GIUSEPPE GARIBALDI, L’EROE DEI DUE MONDI


“Qui si fa l’Italia o si muore!” 
(Garibaldi, durante la Battaglia di Calatafimi.)
Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Caprera, 2 giugno 1882) è sicuramente una delle figure più rilevanti del Risorgimento, uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo. U
n generale, patriota e condottiero italiano puro, conosciuto come “l’Eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute sia in Europa che in America meridionale.
Personggio di c
arattere irrequieto e desideroso di avventura, già da giovanissimo si imbarca come marinaio per intraprendere la vita sul mare.
– Nel 1832, a soli 25 anni, diventa il capitano di un mercantile e nello stesso periodo inizia ad avvicinarsi ai movimenti patriottici europei ed italiani come quello di Giuseppe Mazzini della “Giovine Italia”. 
– Nel 1836, sbarca a Rio de Janeiro e da qui inizia il periodo, che durerà fino al 1848, in cui si impegnerà in varie imprese di guerra in America Latina. Combatte in Brasile e in Uruguay ed accumula una grande esperienza nelle tattiche della guerriglia basate sul movimento e sulle azioni a sorpresa. 
– Nel 1848, torna in Italia dove sono scoppiati i moti di indipendenza, che vedranno le celebri Cinque Giornate di Milano.
– Nel 1849, partecipa alla difesa della Repubblica Romana insieme a Giuseppe Mazzini, Pisacane, Goffredo Ameli e Manara, ed è l’anima delle forze repubblicane durante i combattimenti contro i francesi alleati di Papa Pio IX. Ma in questa iniziativa i repubblicani devono cedere alla forze nemiche e Garibaldi il 2 Luglio 1849 abbandona Roma.

Fu una fase in cui perde molti compagni fedeli, tra i quali l’adorata moglie Anita, ma riesce ugualmente a raggiungere il territorio del Regno di Sardegna. Inizia per lui un periodo di vagabondaggio per il mondo, per lo più via mare, che lo porta infine nel 1857 a Caprera.
Garibaldi comunque non abbandona gli ideali unitari e nel 1858-1859 si incontra con Conte Cavour e Vittorio Emanuele II, che lo autorizzano a costituire sotto suo comando un corpo di volontari, corpo che fu denominato “Cacciatori delle Alpi”.
– Nel 1860, Garibaldi è promotore e capo della spedizione dei Mille; salpa da Quarto di Genova il 6 maggio 1860 e sbarca a Marsala l’11 maggio, cinque giorni dopo. Da Marsala inizia la sua marcia trionfale; batte i Borboni a Calatafimi, giunge a Milazzo, prende Palermo, Messina, Siracusa e libera completamente la Sicilia.
– Il 19 agosto, sbarca in Calabria e, muovendosi molto rapidamente, getta lo scompiglio nelle file borboniche, conquista Reggio, Cosenza e Salerno. 
– Il 7 settembre, entra a Napoli, abbandonata dal re Francesco II ed infine sconfigge definitivamente i borbonici sul Volturno.
– Il 26 ottobre, si rincontra a Vairano con Vittorio Emanuele II e consegna nelle sue mani i territori conquistati: si ritira quindi nuovamente a Caprera, ma sempre pronto per combattere per la sua patria.
– Nel 1862, organizza una spedizione per liberare Roma dal governo papalino, ma l’impresa è osteggiata dai Piemontesi dai quali viene fermato il 29 agosto 1862 ad Aspromonte. Viene imprigionato e poi liberato, si trasferisce nuovamente su Caprera, pur rimanendo in contatto con i movimenti patriottici che agiscono in Europa.
– Nel 1866, partecipa alla Terza Guerra di Indipendenza al comando di Reparti Volontari. Combatte nel Trentino dove il 21 luglio 1866 coglie la vittoria di Bezzecca, ma, nonostante la situazione favorevole in cui si era posto nei confronti degli austriaci, Garibaldi deve sgomberare il territorio Trentino dietro ordine dei Piemontesi, al cui dispaccio risponde con il suo famoso “Obbedisco”.
– Nel 1867, è nuovamente a capo di una spedizione che vuole liberare Roma, ma il tentativo fallisce con la sconfitta delle forze garibaldine a Mentana per mano dei Franco-Pontifici.
– Nel 1871, partecipa alla sua ultima impresa bellica combattendo per i francesi nella guerra Franco-Prussiana dove, sebbene riesca a cogliere alcuni successi, nulla può evitargli la sconfitta finale della Francia.
Torna infine di nuovo a Caprera, dove passerà gli ultimi anni e dove morirà il 2 giugno 1882.
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David Zahedi