Anche quest’anno il capoluogo piemontese ha ospitato uno degli appuntamenti culturali più attesi: Artissima, una delle Internazionali d’Arte più seguite d’Europa.
Artissima giunta alla sua 19. edizione, si è distinta in questo 2012 per una serie di novità tematiche e gestionali, tutte imputabili al timbro decisamente personale conferito da Sarah Cosulich Canarutto, la prima donna a cui è spettato l'onore e l'onere di ricoprire il difficile ruolo di direttore della manifestazione. Proprio come aveva anticipato Sarah in alcune interviste preliminari, quest’anno Artissima avrebbe puntato sulla rottura, attraverso un taglio fresco e innovativo, che come ha dimostrato la gremita affluenza è stato notevolmente apprezzato dal pubblico. Migliaia sono stati infatti i visitatori che hanno varcato le soglie dell’Oval e che per alcune ore si sono lasciati assuefare dal clima easy della fiera. Del resto uno degli scopi prefissi e pienamente raggiunti da questa tre giorni, era quello di riuscire a portare alla fruizione attiva diverse categorie di visitatori: non più solo collezionisti, critici e artisti, ma anche i non addetti ai lavori, che spinti dalla curiosità prodotta da una campagna marketing senza precedenti, quest'anno si sono spinti laddove non avevano mai osato. All’interno dell’Oval dunque si è cercato di catturare l'attenzione del pubblico attraverso una strutturazione degli ambienti davvero inedita, basata su una suddivisione tematica in quattro aree: Main Section, New Entries, Present Future e Back to the Future, nelle quali è stato dato spazio e visibilità alle gallerie d'arte storiche e a quelle di recente costituzione, alle firme emergenti e al variegato panorama culturale anni Settanta. Artissima però non è stata solo questo; la manifestazione per il primo anno ha varcato le soglie del suo contenitore e si è espansa nel cuore della città, attraverso un percorso itinerante realizzato in collaborazione con le maggiori istituzioni artistiche torinesi. Principale obiettivo di Sarah era infatti quello di realizzare un percorso che permettesse al visitatore di creare una serie di parallelismi tra area espositiva, circuito mercantile e panorama museale. All’interno delle varie location sono stati dunque allestiti una serie di eventi collaterali a quello centrale dell'Oval: workshop, convegni e laboratori, ma anche installazioni e performance, tutte incentrate sul tema cult del momento: la fine del mondo annunciata dalla profezia Maya. In realtà la sezione, intitolata It's Not the End of the World, è stata più che altro basata su un sottile gioco di parole, che sfruttando la notorietà dell’apocalittica profezia, ha cercato la provocazione, ma soprattutto di fare scattare la riflessione dei visitatori su un altro tema: l'agonizzante situazione in cui riversa l'intero panorama culturale contemporaneo. Con questa nota finale, ma soprattutto grazie alle innumerevoli novità presentate dalla direzione, anche quest’anno Artissima ha chiuso i battenti in positivo…e ora – a qualche giorno dalla chiusura – si procede alla progettazione dell’edizione ventura, quella targata 2013.
Lorenza Morisi.