All’alba del 6 luglio 2020, se n’è andato Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928 – Roma 6 luglio 2020), uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, non solo un pezzo di storia d’Italia ma di tutto il mondo, due volte premio Oscar.E’ come se, di colpo, fosse stato strappato dalla nostra pelle ed anima, quella di una magia del suono conosciuta e chiamata “musica”, una magia che per paradosso sarà eterna nonostante la fine del suo ciclo biologico. Un suono con note scolpite nei tramonti, nei deserti, nelle montagne, nei boschi, nei ruscelli, nei temporali, nel fischiettio di un contadino sul carretto, nel bambino che gioca a fare il pistolero che ricorda il suo sodalizio con Sergio Leone (Roma, 3 gennaio 1929 – Roma, 30 aprile 1989).
Come suo ultimo gesto ha voluto lasciare il proprio necrologio scritto di suo pugno:“Io, Ennio Morricone, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta , amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita.C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca , Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima) . A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio.“