LA SCANDALOSA VITA PRIVATA DEL CARDINALE ROHAN

Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée (Parigi, 25 settembre 1734 – Ettenheim, 16 febbraio 1803), apparteneva ad una delle famiglie più influenti e blasonate di Francia.
Nella sua vita accumulò parecchi titoli: Cardinale, Grande Elemosiniere, Vescovo di Strasburgo e Ambasciatore francese presso la corte austriaca.
A Vienna, durante il regno della grande Maria Teresa, Rohan cominciò a far parlare di sé in modo poco edificante e sicuramente non consono a quella che dovrebbe essere la condotta morale di un alto prelato. Infatti, era solito trascorrere le giornate in feste e banchetti costosissimi di carattere orgiastico e scandaloso, nei quali, si diceva, il Cardinale amava travestirsi da donna e a intrattenere rapporti di inequivocabile natura con uomini e donne.
Maria Teresa d’Austria, grande sovrana, donna morigerata e cattolica convinta, fu costretta a rispedire in Francia l’ estroverso Cardinale senza troppi rimpianti.
Nel 1775 fu coinvolto in Francia nel famoso scandalo della collana, da cui venne assolto in quanto era stato raggirato. Infatti, con ingenuità si era fatto beffare da una donna senza scrupoli che lo aveva persino convinto di una infatuazione della sovrana nei suoi confronti.
Ma era risaputo che la Regina Maria Antonietta, come la madre, non approvava le abitudini di Rohan, che persistevano anche dopo l’allontanamento da parte di Maria Teresa. Il Cardinale non aveva cambiato le proprie inclinazioni, continuando a provocare scalpore per la sua bisessualità, per gli equivoci rapporti che lo legavano a gente di cattiva fama e per la corruzione di certi suoi affari neanche troppo segreti.
Secondo alcune fonti il Cardinale di Rohan ebbe una sorta di ripensamento in età matura che lo portò a cambiare radicalmente vita, abbandonando il vizio che l’aveva contraddistinta in gioventù e avvicinandosi spontaneamente e sinceramente a quei principi del cattolicesimo che avrebbero dovuto ispirarlo fin dall’inizio; l’aiuto ai poveri fu l’ultimo e più sano interesse della sua esistenza.

Arman Golapyan