Il ‪Duomo di Milano‬

Il duomo di Milano rappresenta, oltre al centro del culto cittadino, il simbolo stesso della città, con il suo straordinario fascino gotico e le mastodontiche dimensioni strutturali. Questo edificio fu costruito a partire dal 1386 (a sostituzione della cattedrale precedente, successivamente abbattuta) secondo lo stile del cosiddetto gotico internazionale, una tipologia architettonica derivata dal gotico nord-europeo. Non a caso, infatti, cooperarono al grandioso cantiere maestri e architetti lombardi, tedeschi e francesi, che contribuirono ad elaborare le straordinarie forme dell’edificio milanese, realizzato in marmo bianco-rosato e mattoni. Il lungo cantiere di costruzione (che si protrasse fino al XVI secolo, con un continuo ricambio di mestranze), influenzato da numerosi ripensamenti e ritocchi, e gli interventi neogotici, non hanno però scalfito l’apparente uniformità architettonico-decorativa della struttura. L’edificio consta di una planimetria a croce latina, con cinque navate, transetto (a tre navatelle) e presbiterio con deambulatorio. La vertiginosa altezza delle navate è sottolineata dagli elaborati piloni di sostegno e dalle strette finestre, e ulteriormente sviluppata all’esterno dall’infinita selva di pinnacoli e guglie ottocenteschi. L’interno è coperto con volte a costoloni sorrette da sostegni decorati con capitelli, statue e motivi fitomorfi. Il pavimento fu ideato verso la fine del Cinquecento e presenta un mirabile intreccio marmoreo di vari colori. All’esterno, la facciata rappresenta il frutto di un lavoro e di una progettazione travagliati: un primo progetto del Tibaldi (1580) propose una soluzione classicheggiante (con colonne giganti ed edicole) ma fu accantonato per la nuova proposta ideata dal Bassi, suo rivale. La continua successione di diversi architetti (quali Ricchino e Buzzi) allungò i tempi di realizzazione della facciata fino al Settecento, quando pervennero i progetti del Vittone, del Vanvitelli e di Francesco Croce, che concluse il coronamento del tiburio. Solo nel 1813 la facciata venne ufficialmente conclusa, grazie all’intervento di Carlo Amati che chiuse la prolissa vicenda architettonica del fronte della cattedrale. Il risultato finale vede una scansione della superficie in cinque portali (con porte in bronzo) sormontati da finestre e da un balcone centrale della fine del Settecento. Tutto l’esterno è decorato da un’interessante serie di bassorilievi, telamoni e numerose statue su mensole, sistemate in nicchie ed edicole, in parte rappresentanti Santi e Profeti, in parte ispirati ai mostri della tradizione francese, a testimonianza dell’eccezionale fusione tra maestranze europee e lombarde. All’esterno, la cattedrale è percorsa da contrafforti, ogive e decorazioni di vario genere, oltre alle grandi finestre e alle innumerevoli guglie e pinnacoli estesi tra le coperture a terrazze. All’interno sono visibili le meravigliose vetrate illustrate, oltre ad alcuni sarcofagi, la pala di San Pietro visita Sant’Agata di Federico Zuccari (1597), rilievi marmorei dei maestri campionesi (fine XII secolo) e il battistero del Pellegrini. Presente inoltre il crocefisso portato in processione da Carlo Borromeo durante la peste del 1567, diverse lapidi funerarie e commemorative, la pala Sant’Ambrogio che impone la penitenza a Teodosio del Barocci (1603) e il mirabile candelabro gotico detto Candelabro Trivulzio. Interessante anche il coro ligneo, attribuibile alla seconda metà del XVI secolo, decorato con episodi della vita di Sant’Ambrogio e altre storie di arcivescovi locali. Il grande edificio milanese ospita inoltre una meridiana della fine del Settecento (nei pressi dell’ingresso) e l’importante reliquia del Sacro Chiodo della Vera Croce (sopra l’altare maggiore), secondo la tradizione, ritrovato da Sant’Elena, madre di Costantino. In sostanza, il Duomo di Milano rappresenta un eccezionale documento artistico, una testimonianza di stratificazione stilistica e cronologica pressoché unica, ma, allo stesso tempo, un organismo uniforme e senza età, terminato solo con gli ultimi interventi e restauri, operati tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. La struttura venne infatti parzialmente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, ma la rimozione preventiva delle vetrate e la copertura della celebre Madonnina, permisero di salvare le parti più esposte e delicate dell’edificio. Oggi il grande duomo milanese, con le sue imponenti misure (altezza massima 108 m., altezza navata maggiore 45 m.), rimane uno dei pochi esempi di gotico internazionale in Italia, nonostante i numerosi interventi integrativi “in stile” operati in età neogotica.

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Federica Gennari