Il Canto degli Italiani, più comunemente chiamato Inno di Mameli, è stato scritto a Genova nell’autunno del 1847 da Goffredo Mameli, all’epoca studente di appena vent’anni nonché convinto patriota; la musica invece è merito di Michele Novaro, il quale operava a Torino ma era originario sempre del capoluogo ligure.
Il componimento è figlio di un clima politico piuttosto fervente, che preannunciava la successiva guerra contro l’Austria: l’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia lo resero il simbolo amato dell’unità nazionale, non soltanto durante il risorgimento ma anche nei decenni successivi.
Non è un mistero che Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani – e non alla Marcia Reale – il compito di simboleggiare la nostra Patria.
Il 12 Ottobre 1946 quindi, proclamata la Repubblica Italiana, la scelta dell’opera come inno nazionale parve quasi una logica conseguenza.
Chi era Michele Novaro?
Nato il 23 Ottobre 1818 a Genova, studiò composizione e canto, trasferendosi nel 1847 a Torino grazie ad un contratto di secondo tenore e maestro dei cori presso i Teatri Regio e Carignano.
Liberale convinto, dedicò il proprio talento compositivo alla causa dell’indipendenza: musicò così decine di canti patriottici, allestendo inoltre spettacoli per raccogliere fondi destinati a finanziare le imprese garibaldine.
Molto umile, non cercò di trarre alcun beneficio dal suo celebre inno, nemmeno dopo l’Unità.
Di nuovo a Genova, tra il 1864 e il 1865 una Scuola Corale Popolare, dedicandovi tutta l’energia possibile.
Il 21 Ottobre 1885, segnato dalle difficoltà finanziare e da una salute precaria, morì in condizioni di povertà; oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini, nel cimitero di Staglieno.
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Gabriele Fagioli