GIOVANNA D’ARCO, LA PULZELLA D’ORLEANS

Fu un’ispirazione per scrittori e musicisti, come Shakespeare, Schiller, Giuseppe Verdi, Liszt e G. B. Shaw, esaltata come simbolo di fede, di eroismo e di amore patriottico. 
Giovanna d’Arco,
nota anche come la Pulzella d’Orléans, (Domrémy, 6 gennaio 1412 – Rouen, 30 maggio 1431) è un’eroina nazionale francese, venerata come santa dalla Chiesa cattolica. Giovanna d’Arco nasce in una famiglia di poveri contadini, in una francia ormai da cinquant’anni in subbuglio, soprattutto a causa dei feudatari che mirano a superare in potenza il sovrano e sobillati dalla monarchia inglese che punta conquistare la nazione.
– Nel 1420, dopo anni di lotte sanguinose, la situazione precipita: un re inglese si fa riconoscere sovrano del Regno unito di Francia e d’Inghilterra, senza che Carlo VII riesca a fronteggiare la disperata situazione in cui versa il suo paese.
– Nel 1429, Giovanna d’Arco, umile pastorella diciassettenne e analfabeta, forte di fede, convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia piegata dalla guerra dei Cent’anni, dopo un percorso di 2500 chilometri si presenta alla corte di Carlo VII chiedendo di poter cavalcare alla testa dell’esercito che andava a soccorrere Orléans, stretta d’assedio dall’esercito di Enrico VI.
Disse: “Ero nel tredicesimo anno della mia vita, quando Dio mandò una voce per guidarmi. Dapprima rimasi spaventata: “Sono una povera ragazza che non sa né guerreggiare né filare” risposi. Ma l’angelo mi disse: “Verranno a te Santa Caterina e Santa Margherita. Opera come ti consigliano, perché loro sono mandate per consigliarti e guidarti e tu crederai a quanto esse ti diranno”.
Giovanna D’Arco, nonostante il perere non favorevole dei consiglieri, convince Carlo VII di soddisfare alle sue richieste. Così Giovanna si pone alla testa dell’esercito che si proponeva di condurre alla vittoria.
Dal maggio al luglio, Giovanna e il suo esercito rompono l’assedio di Orléans, liberano la città e sconfiggono i nemici. Il 7 luglio 1429 Carlo VII viene finalmente consacrato re. Alla grande vittoria purtroppo il sovrano, incerto ed esitante, non fa seguire un’azione militare risolutiva e Giovanna D’Arco viene lasciata sola.
L’8 settembre organizza un’azione sotto le mura di Parigi, nonostante una ferita continua a combattere ma, alla fine, suo malgrado, deve obbedire ai capitani e ritirarsi da Parigi.
– Nella primavera del 1430, vuole marciare su Compiègne per difenderla dagli anglo-borgognoni. Durante una ricognizione cade in un’imboscata subendo l’umiliazione di essere catturata e consegnata a Giovanni di Lussemburgo, il quale la cede a sua volta come bottino di guerra agli Inglesi. Comincia allora il martirio del carcere e l’onta dei processi. Carlo VII non tenta neppure di liberarla.
– Nel 1431, viene incolpata di eresia ed empietà, false accuse che tendevano a celare il significato politico della sua condanna.
All’alba del 30 maggio 1431 Giovanna d’Arco viene bruciata viva. Tra il fumo e le faville, mentre già il suo corpo era avvolto dalle fiamme, fu udita gridare con voce forte, per sei volte: “Gesù!”, poi chinò la testa e spirò.
I carnefici gridarono: “Siamo tutti perduti! abbiamo bruciato una santa”.
– Nel 1450, 19 anni dopo, quando Carlo VII rioccupa Rouen, Giovanna viene riabilitata.

David Zahedi