Un giorno la tenevo in braccio sul suo letto, lei era stremata con il COVID, con poca forza che le rimaneva, con una mano mi teneva le ginocchia e con l’altra mi accarezzava il petto e poi il viso, un gesto che è un simbolo dell’immensità dell’amore di mia Madre.
In quel momento ho capito quanto è grande e infinito il suo amore per me; solo in quel momento ho capito quanto è grande Lei. Solo in quel momento ho capito quanto io avevo dato per scontato la mia grande fortuna oscurata dall’abitudine e quanto lei era il centro della mia vita ed io solo il contorno, ma allo stesso tempo io ero il centro della sua vita. Lei è stata la sintesi dell’espressione che esprime l’amore di una madre, incondizionato ed infinito, a differenza di tutto il resto che è temporaneo. Il nostro era il più sincero e onesto dei rapporti umani.
Era mia Madre e si chiamava Tahereh Makary (Sanghesar, 11 luglio 1923 – Brescia, 19 luglio 2024). Una donna che ha vinto due volte nella vita, rimanendo saldamente e solidamente a fianco di mio padre e poi al mio. Ha trascorso la sua vita con dignità e da tutti era considerata e sarà ricordata come una persona estremamente generosa e buona.