Norma Jeane Mortenson, in arte Marilyn Monroe, nasce il 1° giugno 1926 a Los Angeles, come Norma Jeane Baker Mortenson.
Baker come Jasper Baker e Mortenson come Edward Mortenson (ma nessuno dei due è il vero padre) rispettivamente primo e secondo marito di Gladys Pearl Monroe, madre di Jeane.
Gladys aveva sposato appena sedicenne, nel 1917, Jasper detto Jack o Jap Baker, un uomo molto violento dal quale aveva avuto due figli, Robert Kermit detto Jackie, e Berniece, e dal quale dopo anni di pesanti percosse aveva divorziato nel maggio del 1922. Nonostante avesse ottenuto la custodia dei figli il marito li rapì portandoli a vivere nel suo paese natale nel Kentucky. Gladys non rivide più il figlio maschio morto tredicenne per malattia.L’uomo che con maggiore probabilità è il padre biologico di Norma Jeane è C. Stanley Gifford, un collega di lavoro con cui Gladys aveva allacciato una relazione. Gifford se ne andò e lasciò Gladys per sempre nel 1925, presumibilmente perchè Gladys gli aveva detto di essere incinta. In accordo con sua madre Della, la nonna di Norma Jeane, una donna con disturbi mentali (si dice che per paranoia, tentò addirittura di soffocare Norma Jeane con un cuscino, mentre dormiva nel suo lettino)..Il 20 ottobre 1934 quando Norma Jeane ha 8 anni, Galdys firma il contratto di acquisto di una piccola casa per 6 mila dollari, versando un anticipo di 750 dollari. La casa ha un giardinetto sul retro ed è tutta dipinta di bianco, si trova al 64812 di Arbol Drive su Cahuenga Pass vicino all’ Hollywood Boulevard. Tra il mobilio della casa che Gladys ha preso per sè e la figlia c’è un pianoforte bianco, abbastanza malridotto, che si diceva fosse appartenuto a Fredric March. Una volta divenuta famosa, Marilyn assunse un investigatore privato per ritrovare quel pianoforte, e da allora non se ne separò mai più. Nel 2000, molti beni di Marilyn sono stati messi all’asta da Christie’s e quel pianoforte bianco fu comprato dalla cantante Mariah Carey per 600.000 dollari.
Norma Jeane viene presa in custodia da un’amica della madre, Grace Mckee, che ben presto però, a causa del suo matrimonio non vuole prendersi in casa la bambina, non è più in grado di occuparsi di lei.
Da questo momento per Norma Jeane inizia un pellegrinaggio dentro e fuori dall’orfonotrofio, il Children Home Society di Los Angeles, e non essendo adottabile visto che la madre non intende rinunciare alla figlia, viene data in affidamento e trasferita da una famiglia all’altra, dove sopporta violenze, umiliazioni, disattenzioni e presumibilmente anche abusi. A sedici anni, lascia la scuola senza diplomarsi e spera di trovare la felicità sposando un giovane operaio conosciuto nella fabbrica dove lavorano entrambi. Il matrimonio finisce quando il ragazzo parte per la guerra e lei, notata da un fotografo, posa per alcuni scatti che le aprono le porte dell’industria cinematografica. Ottenuto un contratto con la Fox, inizia ad apparire in alcuni film con ruoli marginali con lo pseudonimo di Marilyn Monroe (Marilyn come l’attrice Marilyn Miller unito al cognome Monroe della nonna materna). Al termine del contratto con la Fox decide di prendere lezioni di recitazione e per mantenersi lavora come modella, finché viene assunta dalla Columbia. I primi film che la mettono in evidenza ricordiamo “Orchidea bionda” (1948) di Phil Karlson, ma soprattutto “Giungla d’asfalto” di John Huston e “Eva contro Eva” di Joseph L. Mankiewicz, entrambi del 1950, che le fanno ottenere ruoli sempre più importanti. Nello stesso periodo posa per le foto senza veli che nel 1953 vengono pubblicate sulla rivista Playboy e che contribuiscono notevolmente al lancio della sua carriera ed è proprio il 1953 l’anno che la consacra come sex-symbol e che le porta il primo grande successo grazie al ruolo della moglie-assassina Rose Loomis in “Niagara” di Henry Hathaway, rafforzato in seguito con le performances in “Gli uomini preferiscono le bionde” di Howard Hawks (1953), in cui interpreta la famosa canzone ‘Diamonds are the Girl’s Best Friends. Sempre nel 1953 recita in “Come sposare un milionario” (1953) di Jean Negulesco, accanto a Betty Grable e Lauren Bacall e nella pellicola “La magnifica preda” (1954) di Otto Preminger. Il regista Billy Wilder mette in evidenza le sue doti di attrice di commedia scegliendola per il ruolo della sensuale vicina di casa di Tom Ewell in “Quando la moglie è in vacanza” (1955) e successivamente in “A qualcuno piace caldo” (1959), accanto a Jack Lemmon e Tony Curtis. Durante un’intervista nel 1952, l’attrice dichiarò: «Cosa indosso a letto? 2 gocce di Chanel N°5, ovviamente».
Grazie all’Actor’s Studio di New York, Marilyn riesce ad essere credibile anche in ruoli drammatici come in “Fermata d’autobus” (1956) di Joshua Logan e “Gli spostati” (1961) di John Huston, un film scritto apposta per lei dal commediografo Arthur Miller. Nel 1955 fonda una casa di produzione insieme al fotografo Milton Greene, la Marilyn Monroe Production Inc., ma l’unico film messo in cantiere è “Il principe e la ballerina” (1957) diretto da Laurence Olivier, che ne è anche interprete accanto alla stessa Monroe. Nel 1960 Marilyn è sul set di “Facciamo l’amore”, l’anno successivo recita in “Gli spostati”, appositamente scritto per lei dal marito Arthur Miller. Sullo schermo riesce a dare il meglio ma meno felici sono i rapporti con i produttori a causa dei continui ritardi sul set e dei capricci da star – per questo viene addirittura licenziata prima ancora di finire “Something’s Got to Give” di George Cukor, nel 1962. Ancora più infelici sono le sue storie d’amore, delusa e amareggiata per la sua carriera e per la sua vita privata inizia ad abusare di alcool e sedativi finché il 5 agosto 1962 viene trovata morta. Ancora oggi la sua morte, archiviata dalla polizia come semplice caso di suicidio per overdose di tranquillanti, è avvolta da un alone di mistero, ma la sua immagine di star e sex-symbol è entrata nella leggenda di Hollywood e nell’immaginario.
Nel 1967, il volto di Marilyn Monroe è stato dipinto, con forti contrasti cromatici, in diverse serigrafie dal pittore Andy Warhol. Queste serigrafie dedicate a Marilyn sono le più famose dell’artista americano.
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Andrea Carraro