Poche passioni misurano il grado di italianità di un individuo quanto la febbre da caffé, una malattia che colpisce soprattutto all’estero quando si è distanti da un espresso fatto come si deve. Eppure fino ai primi del ‘900 chiedere un ristretto al bar non era possibile.
Ad esempio a Milano, in Piazza Duomo, sotto i portici meridionali, c’era un ambulante con un carretto basso sopra cui era montato un gigantesco cilindro di metallo fumante. Una grande caffettiera costruita dai Fratelli Beretta, antica azienda di città, che vomitava una bevanda scura, molto allungata detta in dialetto dai milanesi “caffé del genoeucc” (del ginocchio) perché il carretto era così basso che per riempire la tazza bisognava inginocchiarsi. Benvenuti al neonato Mumac di Binasco (Museo della macchina da caffè) dove per festeggiare i primi cento anni di storia la Cimbali, colosso da 132 milioni di euro di fatturato specializzato produzione di macchine professionali per l’espresso, lancia la prima collezione permanente al mondo dedicata all’espresso da bar. Una storia raccontata in oltre cento pezzi prodotti da tutte le maggiori marche dai primi anni del secolo scorso ad oggi: Condor, Faema, Gaggia, Pavoni… Un’esposizione originale che occupa un meraviglioso edificio di fianco allo stabilimento Cimbali. Oggi è un affascinate e sinuoso rettangolo rosso (progettato da Paolo Balzanelli e Valerio Cometti), fino a un anno fa era un capannone pieno di ricambi industriali. Le macchine sono accompagnate da foto e documentari d’epoca e sono esposte in ambienti che riproducono bar anni ‘20 stile liberty, locali anni ’50 tutti cadillac e juke box o banconi alla moda pieni di oggetti di design anni ’60 pescati dall’epoca d’oro del made in Italy. È inoltre possibile su pannelli a tocco consultare un archivio di oltre 15000 documenti digitalizzati: pubblicità d’epoca, locandine, libretti d’istruzioni, cataloghi.
Alcune macchine sono straordinarie. C’è la prima macchina costruita per Pavoni dall’inventore dell’espresso, Luigi Bezzera, ingeniere milanese, nel 1902. La Pavoni Diamanti del 1956 fu disegnata da Enzo Mari e Bruno Munari, la Lilliput 55 del 1955 da Gio Ponti, la Cimbali Pitagora dei fratelli Castiglioni vinse il compasso d’oro nel 1962.
Per visite e informazioni www.mumac-espresso.com