Non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie.
(G. W. Friedrich Hegel)
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831) filosofo considerato il rappresentante più significativo dell’idealismo tedesco, è autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale. Partendo dal lavoro dei suoi predecessori nell’idealismo come Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 – Berlino, 27 gennaio 1814) e Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling (Leonberg, 27 gennaio 1775 – Bad Ragaz, 20 agosto 1854) e con influenze e suggestioni di altri sistemi di pensiero, sviluppò una filosofia innovativa, profonda e articolata. La sua visione storicista e idealista della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il pensiero europeo, gettando le basi della filosofia continentale e del marxismo successivi.
L’influenza di Hegel sul pensiero filosofico fu notevolissima. Inflenzò un immenso numero di intellettuali e filosofi come Bauer, Feuerbach, Green, Marx, Bradley, Dewey, Sartre, Küng, Kojève e Žižek. Ma un’altrettanto ampia schiera di critici come Schelling, Kierkegaard, Schopenhauer, Marx, Nietzsche, Peirce, Popper, Russell e Heidegger.
Le sue concezioni di “dialettica” e di “idealismo assoluto”, di “Spirito”, di “negatività”, di “sublimazione”, la dialettica del “Servo/Padrone”, la “vita etica” e l’importanza della storia influirono a tal punto che buona parte della filosofia successiva procedette sostanzialmente sotto forma di critica a Hegel.