ZOROASTRO: PURI PENSIERI, PURE PAROLE, PURE AZIONI

I benefattori riceveranno del bene ed i malfattori subiranno sofferenze.

Mentre la storia è oggettiva ed è infinita, la storiografia è soggettiva ed è limitata alla nostra conoscenza e per come essa si è sviluppata recentemente, deve considerarsi una scienza nuova che dovrà ancora espandersi e fare indagini approfondite, scevre da pregiudizi.
Tra le prime civiltà che hanno lasciato tracce, manufatti, testimonianze, documenti e resti tangibili della loro esistenza la storia ricorda la Persia ed il suo Impero. Impeto scaturito da regole insegnamenti risalenti a un personaggio mitico di nome Zoroastro che per le caratteristiche dell’evoluzione che ha impresso nella civiltà umana, non può che essere annoverato tra le Manifestazioni di Dio sulla Terra. Egli solo, senza un esercito, tramite la rivelazione del Suo potere divino ha conquistato i cuori umani, li ha resi mansueti ed uniti. Il fondatore del Zoroastrismo dopo 10 anni di solitudine e meditazione, iniziò all’età di 30, la Sua missione di carattere pacifico e meditativo per quarant’anni, circa all’epoca della fondazione della Dinastia Achemenidi 700a.C. e divenne Religione di Stato durante il Regno di Artaserse. Se l’Avesta il libro della Sua rivelazione con i suoi precetti ed esortazioni, non è abbastanza oggetto di studio dei ricercatori, il frutto dei Suoi Insegnamenti è palese a tutti nelle Imprese dei Re Persiani della Dinastia Achemenide (Artaserse, Serse, Ciro, Dario, …). La Bibbia riporta le loro vicende; in particolare, il nome e l’operato di Ciro Il Grande, di cui nome vi è menzionato 99 volte (Il Profeta Daniele era di Susa ed un suo contemporaneo). Oltre alla vastità del suo Impero, di Ciro è famoso il suo “Cilindro di creta”, scoperto nel 1879 in uno scavo dell’antica Babilonia e custodito presso British Museum di Londra. Essa è considerata la prima “Carta dei Diritti Umani” elaborata dalla mente umana, che fu frutto degli Insegnamenti di Zoroastro.
L’Avesta è composta dalla biografia dell’Autore in forma salmodiale, dalla cronistoria degli eventi dell’epoca, dalle esortazioni ad avere puri pensieri, puri parole e pure azioni, dalle preghiere e meditazioni, dall’adorazione della natura, come opera divina e della donna quale procreatrice. Pone il lavoro come atto di fede e la pulizia segno di devozione. Essa condanna le sostanze inebrianti e riti sacrificali; raccomanda il distacco dalle cose materiali, la cura della propria salute e l’amore per tutti, non ammette l’intermediario tra il credente e Dio; ritiene che ci sono degli attributi nell’uomo che se sviluppati, lo esalteranno all’immagine di Dio. La saggezza è considerata un dono di Dio. Vi sono tre principi base: l’Unicità di Dio=Verità=Giustizia, libero arbitrio, l’esame finale dell’operato.
Nella catena delle Rivelazioni Divine a noi conosciute e nell’area Indoeuropea, il Zoroastrismo si colloca a metà epoca tra la nascita dell’Ebraismo e del Cristianesimo in una regione non ancora influenzata dal monoteismo Ebraico. Zoroastro oltre ad introdurre questo concetto evoluto, espone in termini elementari il Suo Verbo, con la lotta tra “Il Bene ed Il Male”. Egli chiede al devoto di elevare il suo standard di “pensiero, parole, opere” per sconfiggere il male, in attesa della battaglia finale che è un’allusione alla futura manifestazione di tutti i tempi del Messia, il Re dei re, Shah Bahram. L’adorazione di luce (allegoria allo Spirito Santo) in contrasto con il buio divenne motivo di protezione di fiaccole sempre accese nei luoghi d’incontro e di preghiera. Ma, la scarsità demografica e delle risorse, carattere nomade e pastorizia della popolazione, ecc. non maturarono condizioni per la costruzione dei templi con strutture durevoli. Essi Furono solo imprese di Ciro “Il Grande” a Pasargad, di Artaserse II a Susa e di Dario a Naqsh-i-Rustam, di cui resti e rovine sono oggetto di ammirazione e devozione dei visitatori. In questi templi veniva introdotto il culto di Dio del Bene, Ahura-Mazdah (Signore Saggio), in contrapposizione al dio del male Ahriman. L’introduzione di un nuovo calendario che indichi una “nuova era” è sintomatico in tutte le rivelazioni divine. Zoroastrismo adottò uno solare con l’inizio l’equinozio di primavera, composto da 12 mesi di 30 giorni più rimanenti che, tutt’ora con un nuovo inizio (621d.C.) è in uso in Iran e nelle regioni confinanti.
Nei secoli successivi alla diffusione del Zoroastrismo, Influenzati dal secolare Ebraismo, dal nascente Cristianesimo e dai vicini Buddismo ed Induismo, Mani e Mazdak, ne elaborarono un sincretismo con le loro interpretazioni, pensieri e dottrine sotto forma di Manicheismo e Mazdaismo, deviando il sentiero tracciato da Zoroastro. Ulteriormente, la classe sacerdotale dei Magi che si era riservata dei privilegi presso la Corte, con la reintroduzione dei riti e pratiche pagane, indebolì la forza propulsatrice del Messaggio. Ciò fu la causa del suo cedimento nel 632 di fronte all’avanzare della Rivelazione dell’Islam che, oltre a rinvigorire i principi etici del Zoroastrismo, creò una nuova fratellanza tra i devoti.
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Shahrokh Makhanian