JACK LO SQUARTATORE

Il 31 agosto 1888, gli fu attribuito il suo primo delitto che ha permesso di conoscere il suo modus operandi e la scelta delle sue vittime, soltanto prostitute, che venivano sgozzate e sventrate.
Il nome deriva da una lettera, pubblicata al tempo delle uccisioni, destinata alla Central News Agency e scritta da qualcuno che dichiarava di essere l’assassino.

“Jack lo squartatore – Jack the Ripper” è il soprannome del serial killer che agì a Londra nell’autunno del 1888, nel quartiere degradato di White chapel e nelle sue vicinanze. 

Gli sono state attribuite cinque vittime, ma secondo alcuni studiosi il numero di persone che Jack lo squartatore avrebbe ucciso sarebbe tra le quattro e le sedici.
La sua prima vittima, la quarantaduenne Mary Ann Nichols, fu trucidata nella notte del 31 agosto 1888.
 Il killer non aggrediva mai sessualmente le sue vittime, ma tutte venivano private degli organi interni con tagli dalla precisione quasi chirurgica. Il suo modus operandi era sempre lo stesso: le sorprendeva in un angolo buio, le soffoca e poi procedeva all’asportazione degli organi.
L’otto settembre del 1888, dopo otto giorni, Jack agisce di nuovo. Uccide la prostituta quarantaseienne Annie Chapman. Accanto al corpo priva del cuore e degli intestini, viene trovato un frammento di carta su cui compare per la prima volta la scritta “Jack The Ripper- Jack lo squartatore”. In quell’occasione, alcuni testimoni affermano di aver visto un uomo di basso con una valigetta agitarsi intorno al corpo della vittima. 
Il terrore invade la città, ce chi ipotizza che sia un medico, chi un macellaio e persino un dipendente di un obitorio.
Il serial killer inizia a sentirsi uno star e scrive delle lettere a Scotland Yard; lettere che si mescolano alle centinaia di testimonianze scritte da improbabili testimoni. Solo tre lettere vengono attribuite al Killer, una di queste è addirittura accompagnata da un rene conservato in alcol. Per l’assassino gli organi delle proprie vittime rappresentano dei veri e propri trofei.
La polizia per le indagini adotta alcune modalità molto particolari, arriva addirittura a fotografare la retina di uno dei cadaveri nella speranza che abbia conservato l’immagine dell’assassino. 
Intanto, gli omicidi continuano uno dietro l’altro con una crudeltà sempre più insistita.
Il 30 settembre vengono uccise Elizabeth Stride e Catherine Eddowes. Ma l’omicidio più cudele rimane l’ultimo; quello della povera Mary Jane Kelly, trovata l‘8 novembre nella sua stanza da letto terribilmente mutilata e privata di quasi tutti gli organi interni. Il medico legale afferma; “la donna sembra essere stata attaccata da una muta di leoni inferociti”. 

Dopo questa ultima vittima Jack scompare nel nulla, anche se gli vengono attribuiti un’altra serie di omicidi. Le indagini non portano a nulla di fatto, e la vera identità del feroce omicida non verrà mai scoperta.
Tra i tantissimi sospettati come maniaci e medici, cè quello che coinvolge il figlio della regina Vittoria, Alberto Vittorio. Sembra che il principe abbia avuto una figlia da una relazione con una prostituta, e la corona per evitare lo scandalo è stata costretta a rivolgersi a una serie di fiancheggiatori massoni, tra cui lo stesso Jack. Quest’ultimo ha l’obbligo di uccidere tutte le donne che sono a conoscenza della relazione tra il principe e la prostituta.
Nel 2002, arriva l’ultima ipotesi, quella di Patricia Cornwell. La scrittrice americana è arrivata alla conclusione che dietro il feroce killer si nasconda il pittore Walter Sickert. Le deduzioni della Cornwell, esposte nel testo “Ritratto di un assassino: Jack Lo Squartatore, caso chiuso”.
La ricostruzione della scrittrice, però, riporta nuovamente in primo piano la figura del principe Alberto Vittorio.

Sickert, infatti, è probabilmente figlio naturale di una giovane donna che non sarebbe altro che la famosa figlia illegittima del principe. La rigida mentalità vittoriana del pittore l’avrebbe indotto, dunque, a considerare sua madre alla stregua di una prostituta e a ritenerla colpevole della parziale impotenza che lo affligge, covando così quell’odio contro le prostitute causa degli omicidi.
Altra teoria deriva dall’analisi del DNA ritrovato sui francobolli delle lettere di Jack spedite a Scotland Yard. Le analisi hanno rivelato che si tratta di saliva femminile: il killer sarebbe dunque una donna. Ma nessuna di queste ipotesi investigative ha ancora portato alla scoperta della vera identità di Jack lo squartatore.
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David Zahedi