Camillo Benso Conte di Cavour è stato uno dei personaggi di spicco del Risorgimento italiano che poi ha portato all’Unità d’Italia. Camillo nacque il 10 agosto 1810 a Torino da Michele Benso di Cavour e Adele Sellon di una ricca famiglia residente a Ginevra. È noto soprattutto per le sue grandi abilità di politico e di statista grazie alle quali riuscì a ritagliarsi un ruolo di spicco nel panorama non solo nazionale, ma europeo. La sua scalata fu inesorabile e senza dubbio riuscì a gettare le basi per tantissime piccole ristrutturazioni che consentirono al Piemonte prima ed all’Italia poi, di colmare un evidente gap che all’epoca c’era con gli atri stati europei ed in particolare con Francia ed Inghilterra.
Camillo Benso Conte di Cavour, uno statista d’altri tempi
Il primo capolavoro politico fu quello con il quale, attraverso la seconda guerra d’indipendenza, non solo riuscì a spezzare l’influenza dell’Austria sul Piemonte, ma portò l’annessione della Lombardia. Inizialmente Cavour faceva politica attraverso un continuo influire sul popolo attraverso le sue idee che venivano pubblicate in un giornale dell’epoca di cui fu fondatore insieme a Cesare Balbo e che neanche a dirlo aveva come nome Risorgimento. Nelle prime elezioni politiche del 27 aprile 1848, Camillo si candidò e riuscì ad entrare nel Parlamento. Il suo primo incarico di una certa importanza gli fu affidato l’11 ottobre 1850 quando diventò Ministro dell’Agricoltura e del Commercio poi il 19 Aprile 1851 Ministro delle Finanze.
Il prestito di Bank of Hambro grazie a Cavour
Una degli aneddoti più curiosi e che danno il senso delle qualità di Camillo Benso riguarda proprio il periodo in cui ricoprì l’incarico di Ministro delle Finanze. All’epoca il Regno di Sardegna e quindi il Piemonte era praticamente una sorta di colonia dell’Austria. Il motivo che non consentiva al piccolo stato italiano di riuscire a spezzare le catene era la dipendenza economica che aveva nei confronti del Governo Austriaco ed in particolare aveva un debito talmente alto che non consentiva nemmeno di pensare di potere iniziare una guerra per ottenere l’indipendenza. Cavour da grande stratega quale era, cercò di mettere rimedio e grazie ad un abile tessitura politica nonostante non avesse alcuna forma di garanzia, riuscì ad ottenere un prestito dalla Bank of Hambro dell’importo complessivo di ben 3 milioni e 600 mila sterline. La cosa incredibile è che nessuna altra banca d’Europa era disposta a tale operazione finanziaria tant’è che racconti e leggende dell’epoca ipotizzano di come probabilmente sia riuscito ad ottenere ciò attraverso una donna che pare abbia sedotto i funzionari della banca. La cosa certa è che quel grande risultato contribuì e non poco alla futura nascita del Regno d’Italia.
La Contessa di Castiglione e la politica di Cavour
Camillo Benso a seguito di un accordo preso con la Sinistra riuscì a diventare Il Presidente del Consiglio, ruolo che gli consentì di operare in maniera ancora più efficace per la riuscita del sogno di una Italia Unita. Altra curiosità riguardante Camillo Benso è la modalità con la quale riuscì a convincere l’allora imperatore di Francia, Napoleone III, della bontà del proprio piano strategico. Anche in questo caso fu fondamentale il ruolo di una donna ed in particolare dell’avvenente Contessa di Castiglione che ebbe il compito di sedurre l’imperatore francese convincendolo di come fosse assolutamente necessario intervenire nella guerra contro l’Austria in appoggio al Regno di Sardegna. Qualche soldato dell’epoca racconta come fosse convinzione comune che l’imperatore diede l’ordine direttamente dal letto in cui giaceva insieme alla bellissima contessa.
Le riforme di Cavour
Camillo Benso oltre ad essere uno straordinario stratega pronto a tutto per la propria patria, durante il suo Governo fece tante riforme probabilmente meno note, ma di focale importanza. Per prima cosa liberalizzò gli scambi commerciali con altri Stati Europei, fece costruire una serie di linee ferroviarie proprio per favorire il commercio e sulla falsa riga di quanto fatto in Inghilterra gettò le basi per la rivoluzione industriale anche in Italia.
Arman Golapyan