IL PROCESO CONTRO MAURIZIO IORI E LE SUE FANTASIE

Il processo Iori oggi è complicatissimo grazie alla sagace opera dei suoi inventori, ma non sarebbe neppure nato se all'inizio costoro si fossero posti la naturale domanda: l'autopsia ha stabilito che nel corpo di Claudia sono entrate 95 novantacinque pastiglie di Xanax, o quantità simili, come, realisticamente parlando, s'è reso possibile?
La logica, anche quella giuridica, è peggio della bomba atomica, e non dimentichiamoci mai che Cremona, oltre che per Stradivari, è nota per aver portato fin in Cassazione il sindaco Bodini, responsabile in un modo o nell'altro, secondo la Procura, dell'atto di un alpino che in piena notte, arrampicandosi sull'asta della bandiera di un edificio comunale, cadde e morì!
Per cui poco stupore degli emuli d'oggi che di fronte all'evidenza, nessun adulto mangia senza accorgersene un piatto di medicine, partano dal chiodo fisso che così non è, e alla fine trovino il giusto premio: l'ergastolo per Maurizio Iori!
Ecco la spiegazione concreta, ad oggi, in attesa delle scoperte che senza dubbio troveremo nelle motivazioni della sentenza, più aderente alla realtà, si fa per dire, del successo: “lo Iori dovette prima stordire Claudia: plausibilmente, prima della cena vera e propria, aggiunse parte dello Xanax, aromatizzato, e/o anche il Valium, somministrandolo di nascosto nel bicchiere che Claudia stava adoperando e in cui, magari, bevve anche la bevanda alcolica, oppure, offrendole l'aperitivo “corretto” che egli aveva preparato allo scopo.” Pagina 48, memoria conclusiva dell'Accusa, dopo aver fatto passare in Aula e prima tutte le possibilità.
So bene che Iori soffre di un'opinione pubblica ostile, creata da un messaggio: prima addormenta le vittime, poi le gasa. Sarebbe bastato inserire, sempre: le addormenta facendo loro mangiare di nascosto 95 novantacinque pastiglie eccetera e gli unici a crederlo colpevole in tutta Italia sarebbero stati i suoi giudici.
Mi sono perso ancora, è il rigurgito delle sconcezze che ho letto e cui ho assistito. Adesso le divido con voi, pagina 11, il cuore! dell'ordinanza con cui il Riesame di Brescia si fa beffe dei rimproveri della Cassazione, cui non riesce a rispondere a proposito: “Segnatamente, l'oggetto del presente sindacato attiene alla compatibilità tra la ricostruzione dei fatti profilata nell'ipotesi accusatoria e le predette risultanze, attestanti la presenza, sui corpi repertati (in particolare, sulle confezioni dei tranquillanti ingeriti e sul collo della bottiglia d'acqua trovata sul tavolo dell'appartamento), di tracce biologiche appartenenti alla sola Claudia Ornesi. Tanto premesso, e proprio ai fini della prima valutazione imposta dalla Suprema Corte, giova quindi rimarcare il costante insegnamento giurisprudenziale secondo il quale il giudizio di gravità indiziaria fondante l'applicazione di una misura cautelare personale postula necessariamente una ponderazione critica ed argomentata delle fonti indiziarie, da verificarsi non soltanto in senso unitario e atomistico, ma anche e soprattutto nel loro globale complesso. Alla stregua di tale principio, pertanto, risulta imprescindibile pure in questa sede compendiare tutti gli elementi certi raccolti nel corso delle indagini e, così, il quadro indiziario risultante dalla loro convergenza.”
Tradotto: è vero, come suggerisce la Cassazione, che sugli oggetti di morte si trovano le impronte di Claudia e non di Iori e bisognerebbe spiegare perché, ma tutto il resto di ciò che noi abbiamo stabilito “prove” basta e avanza!
Peggio della bomba atomica, la logica, scrivevo sopra. Ma pazienza, ancora undici giorni e godremo di quella delle motivazioni!

Flaminio Cozzaglio