5 giorni fa il Gup (vale a dire il Giudice dell'udienza preliminare del processo) Susanna De Felice ha assolto con formula piena e con la motivazione che "il fatto non sussiste" Nichi Vendola dall'accusa di cocncorso in abuso di atti d'fficio per la nomina di un primario. Il governatore della Puglia prima ha pianto e subito dopo ha detto che avrebbe festeggiato quell'assoluzione in due modi: "Vado a trovare mia madre e faccio una bella partita a burraco con lei. E poi mi getterò a capofitto nella battaglia delle primarie nel Partito Democratico. Non l'avrei potuto fare se non fosse arrivata questa sentenza".
Ieri un'altra "assoluzione", quella del Presidente del Senato Renato Schifani: infatti il procuratore di Palermo Antonio Ingroia ha chiesto l'archiviazione del procedimento per concorso in associazione mafiosa. Ora un Gip (giudice per le indagini preliminari) dovrà prendere la decisione finale. L’indagine era stata avviata nel marzo del 2006 ed è questa la seconda volta che il Pm manifesta l’orientamento all’archiviazione, accolto una prima volta dal Gip. Successivamente, però, nel 2010 il fascicolo fu ripreso dalla Procura a seguito di nuove testimonianze rese da pentiti. Questa seconda fase di indagine è durata due anni.
Due "assoluzioni" eccellenti di personaggi di primo piano della nostra Repubblica. "Veni Vidi Vici" non prende posizione su questi due fatti, così distanti ma così correlati, perché non abbiamo la possibilità di vedere tutte le carte: in genere se prendiamo una posizione è perché conosciamo bene tutti gli atti processuali e di indagini. E quindi non interveniamo in questo.
Ma la cosa che accomuna i due fatti è un'altra: quanti soldi ha speso lo Stato per niente? Quant'è il tempo che uomini pagati dallo Stato per amministrare la giustizia hanno "perso" per andare alla ricerca di una colpa che stando al tipo di conclusione era davvero facile capire che non ci fosse?
Questo è il punto: i mali della giustizia italiani sono tanti e tutti li ammettono, ma certo troppo spesso viene il dubbio fondato che Pm (Pubblici ministeri) o Procure si lancino in "guerre" costose per la comunità ma non per loro per il gusto di andare in prima pagina, di vedere la propria fotografia sui giornali.
Forse è proprio questo uno dei punti nodali che pesano come un macigno sulla nostra giustizia: troppe forze, troppi uomini (ai magistrati vanno affiancati gli agenti della polizia giudiziaria, i cancellieri, le segretarie ecc) lanciati verso obiettivi irrangiungibili (nel senso che non… esistono nemmeno) per motivi che a volte nascondono una buona dose di narcisismo personale.
Alfredo Rossi