Iran 4 novembre 1979, un gruppo di alcune centinaia di studenti islamici rivoluzionari assalta l'ambasciata americana a Teheran e prende in ostaggio 52 persone con lo scopo di ottenere l'estradizione dello Scià di Persia che si era rifugiato in esilio negli Stati Uniti. Un gruppetto di loro, sei persone per l'esattezza, nella confusione dell'assalto riesce a fuggire e a rifugiarsi nella abitazione privata dell'ambasciatore canadese a Teheran.
La situazione degli ostaggi nell'ambasciata va per le lunghe ma il Dipartimento di Stato Americano e la CIA decidono di liberare almeno i sei mettendo a punto un piano pazzesco: convincere gli iraniani dell'esistenza di una troupe canadese che stava girando un film di fantascienza (Argo) e fare in modo che i componenti potessero essere rilasciati. Si mette quindi in moto una autentica macchina organizzativa cinematografica perché tutto fosse più verosimile possibile, e la cosa è talmente realistica che usciranno perfino articoli giornalistici sul film Argo. Ben Affleck alla sua terza regia dirige con mano ferma il film senza sbavature interpretando anche il protagonista ossia come l'agente Mendez che, come nella realtà, si occuperà di tutta l'operazione. Realtà e finzione si mescolano scambiandosi i ruoli .La produzione del film di fantascienza che è in realtà verissima e l'assurdità e la follia della guerra che invece assume caratteristiche irreali. L'agente Mendez lotta a rischio della sua stessa vita per riportare a casa gli ostaggi e lotta anche contro un piano B messo in campo dal Dipartimento quando le cose si mettono male. La storia è autentica ed è stata rivelata solo dopo 20 anni dagli americani per motivi di sicurezza e per certi versi ricorda un altro film Capricorn One in cui la agenzia spaziale americana, la Nasa, per coprire un fallimento tecnico (la conquista della Luna) mette su un set cinematografico per far credere che lo sbarco è veramente avvenuto ingannando il mondo con riprese televisive di falsa diretta dallo spazio. Hollywood insomma che corre in aiuto di un problema reale riuscendo con una certa dose di ironia a risolvere le cose laddove la realtà non arriva.
Fabio D'Andrea