79 anni nel villaggio di Essoyes, dove da tempo si era ritirato.
Gabriele Fagioli.